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Ucraina, dalla gioielliera alla truccatrice: ecco chi sono le donne soldato di Kiev

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Dicono che l’esercito dell’Ucraina sia oggi composto per il 25% da donne, arruolatesi al domani dall’invasione

Galina gestiva un ristorante, Alena faceva la truccatrice, Eugenia la gioielliera. Hanno stravolto la loro vita per difendere il loro Paese

Eugenia e la prima volta che ha sparato: “Le mie mani e tutto il mio corpo hanno iniziato a tremare, per 30 secondi. Poi è passato, ma la prima volta è così. Chi dice di non aver paura sta mentendo”

ucraina
Da Twitter

In Ucraina tutti gli uomini fino a 60 anni sono costretti ad imbracciare il fucile e ad affrontare i russi. Non possono varcare il confine e devono gettarsi nella battaglia. Ma anche molte donne hanno deciso, stavolta spontaneamente, di restare per difendere il proprio Paese.

Fino al 2021 costituivano il 15% dell’esercito. Ora dicono siano salite al 25%.

Tra loro donne che si sono arruolate subito dopo l’invasione del 24 febbraio, cambiando drasticamente la propria vita. Una svolta radicale che hanno raccontato in prima persona a Holod.

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Galina, la ristoratrice

Come Galina Glushko, 23 anni:

Il mio ragazzo ed io ci siamo iscritti alla difesa il secondo giorno di guerra. Ho capito che non tutti i volontari sarebbero stati pronti a prendere le armi o rattoppare una ferita sanguinante. Ma poiché ci siamo trasferiti da una grande città a un villaggio, ci siamo riusciti. Non dovevamo fare nulla, non dovevamo avere abilità speciali.

Galina Glushko ucraina
Galina Glushko

Sono l’unica donna

Ci sono solo tre dozzine di persone nel nostro distaccamento. La ragazza è una sola, sono io. All’inizio gli altri erano scettici nei miei confronti, o studiato per un po’ come medico, quindi so come fornire assistenza medica. Non avevo bisogno che mi venisse insegnato questo. Ma abbiamo avuto una preparazione, anche se minima.

Non diamo armi in giro

Si potrebbe avere l’impressione che i combattenti della difesa, senza obiettivi o organizzazione interna, bighellono per le strade della città con i fucili puntati. Questo non è vero. Non distribuiscono armi a nessuno. Proprio così. E anche se i combattenti dell’industria della difesa non hanno sempre esperienza nel servizio militare, insieme alla ricezione di armi arriva la responsabilità. Siamo subordinati alle autorità e alle forze armate ucraine, le armi ci vengono rilasciate dietro firma, abbiamo responsabilità e compiti chiari.

I bambini morti

Il numero di bambini morti in Ucraina può essere tranquillamente moltiplicato per quattro, perché molti non sono stati ancora contati, i corpi non sono stati ancora trovati. 

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Alena, la truccatrice

Alena Bushinskaya, 32 anni, prima della guerra lavorava come truccatrice, in particolare ai concerti, come per la cantante Monatik). Era anche ballerina e cantante. Ecco alcune sue immagini social prima dell’arruolamento.

Poi è scoppiata la guerra. Il suo racconto:

Per coincidenza, esattamente il giorno in cui è iniziata la guerra, mia madre e mia sorella sono venute da me da Odessa, da dove vengo.

I nostri compiti

I nostri compiti sono piuttosto vaghi. Cambiano ogni giorno a seconda di cosa sta succedendo. I doveri di un combattente della difesa, così come i doveri dei ragazzi in prima linea, includono il dovere, la protezione fisica del luogo in cui si trovano, la cura delle loro armi, la disponibilità a usarle in determinate circostanze. 

Non siamo ferme

Non siamo seduti in trincea sotto la neve: ci muoviamo per la città. Di solito siamo in servizio per quattro ore, portiamo una pattuglia. Cerchiamo anche di fornire ai nostri militari cibo e bevande calde. Il resto del tempo, dobbiamo essere costantemente all’oggetto a cui siamo assegnati. I miei compiti includono l’installazione di installazioni anticarro, la prevenzione dei saccheggi, l’estrazione di persone da sotto le macerie e il primo soccorso. 

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Eugenia, la gioielliera

Tra chi ha deciso di imbracciare il fucile c’è anche una gioielliera e imprenditrice nel ramo immobiliare. Si chiama Eugenia Emerald e di anni ne ha 31. Mamma di una bimba di dieci anni, aveva tutto, ma si è arruolata volontaria dopo l’invasione ed è l’unica donna del suo battaglione:

Il mio defunto padre ha vissuto tutta la sua vita con il presentimento che la guerra sarebbe arrivata. La prima volta che ho preso un fucile in mano avevo nove anni, per andare a caccia con papà, che mi voleva insegnare. Ho preso da lui, sto sempre all’erta. Ho cominciato a fare scorte prima dell’inizio della guerra: ho speso tutti i miei soldi in generi alimentari e benzina, sei mesi di autonomia assicurata.

Una figlia di dieci anni

Ho studiato in un istituto militare e dieci anni fa sono diventata sottotenente, ufficiale di riserva. Poi sono andata al fronte come volontaria. Nel 2014, volevo anche andare in guerra, ma l’ufficio di reclutamento militare non mi ha accettato perché avevo una bimba piccola. Ora mia figlia ha dieci anni, è al sicuro, all’estero.

Le donne in cucina

Una donna in guerra non è mai troppo popolare. E i militari all’inizio non mi hanno trattato bene. “Il tuo posto è in cucina”, mi dicevano.

Donne e uomini al fronte

Il fatto di essere una donna, secondo alcuni, sprona gli uomini che non vogliono armarsi ad andare in battaglia:

È una cosa da uomini: se una donna va in battaglia e un uomo no, allora non è un uomo. Non uccidiamo, proteggiamo. È così che mi sento.

La prima volta che ha sparato

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È un’emozione difficile da trasmettere. Le mie mani e tutto il mio corpo hanno iniziato a tremare, per 30 secondi. Poi è passato, ma la prima volta è così. Chi dice di non aver paura sta mentendo.

Mi adatto a tutto

Lei, che è benestante e imprenditrice, non ha paura di vivere nel disagio. Dorme nella stessa stanza dei maschi:

Ci sono stati momenti della mia vita in cui non c’erano soldi: il frigorifero era vuoto, non c’era niente da mangiare. In altri invece c’erano così tanti soldi che non sapevo come spenderli. Quindi mi adatto a qualsiasi condizione. Posso dormire sul pavimento, su una panchina, in una caserma, in un campo e nel bosco. Certo, se ho l’opportunità di lavarmi o pettinarmi i capelli, la prendo. Quando ero a Leopoli, sono andata in un centro di bellezza, le ragazze mi hanno tagliato le unghie, messo lo smalto trasparente. È una sciocchezza quella che le donne in guerra devono essere sciatte e trascurate. Io mi trucco anche in guerra.

La vergogna

Un paio di giorni fa ho chiesto a un mio amico, che ora è in Turchia: ‘Senti un po’, ma non proverai vergogna quando avrai figli e non avrai nulla da dire sulla guerra? Non ti dispiace non sapere com’ è e trasmettere questi sentimenti?’

Il sogno da bambina

Quando ero piccola e mi chiedevano chi volevo essere, rispondevo sempre: un cecchino.

 

Manuel Montero

L’ultimo libro di Manuel Montero è “Wuhan – virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri”, uscito in allegato a Il Giornale e disponibile in ebook per Algama, QUI

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La guerra in Ucraina: testimonianze, video, podcast, approfondimenti – SPECIALE

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Manuel Montero

Manuel Montero scrive da vent’anni per diversi settimanali nazionali. Ha pubblicato nel 2019, per Algama, Fenomeni Paranormali Italiani, in cui ha raccontato storie di cronaca, fatti ed eventi apparentemente incredibili, raccolti in prima persona negli anni sulla Penisola. In allegato a Il Giornale (e in ebook per Algama) sono invece usciti i volumi Telefilm Maledetti, dove l’autore narra la triste fine di alcuni dei più amati protagonisti di telefilm degli anni Settanta e Ottanta. E Wuhan - Virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri.

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