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Per avere la giusta pensione, bisognerà morire giovani

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L’Inps ha avanzato l’ultima, geniale proposta per risparmiare sulla pensione sulla pelle degli italiani: ridurla nelle aree dove le aspettative di vita sono più alte. In sostanza se vivi di più ti spetta di meno, alla faccia del sistema contributivo. In effetti la trovata somiglia di più ad una lotteria: se campi fino a 70 anni in una zona dove si vive fino a 80, colpa tua. Se campi fino a 100 dove la gente tira le cuoia a 70, hai fatto bingo.

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Pare una follia. E il governo ha già escluso che questa sia un’ipotesi sul tavolo di lavoro. Ma non è che le sue promesse siano granchè affidabili, anzi. In un anno di Giorgia Meloni l’unica cosa che appare cambiata sono i nomi di chi occupa le poltrone. Anni fa, quando era impegnata a cercare voti, era proprio lei a criticare le sanzioni alla Russia e la posizione dell’Ue che si limitava a «eseguire gli ordini di Barack Obama». E oggi è sempre lei la prima a seguire la linea dettata da Joe Biden: l’Italia è addirittura diventata, scrive Forbes Ucraina, il più grosso fornitore di obici semoventi a Kiev. Città da dove si divertono pure a rimbrottarci: «L’Italia deve fare di più sulle elusioni alle sanzioni alla Russia» ha detto il consulente di Zelensky, Vladyslav Vlasiuk.

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Obbediremo, come sempre. Gli sbarchi sono raddoppiati rispetto al 2022 e triplicati rispetto al 2021. E la Germania ci prende apertamente in giro, finanziando le Ong, chiudendo le porte all’accoglienza dall’Italia e sentenziando allegramente: «Salvare i migranti è un dovere giuridico, umanitario e morale». Nostro ovviamente, mica loro. Giorgia Meloni aveva promesso di togliere le accise e quando si è dimenticata di farlo ha finto di non conoscere il suo programma elettorale dicendo serenamente «non è vero che l’ho promesso» prima che qualcuno glielo mostrasse. Morale: la benzina costa come prima.

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L’inflazione è alle stelle, le bollette le paghiamo ancora a rate e i bonus vanno solo a chi dichiara poco sopra lo zero o ha almeno 4 figli in un Paese dove la natalità è quasi nulla. Per gli altri è previsto il distacco dopo 41 giorni di ritardo. Gli stipendi sono sempre tra i più bassi d’Europa e inferiori a quelli del 1990. Stando all’Istat 14,3 milioni di italiani, più o meno il 25% della popolazione, è a rischio povertà. E a Palazzo Chigi hanno così pensato bene di eliminare il Reddito di Cittadinanza. E dopo le truffe miliardarie, hanno anche tolto dalla sera alla mattina il Superbonus al 110%, che certo è stata la più demenziale forma di indebitamento mai concepita: secondo Meloni è costata 140 miliardi.

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Tuttavia, era stata lei a dire che si trattava di un’iniziativa «nata con intenti lodevoli: rinnovare il nostro patrimonio edilizio in funzione della transizione ecologica. Purtroppo il provvedimento, a causa di una norma che era oggettivamente scritta male, ha prestato il fianco a diverse frodi…». Solo che poi, anzichè riscrivere la norma, l’ha tolto. E, con lo stop, sono rimasti miliardi di crediti incagliati, decine di migliaia di aziende a rischio e centinaia di migliaia di italiani che non sono mai rientrati dei soldi promessi dallo Stato. Problemi loro, direte, che si sono fidati dello Stato.

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Ecco, il punto è proprio questo: siamo in tempi in cui lo Stato è l’ultimo di cui fidarsi, chiunque sia al potere. Dopo le lotterie, i bonus e le elemosine date agli imprenditori per la pandemia dai precedenti esecutivi, i nuovi arrivati avevano promesso almeno la pace fiscale per dare respiro soprattutto ai lavoratori autonomi. Ne è uscita una pagliacciata, la rottamazione quater, che non stralcia un bel nulla se non i crediti inesigibili, da saldare in tempi impossibili e sulla quale sono previsti migliaia di ricorsi per fine ottobre: a tantissimi hanno inserito le stesse cartelle già rottamate con la ter e inviato avvisi di esecuzione per cartelle già integralmente pagate proprio con la rottamazione precedente.

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Nel frattempo, come fa sapere la Banca d’Italia, il debito pubblico è salito ancora: 10,4 miliardi in più a luglio in un solo mese, per un totale di 2858,6 miliardi: l’evidenza, ce ne fosse ancora bisogno, che soffocare di tasse le imprese e i cittadini e aumentare i dipendenti pubblici, non può portare nemmeno lontanamente a risanare i conti. Eppure ci raccontano incredibilmente che il nuovo prestito chiesto all’Ue, i 122 miliardi di Pnrr, risanerà i nostri conti.

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Almeno fino a quando in Europa non si accorgeranno che non siamo in grado di restituirli, così come non riusciamo già oggi ad evitare l’aumento del debito pubblico: sarà allora che saremo costretti a firmare il Mef e a perdere la sovranità nazionale rimasta. Sicchè, tornando all’argomento iniziale, sorge spontanea la domanda: siete proprio sicuri che la proposta dell’Inps sul dare meno soldi a chi vive di più non diventerà legge?

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