Il muro di ScribattoPoterisocietà

Discorso Pubblico – Alla vigilia delle elezioni

Chi si arrende agli stereotipi, al “tanto non cambierà niente”, al qualunquismo spicciolo dettato da correnti banderuola, non vorrà mai il bene del suo paese.

Alla vigilia delle votazioni, visto che come al solito la politica si limita a difendere la propria poltrona calda e lussuosa senza esporsi mai platealmente sugli intenti, tiriamo fuori gli argomenti caldi.
E lo facciamo come dovrebbe farlo un qualsiasi degno rappresentante di stato: schiettamente, controcorrente e con un linguaggio inutilmente volgare.

Punto primo: la sanità.
Cari elettori, volete che il vostro tumore al fegato o la congiuntivite vengano curati in tempi brevi? Volete evitare la dipartita per decorrenza dei termini?
Bene, prendetevela con gli ultranovantenni che intasano gli ospedali come fossero casse del supermercato il sabato mattina. Quelli che al minimo dolore al gomito si prenotano per settantadue esami specifici atti a rivelare l’inaspettata diagnosi: sono vecchi.
I fondi per la sanità non ci sono e ve ne dovete fare una ragione. Quelli che vi dicono “assumeremo settemila nuovi medici” vi prendono in giro! Guadagnano già ora una miseria rispetto agli standard europei. Chi pensate che pagherebbe i loro stipendi? Voi? Con nuove tasse?

Punto secondo: le nuove tasse.

Per quanto le statistiche sostengano che due terzi degli italiani vivano sotto la soglia di povertà, ad ogni ponte le autostrade da nord a sud s’intasano, gli alberghi si riempiono all’inverosimile, i ristoranti accettano prenotazioni a distanza di tre mesi e le code davanti all’Apple Store si moltiplicano. Tutto grazie al reddito di cittadinanza?
Le tasse sono schifosamente alte per chi è costretto a pagarle tutte o quasi. I parassiti rappresentano la stragrande maggioranza degli italiani, guarda caso proprio circa i due terzi. Cosa facciamo? Aumentiamo ancora un po’ le tasse a quelli che le pagano davvero?
Il problema può essere, quindi, la lotta all’evasione.

Punto tre: la lotta all’evasione.

In Italia ci sono gioiellieri con attività in piazza Duomo a Milano che dichiarano quindicimila euro all’anno. Più o meno quanto costa l’affitto mensile in zona. Il gioielliere gira in Lamborghini, ha un tavolo fisso da Cracco e si lagna dell’Inps. Cominciamo a prendere lui, tutti gli imprenditori con i resort in Costa Smeralda, i vari banchieri, gli abusivi che dichiarano zero e hanno villette con piscina, i fruitori del RDC che possono ma non hanno voglia di alzare il culo dalla poltrona (o, più facile, lo alzano e incassano il doppio) e, soprattutto, tassiamo la chiesa, i preti e tutto ciò che riguarda il mondo della fantascienza. Dovremmo essere un paese laico: i favoritismi non dovrebbero essere ammessi.

Punto quattro: immigrazione.

L’Italia è una penisola. Il che vuol dire che, sostanzialmente, se qualcuno scappa da una guerra civile in Africa è altamente improbabile che la “sua” barca possa attraccare in Svizzera.
Potevamo essere nati in Germania e affrontare la questione con una sorta di distacco però, guarda un po’, siamo l’Italia. Non dovremmo lagnarci troppo. Poteva andarci peggio: potevamo essere africani in fuga.
L’immigrazione si affronta i due modi: si lavora sull’inserimento nel tessuto sociale, si obbliga all’istruzione come avviene per chiunque, si garantisce la dignità. Inoltre, se uno nasce in Italia E’ italiano. Così come un marziano che arriva sulla terra è nato su Marte, non in un posto a cazzo del cosmo. E, punto secondo, se un immigrato delinque è a tutti gli effetti un delinquente. Finisce in galera, documenti o non documenti, gli si fanno le pulci come di consueto e se persiste nel pisciare fuori dal vaso, lo si rispedisce nel paese d’origine a calci.
Questo, ovviamente, dopo avergli garantito tutto quanto riportato qua sopra, altrimenti decadrebbe la linea.
A differenza di quello che sostengono i finti rappresentanti di sinistra (che sono sempre più a sinistra degli altri), è normale che un Rom se ne stia in un campo al bordo della strada. Però, e questa è la mia opinione, è legittimo anche cominciare a chiedersi come cazzo possano permettersi l’Audi parcheggiata sul retro e la benzina che ne riempie il serbatoio senza fondo.
Facciamo le pulci all’idraulico che s’intasca venti euro senza rilasciare fattura. Adottiamo lo stesso metodo per chiunque visto che ci siamo.
E, proprio perché ci siamo, diamo pure un’occhiata alle attività cinesi in continua proliferazione.

Punto cinque: nord e sud.

Il PIL della Lombardia vale da solo come quello di tutto il centro sud o quasi.
Quindi, quando un bergamasco che si spacca il culo dall’alba al tramonto e riesce solo ad arrancare fino al letto masticando una fetta di polenta si sente parlare di autonomia, non so, forse si potrebbero quantomeno ascoltare le sue ragioni.
Il problema del mezzogiorno risale alla notte dei tempi e noi, da altrettanto tempo, lo ignoriamo.
Manca il lavoro al sud? Che si finanzi l’apertura di aziende regolari, che le multinazionali investano con ENORMI agevolazioni sugli utili, che si crei un mercato del lavoro produttivo e condiviso.
Che si dia un taglio al paravento della Mafia. E’ ancora così influente? Allora, vacca di una puttana, che si spedisca giù l’esercito e si batta palmo a palmo ogni vicolo possibile. Che la lotta diventi l’assoluta priorità. L’Italia è unica ed indivisibile e non si può permettere che una parte di essa affondi. Tutto questo, ben inteso, se consideriamo la mafia (e tutte le altre influenti associazioni criminali) avulse dalla vita politica e decisionale del paese.
Altrimenti meritiamo di affondare. Ed è quello che accadrà.
Specie se, ad esempio, non verranno legalizzate le droghe leggere.

Punto sei: la politica, le proteste, i diritti civili e gli animalisti.

Siamo quasi alla fine di questo sunto approssimativo ma dobbiamo risolvere rapidamente un altro paio di questioni.
Visto che ci interessiamo tanto ai movimenti di un elettrauto, penso sia necessario conoscere per filo e per segno cosa fa, come spende i nostri soldi e che stile di vita adotta un politico.
Siccome tutti noi gli elargiamo un più che lauto stipendio esigiamo trasparenza. A che ora entra in parlamento, a che ora mangia, a che ora timbra per uscire, perché cazzo tira fuori cartelli o indossa magliette da ultrà e, soprattutto, quando non presenzia ad una seduta perché è “in missione”, cosa diamine sta facendo?
E ancora, qual è il problema concreto riguardo alle unioni civili e l’adozione da parte di coppie omosessuali? Gli italiani etero nemmeno li fanno più i figli! Siamo destinati all’estinzione e gli unici che potrebbero darci un futuro sono gli immigrati e ci preoccupiamo se Tiziano Ferro può o non può essere in grado di crescere dignitosamente due bambini?
Questo si chiama bigottismo o influenza clericale. Ed è comunque grave.
Infine: gli allevamenti intensivi sono un abominio ed una tortura per gli animali. E’ giusto lottare affinché si rispettino anche i loro diritti. Però, quando andiamo al supermercato e compriamo due bistecche a tre euro, non possiamo lamentarci. E, viceversa, se da domani il mondo fosse più giusto e si allevassero gli animali in maniera adeguata, non potremo lamentarci se due bistecche dovessero costare quindici euro.
Essere carnivori sarà un privilegio per ricchi.

Conclusioni:

Chi si arrende agli stereotipi, al “tanto non cambierà niente”, al qualunquismo spicciolo dettato da correnti banderuola, non vorrà mai il bene del suo paese.
La politica dovrebbe essere onesta, anche se indigesta ed equidistante dalle regole prestabilite. Dovrebbe essere un mezzo e non un fine.
Quindi proviamo a non voltarci dall’altra parte e a non considerare sempre e comunque i nostri rappresentanti come simboli di una rivoluzione.
Sono solo persone. Possono essere giuste o sbagliate.
Ma devono essere oneste con loro stesse. E soprattutto con noi che le eleggiamo.

 

Alex Rebatto

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie