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VACCINATI PRIMA TU, CHE MI VIEN DA PIANGERE

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Stiamo assistendo ad una campagna vaccinale senza precedenti, dove tutti sembrano avere solo certezze. Una campagna spalleggiata da un ristretto gruppo di virologi  – sempre gli stessi – che amano i riflettori e le copertine dei giornali e che si fanno “garanti” della sicurezza dei vaccini con la stessa certezza che manifestavano agli inizi del febbraio 2020: chi assicurando che l’influenza faceva più morti del Covid, chi ritenendo le mascherine inutili per le persone sane, e chi – nonostante il virus avesse già raggiunto Francia, Germania e Italia con i primi due casi – escludendo categoricamente che per il nostro Paese ci fossero pericoli di un’epidemia, immaginandoci probabilmente dotati di scudo spaziale in stile Goldrake.

Archivio Documenti Covid-19

Chiunque esprima perplessità sulla sicurezza di vaccini approvati in via emergenziale viene bollato come “no vax” o “negazionista”, con l’appoggio di questi brillanti scienziati. I social cancellano video e canali di chi dissente. E non si leggono sui giornali voci almeno prudenti: nessuno ha dubbi. Naturalmente l’obbligo vaccinale, che risolverebbe ogni cosa a monte, è stato escluso, perché comporterebbe un sicuro onere di risarcimento per lo Stato in caso di danni provocati dal farmaco.

Così – leggi green pass – si tende semplicemente a rendere la vita impossibile a chiunque non aderisca alla campagna. Bisogna fidarsi. E noi ci fidiamo. Però poi ci sono i documenti ufficiali, come quelli del vaccino Astrazeneca. Nel primo consenso informato che gli italiani dovevano firmare – quindi non uno studio complottista, ma l’unico documento ufficiale per il cittadino, che però nessuno legge – al punto 3 c’era scritto: «Al momento sono disponibili dati limitati sull’efficacia di “COVID-19 Vaccine AstraZeneca” in soggetti di età pari o superiore a 55 anni». E al punto 6 si riportava: «L’efficacia stimata dalle sperimentazioni cliniche (dopo due dosi di vaccino) è del 59,5% e potrebbe essere inferiore in persone con comorbosità e problemi immunitari», il tutto mentre sul sito dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, si asseriva che «l’efficacia dopo 14 giorni dalla seconda dose, è stata dell’82,4%». Una bella differenza, no?

La censura sui social e gli accordi tra Italia e Cina prima dello scoppio della pandemia

Poi si arrivava al punto 10: «Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza». Non il massimo della tranquillità e della sicurezza, insomma. Tutt’altro. Com’è noto, Astrazeneca fu poi sospeso prima in Germania e poi anche da noi per alcuni casi di trombosi. Tornò con un nuovo nome, Vaxzevria, e una prima dichiarazione ufficiale, ma frettolosa, del presidente dell’Ema, Emer Cooke: «Il vaccino Astrazeneca è sicuro ed efficace. Escludiamo relazioni con i casi di trombosi». A posto. Di fatto arrivò presto un nuovo consenso informato, sparì il punto 10 e il vaccino venne raccomandato per gli over 60: l’opposto di prima. Va bene.

Viene aggiornato il foglio illustrativo in cui si rappresenta che si sono verificati casi di trombosi in donne sotto i 55 anni e «alcuni casi hanno avuto esito fatale». La stessa cosa viene aggiunta sul consenso informato: «La maggior parte di questi casi si è verificata nei primi quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata principalmente in donne sotto i 60 anni di età. In alcuni casi questa condizione ha provocato morte». Siamo ai primi di aprile e sul sito del ministero è ancora riportata un’efficacia dopo la seconda dose del 59,5%, percentuale che poi sparirà. Un rapporto dell’Aifa del 26 maggio specifica una correlazione certa tra trombosi e soggetti «sani con età inferiore a 60 anni, prevalentemente donne». Dunque tutti sono tenuti a sapere i possibili danni letali di Astrazeneca sulle donne giovani, cui viene comunque proposto nella foga di vaccinare tutti con tutto.

Fino alla morte di Camilla Canepa, 18 anni, vaccinata con Astrazeneca: quante possibilità avrebbe avuto di morire di Covid? Più o meno zero. In ogni caso, sarebbe bastato darle un vaccino diverso. Di fatto, dopo il gioco allo scaricabarile tra politici su chi sapeva cosa – quando in realtà tutti dovevano sapere tutto – e il solito show dei virologi, ecco la nuova indicazione del Cts, spiazzante: chi sotto i 60 anni ha ricevuto una prima dose di Astrazeneca, farà la seconda con Pfizer o Moderna. La cosa appare senza senso, perché negli stessi giorni l’Aifa rivela che in tutta Europa le trombosi si sono verificate “esclusivamente” dopo la prima dose, mai in seguito alla seconda. Una settimana dopo, così, arriva il contrordine dallo stesso Cts, che cita però numeri del tutto nuovi della Gran Bretagna: dopo la seconda dose le trombosi sarebbero «pari a 1,3 casi per milione, valore che corrisponde a meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose». Dunque, non proprio zero.

Morte di Camilla Canepa dopo il vaccino Astrazeneca, tutti sapevano i possibili effetti sulle donne giovani. Perché nessuno lo dice?

Chi vuole, comunque, può fare anche la seconda dose con Astrazeneca, purché con un parere del medico – come se ormai il medico ne sapesse più di noi – e soprattutto purché firmi un “adeguato consenso informato”: come dire, ti avevamo avvertito dei rischi della seconda dose con Astrazeneca. Ora, quasi dieci milioni di italiani si sono vaccinati con Astrazeneca, buona parte dei quali è in attesa della seconda dose. In sostanza costoro si trovano a decidere da soli di una vaccinazione di cui non sa evidentemente nulla nemmeno chi la propina.

Però per Lorsignori era ed è ancora incredibilmente tutto certo, anche se chi ha fatto la seconda dose nei mesi scorsi fidandosi di tutte queste certezze oggi non sarà più molto sereno. Il Codacons, che ne ha ormai le tasche piene, invita i vaccinati con Astrazeneca a chiedere fino a 10mila euro di danni. Parafrasando il titolo di un celebre film di Lino Banfi, noi potremmo invece concludere così: “Vaccinati prima tu, che mi vien da piangere”, dato che gli elementi di una commedia ci sono tutti. Solo che nessuno ha più voglia di ridere.

(Dal Momento di Cronaca Vera, in edicola dal 29 giugno) 

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Nella sezione Archivio Documenti Covid-19 sono presenti tutti i documenti ufficiali citati in questo post – GUARDA

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