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Gli sbarchi in Italia e il Governo degli Obbedienti

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Nel governo più a destra della storia della Repubblica, mentre qualcuno blatera di sostituzione etnica, gli sbarchi dei migranti nel 2023 hanno raggiunto cifre record: al 29 agosto erano 113.791, oltre il doppio del 2022 e più o meno il triplo del 2021. A giugno erano giunti sulle nostre coste cinque volte quelli arrivati in Spagna, nove volte quelli in Grecia, 38 volte quelli di Cipro, infinite volte il numero dei migranti approdati a Malta.

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L’impressione è che a Palazzo siano molto bravi a urlare e a promettere agli italiani, ma poi stiano molto attenti a non disturbare i pescecani dell’Ue, dove un giorno sì e l’altro pure, si divertono a prenderci a schiaffi. Ad aprile, la Francia, per venirci incontro, blindava con 150 poliziotti il confine di Ventimiglia. D’altra parte, hanno già i loro migranti cui badare: peccato che si tratti di ex coloni dei quali i parigini continuano a depredare le terre.

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L’elenco dei Paesi da cui l’Eliseo esige il monopolio di oro, uranio, petrolio, gas, cacao, caffè, imponendo il franco coloniale e pretendendo impunemente il 50% delle riserve monetarie, per un totale di 500 miliardi di euro l’anno, ve lo abbiamo fatto più volte. Ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo. Quando gli ex coloni arrivano, finiscono nelle banlieues, dove le rivolte vengono solitamente sedate nel sangue con qualche migliaio di arresti e il richiamo alla sacra patria.

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Però le pagliacciate dovrebbero avere un limite, qualcuno dovrebbe farglielo notare. Invece no. Eppure anche l’ultima, lunghissima ondata migratoria in Italia fa perno su responsabilità francesi, ovvero sull’attacco del 2011 alla Libia da cui partono oggi i barconi: tutto è infatti cominciato quando Nicolas Sarkozy aggredì lo Stato sovrano di Gheddafi. Solo adesso, a dodici anni dai fatti e tante accuse di complottismo, l’ex presidente francese è a processo con l’accusa di aver sferrato l’offensiva unicamente per coprire il finanziamento da 50 milioni di euro con cui il leader libico gli aveva garantito le elezioni del 2007. Scuse francesi? Nemmeno per idea.

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Anzi, nel frattempo Sarzoky ha pubblicato la sua autobiografia nella quale ha serenamente ammesso di aver costretto alle dimissioni, insieme ad Angela Merkel, l’allora premier italiano Silvio Berlusconi: «I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario». Reazioni dalle istituzioni italiane? Zero. Il motivo è semplice: da una parte nessuno vuol fare la fine del Cavaliere, dall’altra la caccia ai prestiti del Pnrr – che non potremo mai restituire – rende i nostri governanti docili come cagnolini.

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Sicchè qui strepitano e promettono cose che non fanno – dalla riduzione delle accise alla pace fiscale – mentre in Europa obbediscono: lo stop al motore a scoppio, gli insetti a tavola. E ovviamente la posizione prona sull’immigrazione. Non ci interessa illustrare al lettore se sia giusto o meno tenere aperte le porte all’accoglienza indiscriminata, vorremmo solo che si aprissero gli occhi su come si comportano gli spacciatori di democrazia con cui ci vantiamo di essere alleati. E non solo in Ue. Uscendone, troviamo ad esempio la Gran Bretagna, altro Paese neocoloniale, che aveva addirittura orchestrato solo pochi mesi fa un piano per deportare i migranti irregolari in Ruanda.

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Quando perfino la Corte di Strasburgo ha espresso perplessità, dato che sembra di tornare ai tempi degli schiavi, a Londra hanno pensato ad un piano b, che definire ancora più allucinante è poco: il trasloco dei migranti sempre in territorio britannico, ma nell’Isola di Ascensione, e cioè nel cuore dell’oceano Atlantico, a 2300 km dal Brasile e a 1600 dall’Africa. Nel frattempo è giunta a Portland la Bibby Stockholm, una gigantesca chiatta a tre piani che fungerà da centro di detenzione per clandestini e richiedenti asilo, da tenere ben lontana dall’isola. Una cosa da film dell’orrore.

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E come dimenticare gli Stati Uniti, quelli per i quali tutti i governi italiani, a partire dal 1992, si sono spellati le mani per applaudire e accontentare? Quando a maggio è scaduto il Titolo 42, la norma anti Covid che impediva il flusso di migranti dal Messico, Joe Biden ha spedito al confine 1500 soldati per aiutare la polizia di frontiera a respingere i clandestini. Perchè ai messicani non è chiaro che gli Usa sono sì i più grandi esportatori di democrazia. Ma ad importare, non ci pensano nemmeno.

 

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