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Gli Artisti schierati politicamente

Negli ultimi giorni è uscita un’intervista al mago/comico Raul Cremona sul podcast Tintoria, gestito dal duo Tinti e Rapone. Alla consueta domanda relativa al defunto presidente Berlusconi, l’artista ha espresso il suo punto di vista citando il suo maestro Silvan:
“Non mi espongo mai da una parte o da quell’altra perché perderei metà del mio pubblico.”
Cremona, uomo d’inaspettata (almeno per me) immensa cultura, si è espresso all’incirca come fece il Re Elvis in un’intervista dei primi anni settanta.
Quando gli chiesero da che parte stesse lui rispose che era un’artista e, in quanto tale, preferiva non schierarsi.
“Pensa che tutti gli artisti dovrebbero fare come lei?”, domandò il giornalista.
“No”, rispose saggiamente lui.
C’era la guerra del Vietnam e Bob Dylan, tra tutti, aveva preso una posizione netta.
Facciamo un salto in avanti cambiando contesto, paese e forse persino galassia.
Il giornalista Scanzi de Il fatto quotidiano, ha più volte espresso il suo punto di vista su Rosario Fiorello.
E’ un grandissimo showman, ma un paraculo.
Mai schierato apertamente, si sottintende.
E ancora, qualche anno fa il cantautore comasco Davide Van de Sfroos divenne una bandiera della Lega di Salvini in quanto massimo rappresentante della musica “del nord”. Lui non prese del tutto le distanze ma perculò il suo partito “d’adozione” indossando ad un concerto una felpa con la scritta Avellino.
Parlando di cantautori, quali sono quelli dichiaratamente di destra? Ovviamente Povia (quello dei Bambini che fanno ooooh e del piccione, per intenderci), Iva Zanicchi e, si dice, Enrico Ruggeri. A sinistra c’é sempre stato Francesco De Gregori (benché nel suo pezzo Celebrazione sembrò prendere in parte distanza dalle etichette), Guccini (che non è mai stato comunque a suo dire “comunista”), e poi Fiorella Mannoia, Samuele Bersani, Mannarino, Bertoli, i Modena City Ramblers.
De André si definiva anarchico anche se, sempre Guccini, sostiene fosse più che altro una posa.
Passiamo agli attori apertamente schierati:
Claudia Gerini pare sia una fervente sostenitrice di Giorgia Meloni a differenza del suo ex compagno Carlo Verdone.
Voliamo di nuovo negli Stati Uniti.
Il leggendario Clint Eastwood è dalla parte dei Repubblicani, l’altrettanto immortale Robert De Niro da quella dei Democratici.
Schieramenti, idee opposte, aperte prese di posizione.
La domanda che viene naturale porsi, a questo punto, è: si ritiene giusto o doveroso che un artista debba necessariamente mettersi da una parte o dall’altra della scacchiera?
Da un certo punto di vista forse sì. Un cantautore, ad esempio, rappresenta un pensiero, una linea di condotta intellettuale condivisibile o meno, ma che dovrebbe essere sempre e comunque onesto. E soprattutto coerente.
E’ vero anche che, come sostiene Cremona e ancora prima Silvan, sono semplicemente LAVORATORI dello spettacolo e dell’intrattenimento. Non dei politici o dei guru.
Agli elettori l’ardua sentenza.

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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