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“Il male ero io”. Esce il libro-confessione di Pietro Maso

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Pietro Maso il 15 aprile, condannato a 30, grazie a 36 mesi di indulto e a 1800 giorni di liberazione anticipata, è diventato definitivamente libero. In libreria, esce per Mondadori Il male ero io, autobiografia curata dalla giornalista Raffaella Regoli

Pietro Maso

 

«Sono in piedi accanto ai loro corpi. Morti. Sono in piedi ma non ho percezione di me. Una linfa gelata mi è entrata dentro, nelle vene, nelle ossa, nel cervello. Vado in bagno. Devo lavarmi. Apro a manetta l’acqua calda, tengo la testa bassa. Fisso le macchie sul dorso delle mani. È sangue. È il sangue di mio padre. È il sangue di mia madre. Ci è schizzato sopra, sulle dita. Ma io lo vedo allargarsi sulla pelle, dappertutto. Schiaccio sul dosatore del sapone. Schiaccio, ne voglio tanto. Devo lavarmi bene. Lavo e lavo e lavo ancora. Non so quanto dura: attimi, minuti, mesi, anni. Alzo gli occhi, punto lo specchio. Mi vedo. Mi vedo. È la mia faccia. E non è la mia faccia. Sono io. E non sono io. Giorgio mi spunta alle spalle. A bruciapelo gli chiedo: ‘Guardami, guardami bene: sono diverso?’. Giorgio non capisce: ‘Che…? In che senso diverso? Sei tu. Chi cazzo vuoi essere?’. ‘Mi vedo cambiato… Non so… Sembro più vecchio.’ Il male aveva accelerato improvvisamente la mia vita».

Non è un romanzo. È il brano del capitolo di un libro. In cui il protagonista narra una storia dannatamente vera. La sua. Sono passati 22 anni. E Pietro Maso il 15 aprile, condannato a 30, grazie a 36 mesi di indulto e a 1800 giorni di liberazione anticipata, è diventato definitivamente libero. In libreria, esce per Mondadori Il male ero io, autobiografia curata dalla giornalista Raffaella Regoli, in cui l’ex ragazzo della mattanza per la prima volta si racconta. Dai sogni sulla “bella vita” alla notte maledetta e fino a ciò che successe dopo. La conversione religiosa, il pentimento, il tentativo di recuperare.

 

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