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L’Onu contro Israele: “Decenni di occupazione in Palestina”. Gli Usa: “Le colpe di Hamas”

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L’Onu contro Israele. Il segretario generale Antonio Guterres dice: «Hamas non nasce dal nulla, Palestina sottoposta a soffocante occupazione». Gerusalemme ne chiede le dimissioni e avverte: «L’Europa è la prossima ad essere colpita». La Casa Bianca non ha dubbi: «Hamas unico da condannare». E dice ancora no al cessate il fuoco. Devastanti i dati Unicef: «Ogni giorno a Gaza uccisi o feriti 400 bambini». – foto | video 1 | video 2  | video 3 | video 4

ALL’ONU PAROLE DI FUOCO

Le parole di Guterres, in apertura della riunione speciale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla crisi in Medio Oriente, scatenano il finimondo. Il segretario generale afferma infatti che gli attacchi di Hamas «non sono avvenuti dal nulla, il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione». E «le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas». E ancora: «Nessuna parte in conflitto è al di sopra del diritto internazionale umanitario».

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Gilad Erdan, ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, replica affermando che Guterres sia «scollegato dalla realtà della nostra regione» e ne chiede le dimissioni: «Non vi è alcuna giustificazione né senso parlare con coloro che mostrano comprensione per gli atti più terribili commessi contro i cittadini di Israele, tanto meno da un’organizzazione dichiaratamente terroristica». Su Twitter, il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen scrive: «Non incontrerò il segretario generale dell’Onu. Dopo il 7 ottobre non c’è spazio per un approccio equilibrato. Hamas deve essere cancellato dal mondo». E avverte: «L’Europa sarà la prossima ad essere colpita da Hamas. Avrà i terroristi alla porta».

LA CASA BIANCA: TUTTA COLPA DI HAMAS

Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, dice: «Non è compito nostro discutere la competenza del governo di unità nazionale costituito da Netanyahu». Spiega che secondo Joe Biden l’unica da condannare per quanto sta avvenendo sia Hamas. E ribadisce: «Continueremo ad assicurarci che Israele abbia gli strumenti e le capacità per difendersi. Un cessate il fuoco in questo momento avvantaggerebbe solo Hamas». Anche i familiari degli ostaggi israeliani hanno definito le parole di Guterres scandalose: «Ignora vergognosamente il fatto che sabato 7 ottobre è stato perpetrato un genocidio contro il popolo ebraico e ha trovato un modo indiretto per giustificare gli orrori che sono stati commessi contro gli ebrei».

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Ma una delegazione ha voluto incontrare comunque il segretario generale delle Nazioni Unite, nonostante, scrive Haartetz, le pressioni di Coehn per annullare l’evento.

L’UNICEF: 400 BAMBINI MORTI O FERITI AL GIORNO

In una nota l’Unicef denuncia: «Negli ultimi 18 giorni, nella Striscia di Gaza è stato registrato un bilancio devastante per i suoi bambini, con notizie di 2.360 morti e 5.364 feriti a causa degli attacchi incessanti, ovvero, secondo le notizie, più di 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno. Inoltre, più di 30 bambini israeliani hanno perso la vita e decine rimangono in ostaggio nella Striscia di Gaza. Questo periodo di 18 giorni rappresenta l’escalation più letale delle ostilità nella Striscia di Gaza e in Israele a cui l’ONU abbia assistito dal 2006».

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Secondo Adele Khodr, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa «l’uccisione e la mutilazione di bambini, il rapimento di bambini, gli attacchi a ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini».

L’INFERNO DI GAZA

Il ministero della Sanità di Gaza parla di 700 morti in 24 ore per i raid aerei sulla Striscia. E in serata un nuovo bollettino, citato da Sky News, elenca altri 50 morti in un’ora per un ennesimo attacco. Su Twitter la Mezzaluna Rossa Palestinese fa sapere di aver ricevuto «il quarto lotto di aiuti umanitari dalla sua controparte egiziana al valico di Rafah, composto da 8 camion: 5 camion d’acqua, 2 camion di cibo, 1 camion di medicinali». Israele intercetta nel sud del Paese un commando di una dozzina di uomini-rana di Hamas, che cercava di infiltrarsi via mare nella costa di Zikim attraverso un tunnel.

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Quattro sarebbero stati uccisi: «Aerei da combattimento dell’Idf e soldati della marina hanno colpito il tunnel e il magazzino di armi utilizzato dai terroristi nella Striscia di Gaza. Al momento non vi è alcun rischio immediato di ulteriori infiltrazioni». Attacchi su Israele sono giunti dalla Siria, cui l’esercito ha risposto con l’artiglieria. E secondo il Wall Street Journal l’Arabia Saudita avrebbe intercettato uno dei missili da crociera lanciati verso Israele la scorsa settimana dai ribelli Houthi sostenuti dall’Iran.

L’OCCIDENTE STA A GUARDARE

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con il premier svedese Ulf Kristersson, dichiara: «Abbiamo discusso la situazione in Medio Oriente e gli orrendi attacchi condotti da Hamas. Israele ha il diritto di difendersi, ma deve farlo in linea con il diritto internazionale e la protezione dei civili è cruciale. Iran ed hezbollah devono tenersi fuori e non favorire l’escalation della situazione». Anche il Canada si dice favorevole a «pause umanitarie» e la Germania chiede «finestre umanitarie» per portare aiuti a Gaza.

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Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Entrambi hanno espresso «profonda preoccupazione per il numero crescente di vittime civili e per il catastrofico deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza». Secondo Ria Novosti, Erdogan sarebbe andato oltre, sostenendo che «il silenzio dei Paesi occidentali ha portato la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza ad assumere proporzioni incontrollabili. La violenza contro i territori palestinesi si sta aggravando e che il numero delle vittime civili cresce di minuto in minuto».

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La regina Rania Al Abdullah di Giordania, parlando alla Cnn, punta il dito contro «l’evidente doppo standard» dell’Occidente, che condanna l’attacco di Hamas del 7 ottobre, ma non i bombardamenti di Gaza: «Quando è avvenuto il 7 ottobre, il mondo ha immediatamente e inequivocabilmente sostenuto Israele e il suo diritto di difendersi e ha condannato l’attacco avvenuto. Ma per quello che accade nelle ultime due settimane, stiamo vedendo il silenzio nel mondo».

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E presidente iraniano Ebrahim Raisi, dalla tv di Stato chiama a raccolta tutti i musulmani: «La continuazione della tirannia del regime sionista contro il popolo indifeso della Palestina deriva dalla mancanza di unità, e anche di una posizione unita, da parte dei Paesi islamici. Se il mondo dell’Islam avesse preso una posizione unanime, i Paesi musulmani avrebbero potuto giocare un ruolo più efficace nel porre fine alle atrocità dei sionisti di questi giorni come anche alle eccessive richieste dei sostenitori occidentali del regime».

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