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Joe Biden mette a bilancio 6mila miliardi. Indovinate chi pagherà?

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Joe Biden e la maxi manovra fiscale: così l’Europa pagherà i conti degli Stati Uniti. Quelli della guerra. E quelli della pandemia. Perché è sempre ai buoni che bisogna fare attenzione

Mentre guardiamo attoniti ciò che accade in Ucraina, in Italia una famiglia su sei fatica già ora a pagare le bollette. I distacchi per morosità sono aumentati del 36%, il 15,44% non sta pagando, le richieste di rateizzazione sono oltre 41mila, delle quali 24597 domestiche.

Secondo gli esperti siamo solo all’inizio

 

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Nel 2012 il Pew Research Center chiese agli americani quale fosse la parola migliore per descrivere l’allora senatore del Delaware Joe Biden. Il risultato fu: “idiota”. O in dieci anni Biden è diventato un genio, o il servilismo dei leader europei è tale che gli consente di sembrare Einstein.

Di fatto, il presidente americano ha messo a bilancio un budget di 5800 miliardi, una cifra mostruosa in tempo di pace, dei quali 813 per la Difesa. Si dirà: dove li prende tutti quei soldi dopo due anni di pandemia, con le aziende devastate dai lockdown e da una crisi senza precedenti? Li prenderà da noi. E il bello è che tutto accade senza che lo straccio di un politico o di un opinionista dei grandi giornali dica niente: Biden sbraita, Putin reagisce. E l’Europa paga.

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JOE BIDEN

 

La ridicola violazione del contratto

Parliamo ovviamente delle sanzioni senza precedenti comminate a Mosca. Cui si sono aggiunte le armi inviate all’Ucraina. Cui si sono infine aggiunti gli insulti diretti di Biden a Putin: «Macellaio che non deve stare al potere».

Dal Cremlino hanno risposto passando ai fatti: chi ha crediti con la Russia e vive in Paesi “ostili” sarà pagato in rubli. E chi vorrà il gas russo dovrà pagarlo con la stessa moneta. La replica del G7, spronata da Biden e dalla Gran Bretagna, è stata ridicola: «Questa è una violazione unilaterale del contratto».

Cioè, hanno di fatto bloccato le carte di credito e tutte le operazioni bancarie di qualsiasi cittadino russo nel mondo, hanno sequestrato centinaia di miliardi agli oligarchi, hanno fermato import ed export ad ogni azienda che commercia con la Russia. E poi lamentano una “violazione contrattuale” sul gas.

Se non si rendono conto da soli di quanto sia grottesca la loro affermazione, chissà, potrebbero minacciare una causa. A Mosca ovviamente ridono, perché venderanno sicuramente il gas altrove, ovvero dove delle sanzioni occidentali non importa nulla: «L’Europa non vuole usare i rubli? Certamente la Russia non distribuirà gratis il gas, non faremo beneficenza».

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Joe Biden, la soluzione a ogni problema. Che crea lui

La soluzione alle pretese del cattivo di Mosca, vedicaso, l’ha trovata proprio Biden: venderà lui il gas all’Europa, via mare, sotto forma di gnl, gas naturale liquefatto, rendendo gli Stati Uniti, scrive il mensile Tempi “non solo il principale produttore di gas naturale liquefatto (gnl) al mondo, ma l’unica vera talassocrazia globale in grado di capitalizzare quello che per l’Europa e per le potenze continentali si sta prospettando come un vero disastro economico e sociale”.

I prezzi li farà l’America. Dicono che saranno concorrenziali, ma dubitiamo enormemente, dato che un viaggio per l’oceano ha i suoi costi. Peraltro, se gli Usa si arricchiscono, il gas che fornirà non sarà minimamente sufficiente a coprire le esigenze europee, che finora ricevevano anche 142 miliardi di metri cubi via gasdotto dal Cremlino.

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Il petrolio e la questione energetica

Ma non basta. Gli Usa e la Gran Bretagna, i veri potenti della NATO, spronano lo stop pure al petrolio russo e tutti si sperticano in lodi. Peccato che per gli Usa il greggio di Mosca rappresenti appena il 3% del totale e per il Regno Unito l’8%, mentre per l’Europa è il 30%, da aggiungersi al fabbisogno del 40% di gas.

Il risultato è che i prezzi, per noi, continueranno a salire e per loro a scendere, alla faccia della Brexit che avrebbe dovuto mettere in mutande la monarchia anglosassone e di un post pandemia che li vedrà riprendersi a scapito del Vecchio Continente.

Mentre le aziende italiane continuano a fermarsi per i costi energetici più alti dei ricavi e ci si chiede cosa succederà alla fine di aprile quando scadrà il taglio sulle accise della benzina, sappiamo infatti cosa stia capitando già ora alle famiglie italiane: una su sei, secondo un’indagine Arte, (l’associazione dei reseller e dei trader di energia italiani) pubblicata sul Sole 24Ore, non riesce a pagare le bollette. I distacchi per morosità sono aumentati del 36%, il 15,44% non sta pagando, le richieste di rateizzazione sono oltre 41mila, delle quali 24597 domestiche. E il commento del portavoce di Arte, Diego Pellegrino, non è dei più ottimisti: «Siamo solo all’inizio».

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Per la Pasqua le prenotazioni in hotel hanno fatto registrare -30%, a Roma sono il 50% in meno rispetto al 2019. Da una parte per il caro energia patito dagli utenti, dall’altra per quello degli albergatori e delle strutture turistiche, costretti ad aumentare i prezzi perché le bollette sono schizzate su fino al 600%.

Al conto della guerra bisogna aggiungere il dramma del grano russo e del mais ucraino, nostro secondo fornitore, e dei fertilizzanti (monopolio o quasi di Mosca) con Coldiretti che aveva già lanciato l’allarme tre settimane fa: «Allevatori italiani in ginocchio».

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E infine, rimane l’immane costo dei profughi ucraini. Ce ne sono circa 4 milioni in Europa. L’Italia ha approvato un’ordinanza per dare a quelli sul nostro territorio 300 euro al mese e 150 euro a minore per tre mesi. Sacrosanto. Ne abbiamo al momento circa 75mila, diventeranno molti di più. Da noi.

Ma al 9 marzo, quando i profughi erano ancora un milione, la Gran Bretagna ne aveva respinti 17700, accettandone solo 50. E gli Stati Uniti, che hanno predicato sanzioni durissime contro la violenza del Cremlino, proponendosi per l’ennesima volta come i salvatori della libertà dei popoli? Al 19 marzo avevano accolto 7 profughi. Sette profughi su 4 milioni: è sempre ai buoni che bisogna fare attenzione.

 

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