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Charles Sobhraj, il serial killer noto come The Serpent, è tornato libero

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Charles Sobhraj, serial killer noto come The Serpent, sospettato dell’omicidio di 20 turisti nel sud est asiatico, è tornato libero.

Lo scorso anno Netflix gli aveva dedicato la serie The Serpent, ispirandosi alla sua vera storia: quella di uno dei più strani serial killer del mondo, ladro e truffatore che ha colpito in più Paesi: Thailandia, Nepal, India, Malesia, Francia, Afghanistan, Turchia, Grecia.

Le sue vittime erano miliardari hippie in cerca di se stessi con lunghi viaggi in Oriente. Ecco la sua vera storia

Charles Sobhraj

Charles Sobhraj, 78 anni, serial killer noto come The Serpent, sospettato dell’omicidio di 20 turisti nel sud est asiatico, è tornato libero: estradato dal Nepal, dove era stato condannato all’ergastolo, è atterrato a Parigi dopo un lungo viaggio aereo aereo la vigilia di Natale.

LA SERIE TV

Lo scorso anno era arrivata su Netflix, coprodotta dalla Bbc, la serie The Serpent: otto puntate che non erano tuttavia il frutto di una fiction pura. Ma ispirate alle sue gesta, serial killer molto particolare, ladro e truffatore di livello prima di diventare un assassino. Lo hanno ribattezzato in molti modi e The Serpent è uno dei suoi soprannomi, anche se il primo fu Bikini Killer, per via della prima vittima.

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Gli hanno affibbiato più di 12 delitti, anche se si pensa che abbia ucciso almeno venti persone. Tutti turisti in cerca di se stessi nel sud est asiatico (14 sarebbero i morti fatti nella sola Thailandia). Sobhraj oggi ha 77 anni e si trova tuttora all’ergastolo, in Nepal, dopo essere già stato recluso per 21 anni in India. Ma qual è la sua vera storia?

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Charles Sobhraj

LA VITA DI CHARLES SOBHRAJ

In tanti hanno cercato di raccontarla. Si contano quattro biografie e tre documentari, oltre a lucrose (per lui) interviste rilasciate ai giornali. Sobhraj nasce nella Saigon occupata dai francesi, da padre indiano e mamma vietnamita. Quando ha tre anni i genitori si separano e si trasferisce con la madre a Marsiglia. Ma la donna non se ne prende gran cura.

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Inizia a rubare a dieci anni. Amici non ne ha. E a 16 anni decide di tornare dal padre, con cui però non lega. La prima condanna per furto arriva a 20 anni, al suo ritorno a Parigi. In cella studia psicologia e lingue. E quando esce si sposa, ha una figlia e si trasferisce in India, dove ha inizio la sua vera attività criminale. Prima nel ramo delle ricettazioni di auto, poi con la “caccia” ai turisti occidentali, che avvicina con le sue doti da oratore, per poi narcotizzarli e derubarli. Dopo l’arresto per una rapina, evade dal carcere grazie all’aiuto della moglie.

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È la prima di una serie di rocambolesche fughe, come quella da Kabul, nel 1972, dopo l’ennesimo arresto per i suoi raggiri. Ha infatti ormai affinato la tecnica per la caccia ai turisti, quelli che percorrono l’Hippie Trail: si finge un uomo d’affari, li porta a sè e al momento giusto li narcotizza e li spenna. Dirà che li odiava, ritenendoli miliardari dissoluti dediti alle droghe. Tre anni più tardi le sue tracce sono ad Atene, con tanto di nuova evasione, durante la quale dà fuoco al pullman che lo deve trasferire in carcere.

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Marie Andrée Leclerc
Marie Andrée Leclerc

LA COMPLICE

Lascia la moglie e trova una complice, Marie Andrée Leclerc, un’infermiera canadese. E stavolta uccide. La prima vittima è Teresa Knowlton, studentessa di Seattle ritrovata morta a Pattaya Beach nell’ottobre 1975. Ritrovata in bikini, la polizia pensa ad un’overdose. E Sobhraj può così proseguire: se uccide le sue vittime, non potranno dennuciarlo.

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Tocca così poi a Vitali Hakim, giovane turista turco, bruciato vivo. È quindi il turno della coppia di olandesi Henk Bintanja e Cornelia Hemker, attirati in casa sua in Thailandia con il falso nome di Alain Gautier, rapinati e uccisi. Quando Charmayne, la fidanzata di Vitali viene a cercare il suo uomo scomparso, lui l’affoga. Fila tutto liscio fino al momento in cui non eccede con i narcotici somministrati a studenti francesi in gita a Nuova Delhi con i quali si era fatto passare per guida turistica.

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Cornelia e Henk

I giovani svengono nella hall e viene dato l’allarme. Marie (e una seconda complice) confessa: morirà di cancro in Canada poco dopo. Ma Sobhraj fa parlare di sè anche in prigione dove, grazie alla corruzione del personale, gode di tv, cibo pregiato e rilascia interviste a 5mila dollari a botta. Lo chiamano Sir. E sta tanto bene che decide di narcotizzare alcuni secondini quando la pena sta per finire: sa che si aprirebbero le porte del carcere, stavolta, in Thailandia.

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Così passa altri dieci anni dietro le sbarre dorate, quando ormai le accuse là sono prescritte. Nel 1997 è fuori, preso d’assalto dai giornalisti come fosse una star. Si trasferisce a Parigi, ma commette l’errore di tornare in Nepal, dandosi alla sua grande passione: il gioco d’azzardo. Riconosciuto, viene arrestato e condannato all’ergastolo. Poi una serie sulla sua vita riaccendere i riflettori su di lui. E ora è tornato libero per Natale. Quando si dice che il crimine non paga.

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Manuel Montero

L’ultimo libro di Manuel Montero è “Wuhan – virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri”, uscito in allegato a Il Giornale e disponibile in ebook per Algama – QUI

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Manuel Montero

Manuel Montero scrive da vent’anni per diversi settimanali nazionali. Ha pubblicato nel 2019, per Algama, Fenomeni Paranormali Italiani, in cui ha raccontato storie di cronaca, fatti ed eventi apparentemente incredibili, raccolti in prima persona negli anni sulla Penisola. In allegato a Il Giornale (e in ebook per Algama) sono invece usciti i volumi Telefilm Maledetti, dove l’autore narra la triste fine di alcuni dei più amati protagonisti di telefilm degli anni Settanta e Ottanta. E Wuhan - Virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri.

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