
Leonardo Facco rifiuta di pagare la multa di mille euro e fa ricorso in Appello, ritenendola una questione di principio: rivendica le sue parole contro il Governo del lockdownIl fondatore del Movimento Libertario scrisse due libri sulla gestione della pandemia. E accusò il ministro della Salute Roberto Speranza per i divieti e il green pass
Di Franco De Nigris per Crimen – Cronaca Vera
Non si arrende. Non ci pensa proprio. L’ex giornalista ed editore Leonardo Facco, fondatore del Movimento Libertario, è stato tra i più strenui avversari delle restrizioni, dei lockdown e del green pass imposti dai governi che si sono succeduti ai tempi della pandemia. Se l’è presa contro la malagestione sanitaria del Covid, con l’obbligo di mascherine, fino all’obbligo vaccinale (introdotto in Italia come solo era stato fatto in note “patrie del diritto” come Tagikistan, Turkmenistan e Indonesia). Bollata come «novax» quella che era invece «controinformazione», Facco è sceso nelle piazze e ha scritto due libri sulla pandemia. All’epoca qualsiasi voce dissonante era marchiata «novax». Ma Facco all’esistenza del virus ha sempre creduto: e non poteva che essere così vivendo al centro mondiale del Covid, ovvero la provincia di Bergmo. Ma ha anche sempre sostenuto come si potesse guarire semplicemente utilizzando le terapie domiciliari che vedevano come pioniere il dottor Riccardo Szumski. E con le quali lui stesso si è curato dal Covid nei momenti più bui.
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Le sue esternazioni in decine di piazze gli sono costate care. Per le sue frasi alle manifestazioni Nopaura Day del 2021 la Procura di Forlì emise nei suoi confronti una richiesta di decreto penale di condanna, con l’accusa di aver istigato a disobbedire «alle leggi di ordine pubblico contenenti prescrizioni finalizzate a contrastare la diffusione del virus Covid-19». E lui si oppose, facendo leva sulla libertà di espressione, convinto della fondatezza delle sue idee e del suo diritto al dissenso. Nel 2023, difeso dall’avvocato Alessandro Fusillo, fu assolto al relativo processo, su richiesta dello stesso pm.
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Ma quella è stata solo la prima delle contestazioni. Oggi ne è arrivata infatti un’altra, inerente un comizio del 9 gennaio del 2022, in quel di Desenzano, lato bresciano del Lago di Garda. Fu allora che Facco inanellò una serie di accuse nei confronti del sistema, che le forze dell’ordine presenti in piazza annotarono. Secondo il giudice per le indagini preliminari Stefano Franchioni, oltre alla violazione delle prescrizioni imposte dal Questore, Facco «parlando pubblicamente dal palco, vilipendeva il Governo e le pubbliche istituzioni (art. 290 c.p.) con frasi ingiuriose, calunniose e lesive del loro onore e prestigio, in particolare dichiarando, tra le altre cose, “…io sono uno che dice che le persone che oggi fan parte delle Forze dell’Ordine si comportano esattamente come si comportavano le S.A. e le S.S. e i VOPOS ed eseguono gli ordini…”» oppure: «…e allora voi sapreste che in Italia, che è il paese dove a abbiamo avuto un ministro della salute che è un criminale, che ha scelto proditoriamente di ammazzare la gente negli ospedali…». E ancora: «…la Costituzione è stata stuprata in almeno una dozzina di articoli e questi signori che eseguono gli ordini sono quelli che ulteriormente stuprano questa Costituzione…»
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L’esperimento. Romanzo di fantapolitica – Il virus rivoluzionarioAccuse certo durissime, per le quali è stato emesso un decreto penale equivalente ad una multa da mille euro. Ma anche stavolta Facco non ci sta. E, tramite l’avvocato Fusillo, ha già presentato ricorso. Il che significa che gli toccherà affrontare un processo: «È una questione di principio – ci dice – Mentre la maggioranza celebra le follie commesse in questi anni, mentre gran parte delle accuse avanzate da chi veniva additato come “complottista” si sono dimostrate verità inconfutabili, seppur nascoste dai media tradizionali, credo sia arrivato il momento di far emergere ogni dettaglio di quelle vicende e portare i veri responsabili alla sbarra, a partire dai politici che a quel tempo governavano. Per questa ragione, saranno decine e decine i testimoni chiamati a deporre nel processo che si terrà a Brescia». Sui social Facco ha chiamato a raccolta tutti coloro che lo seguono e che convidono le sue idee, invitandoli a presenziare alle udienze. La prima, al momento, non è stata ancora fissata.