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I dati di sicurezza sui vaccini? Sono un segreto militare

Un’interrogazione parlamentare firmata da sei senatori chiede come mai l’Aifa non disponga dei dati di sicurezza dei vaccini sul Covid e l’Ema invochi addirittura il segreto militareblank

 

Il 12 maggio è giunta al Senato un’interrogazione parlamentare a firma Lannutti, Angrisani,  Giannuzzi, Crucioli, La Mura e Granato indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza.

Chiede lumi su una vicenda che mette i brividi: i legali di due associazioni avevano chiesto il 29 novembre all’Aifa l’accesso agli atti per le relazioni sulla sicurezza dei vaccini Pfizer-Biontech, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson: “Aifa avrebbe risposto che i rapporti sulla sicurezza dei vaccini hanno natura riservata, sono di proprietà delle case farmaceutiche e l’Agenzia del farmaco non possiede la documentazione richiesta”.

Non basta: “Quando le due associazioni si sono rivolte a EMA (Agenzia europea del farmaco), questa ha risposto che i report non possono essere divulgati per non pregiudicare il processo decisionale sull’autorizzazione incondizionata, perché rientrano nel regolamento dell’ordine pubblico e in quello del segreto militare”.

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I senatori chiedono dunque al ministro “se non ritenga che gli studi scientifici non siano, per loro natura, pubblici; se non ritenga che sia indegno di un Paese civile far rientrare nel segreto militare i dati sulle reazioni avverse a dei vaccini e se non intenda abrogare quel segreto; se non ritenga che, data l’obbligatorietà dei vaccini per alcune categorie sociali, sia come minimo dovuto a quelle persone la conoscenza completa di cosa gli si sta iniettando nel loro corpo”.

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E meno male che chi nutriva dubbi era un complottista. Ricapitoliamo: ci hanno praticamente costretto a iniettarci un vaccino usando la mannaia del green pass, della sospensione lavorativa e delle multe.

Schiere di virologi sono andate in tv per più di un anno a giurare che il vaccino era sicuro, irridendo chi manifestava scetticismo; il 99% dei giornali (noi esclusi) metteva alla berlina chi non voleva vaccinarsi bollandoli come novax e negazionisti; politici, opinionisti e cialtroni di ogni risma invocavano per loro segregazione, carcere ed esclusione dalla vita sociale… e oggi scopriamo che Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, non ha neppure in mano i rapporti sulla sicurezza dei vaccini?

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E com’è possibile che l’Ema, l’agenzia europea dei medicinali, invochi il segreto militare? Ma è uno scherzo? Ma sulla base di che cosa allora dicevano che erano sicuri e ci hanno obbligato a farlo? L’avvocato Enzo Iapichino, uno dei cinque legali delle associazioni che hanno fatto richiesta degli atti, dice al Fatto Quotidiano: «Se parliamo dei dati sulla sicurezza dei vaccini, a questo punto presumiamo che non ne siano in possesso. Se parliamo degli studi scientifici, presumiamo che li abbiano. Allora perché non li mettono a disposizione?»

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Già, perché? Non so se ricordate quando, esattamente un anno fa, vi raccontavamo dei consensi informati che cambiavano dalla sera alla mattina, fino a far sparire talune voci, come il punto 10 del foglio che facevano firmare inizialmente per AstraZeneca e che recitava: “Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza”.

Rammentate, in proposito, ciò che all’epoca diceva il presidente dell’Ema, Emer Cooke? Giurava: «Il vaccino Astrazeneca è sicuro ed efficace. Escludiamo relazioni con i casi di trombosi».

Poi, dopo oltre 12 milioni di dosi inoculate agli italiani, le trombosi provocate da quel vaccino sono state invece accertate. Ma nessuno pagherà penalmente, perché è stato messo lo scudo penale sull’intera catena di comando, dalla casa farmaceutica alle istituzioni e ai medici.

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E ora sappiamo anche quanto vale per lo Stato italiano il decesso di un suo cittadino causato da quel vaccino autorizzato e di fatto imposto dallo stesso Stato: la miseria di 77 mila euro. Tanto hanno corrisposto ai parenti di Francesca Tuscano, morta il 4 aprile 2021 per trombosi cerebrale dovuta, secono i periti, proprio ad AstraZeneca.

Faceva l’insegnante di sostegno e verosimilmente, a 32 anni, non sarebbe mai morta di Covid se si fosse contagiata.

Il punto è che non c’è solo AstraZeneca, ma ci sono i vaccini mRNA come Pfizer e Moderna che continuiamo ad usare.

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Il professor Alessandro Capucci, ordinario di malattie cardiovascolari (e già direttore della Clinica di Cardiologia, Università Politecnica delle Marche) il cui indice di autorevolezza internazionale, il cosiddetto h-index, è abbondantemente superiore al 99% dei virologi che vedete in tv, ha studiato l’aumento di miocarditi, anche fatali, tra i giovani atleti, che si sono quadruplicate nel 2021.

Dopo aver citato quattro pubblicazioni scientifiche che le mettono in relazione ai vaccini anti Covid, scrive su La Nuova Bussola Quotidiana: “Esistono al presente dati significativi sul negativo effetto dei vaccini mRNA, specie nei giovani atleti maschi, a seguito di incremento del livello di catecolamine circolanti come mediatori di severe complicanze aritmiche e contrattili cardiache che possono giustificare l’incremento riscontrato di morti improvvise. Tutto si può dire ma non che queste complicanze siano benigne e di scarsa rilevanza clinica”.

E dopo tutto questo, le istituzioni vietano perfino l’accesso ai dati di sicurezza opponendo il segreto militare? Ma nessuno si vergogna?

 

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