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Israele dice no allo scambio di ostaggi. E Netanyahu delira: “Stiamo combattendo per l’umanità”

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Benjamin Netanyahu dice: «Stiamo combattendo per l’umanità. Siamo il bene contro il male». Ma degli 8 mila morti a Gaza, la metà sono bambini e 2 mila sono donne. Israele respinge l’offerta di Hamas di scambio degli ostaggi. Elon Musk garantisce le comunicazioni alle Ong attraverso Starlink e viene travolto dalle polemiche. Dalla Francia i primi aiuti umanitari a Gaza, dove è stato colpito un altro ospedale. Condanne a Gerusalemme di Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Erdogan perde la pazienza: «Israele criminale di guerra, Occidente responsabile». – foto | video 1 | video 2 | video 3  | video 4 | video 5

IL DELIRIO DI NETANYAHU

Netanyahu ha incontrato le famiglie degli ostaggi. E in conferenza stampa usa parole che sembrano uscite da un film degli Avengers: «Israele non sta combattendo solo la propria guerra, ma una guerra per l’umanità. Se Israele non vince questa guerra si diffonderà il male. Per questo la nostra sarà la vittoria del bene sul male. Abbiamo il sostegno di tutta la comunità internazionale».

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Dice che le accuse di crimini di guerra contro il suo esercito a Gaza sono «ipocrite». E aggiunge: «Abbiamo l’esercito più morale al mondo». In realtà la risoluzione Onu votata a larghissima maggioranza dalla comunità internazionale e disconosciuta da Israele, dice tutt’altro.

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Soprattutto, le sue parole sul bene contro il male e sull’esercito più “morale al mondo” stridono fortemente con il numero delle vittime a Gaza: Hamas parla di 8 mila morti nella Striscia, dei quali la metà bambini e circa 2 mila donne. Difficile, ed è ovviamente un eufemismo, pensare che quei bimbi e quelle donne fossero i feroci terroristi cui il premier dà la caccia. Intanto è stato colpito un altro ospedale.

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Lo rivela la Bbc: si tratta della struttura indonesiana di Bait Lahi, centrato dagli aerei dell’Idf. Daniel Hagari, viceammiraglio dell’esercito israeliano, sostiene che le operazioni si stiano estendendo sul territorio di Gaza: «Il nostro modo di combattere consiste nell’andare all’attacco: per terra, in aria e dal mare. Questo è un attacco ad Hamas, e noi intendiamo estenderlo».

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E aggiunge che un altro ospedale, quello di al-Shifa, è nel mirino: «Sappiamo che il 7 ottobre, 200 membri dell’ala militare di Hamas sono corsi a quell’ospedale per trovare riparo».

NESSUNO SCAMBIO DI PRIGIONIERI

Nella giornata di ieri il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, si è detto pronto ad un accordo immediato per uno scambio di prigionieri. Un’ipotesi vista con favore dai familiari degli ostaggi israeliani, secondo i quali «è necessario un accordo “tutti in cambio di tutti”. Devono riportarli a casa con qualsiasi tipo di negoziato, non importa cosa gli danno in cambio». Netanyahu li ha prima rassicurati, spiegando che «continuerà a fare ogni possibile tentativo per riportarli a casa».

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Ma in serata è giunto il no secco di Hagari, per il quale la proposta di Hamas costituisce soltanto «una forma di terrorismo psicologico, concepito per disseminare pressione e terrore nelle famiglie degli ostaggi». Sull’altro fronte, il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha chiamato i civili di Gaza alla sollevazione generale: «Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani».

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ERDOGAN ACCUSA ISRAELE DI CRIMINI DI GUERRA

L’Idf ha colpito una una postazione di Hezbollah dopo che tre razzi sono stati lanciati dal Libano nell’area di Shtula, nel nord di Israele, facendo scattare le sirene d’allarme. Ma proseguono le proteste del mondo arabo per le operazioni di terra a Gaza. Un’altra condanna è giunta dagli Emirati Arabi Uniti. Mentre l’Arabia Saudita «condanna e denuncia qualsiasi operazione di terra condotta da Israele a causa della minaccia che rappresenta per la vita dei civili palestinesi» mettendo in guardia Gerusalemme dal «compiere delle violazioni palesi e ingiustificate del diritto internazionale contro il fraterno popolo palestinese».

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan alza ancora i toni, questa volta contro l’Occidente, ritenendolo «il principale responsabile del massacro». E fa sapere che il suo Paese sta lavorando per far dichiarare Israele «criminale di guerra».

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ANCHE GLI USA CHIEDONO PAUSE UMANITARIE

Ma anche negli Usa la pressione dell’opinione pubblica internazionale inizia a farsi sentire. Secondo il Washington Post, Joe Biden avrebbe inviato David Satterfield in Israele per cercare di ottenere progressi sulla situazione umanitaria a Gaza. E il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, spiega: «Crediamo assolutamente che se si può fare una pausa per consentire il rilascio degli ostaggi, noi la appoggiamo e crediamo che Israele la sosterrebbe».

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A New York ci sono stati 300 arresti alla manifestazione pro Palestina. Ma subito dopo un migliaio di persone ha bloccato il ponte di Brooklyn al grido di «Palestina libera». Anche in Italia si è svolta l’ennesima protesta, al grido di «Israele fascista stato terrorista». Dalla Francia è partito infine il primo volo speciale con aiuti umanitari per Gaza.

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PURE ELON MUSK NEL MIRINO DI ISRAELE

E nel mirino di Israele finisce anche Elon Musk, il quale ha garantito le connessioni internet alle ong umanitarie di Gaza grazie al suo sistema satellitare Starlink. Infuriato il ministro delle comunicazioni di Gerusalemme Shlomo Karhi: «Faremo ricorso a tutti i mezzi a nostra disposizione per ostacolarlo».

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A suo giudizio, Musk dovrebbe condizionare quei collegamenti «al rilascio dei nostri ostaggi: bebè, uomini, donne, anziani, tutti. Fino ad allora il nostro ministero delle comunicazioni romperà ogni legame con Starlink».

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