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Amityville, la vera storia della casa dell’orrore

Amityville, una storia dell’orrore che ha ispirato libri e film. Ma era una storia vera. Per Cronaca Vera la ricostruzione della vicenda fatta da una scrittrice esperta di misteriDopo la strage in famiglia commessa da Ronald De Feo Junior, morto in carcere nel 2021, i nuovi proprietari dell’abitazione fuggirono dopo meno di un mese, terrorizzati dalla presenza dei fantasmi

 

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AMITYVILLE (Stati Uniti) – Il 12 Marzo 2021 muore in carcere Ronald De Feo Junior, il killer che nel 1974, a 23 anni, aveva imbracciato il fucile sterminando la propria famiglia.

La casa al 112 Ocean Avenue di Amityville, dove si consumò la tragedia, divenne celebre solo quando i successivi proprietari la abbandonarono meno di un mese dopo perché, si disse, infestata dai fantasmi. Per comprendere meglio tutta la storia si deve  tornare indietro negli anni.

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LA STRAGE DI AMITYVILLE

Amityville, Long Island; Stato di New York. Siamo nel 1965. La famiglia De Feo, di origini italiane, composta da Ronald, padre padrone, Louise, moglie sottomessa e i figli Ronald junior di 20 anni, Dawn 18, Allison13, Mark 12 e John Mattew 8 anni, acquista per una modica cifra una casa coloniale in stile olandese, situata nel centro della città. L’edificio è incantevole, spazioso, luminoso. Lo chiamano “Grandi speranze”. C’è un grande giardino e un piccolo molo privato si affaccia su un canale.

Il pomeriggio del 13 novembre del 1974 Ronald jr. trascorre in un pub qualche ora in compagnia di amici. All’improvviso, si accorge di non avere le chiavi di casa, così saluta tutti per rientrare.

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Alle 18,30 circa però Ronald ritorna al pub in stato di shock, affermando di essere dovuto passare attraverso una finestra e di aver trovato la sua famiglia orribilmente assassinata, a colpi di fucile.

Le autorità, arrivate sul posto, si trovano davanti uno spettacolo orribile: i corpi esanimi di tutti i componenti della famiglia sono a pancia in giù nei rispettivi letti, in un lago di sangue.

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Subito gli investigatori si insospettiscono per  il racconto lacunoso di Ronald Jr., che sembra non corrispondere alla realtà. L’abitazione non presenta alcun segno di effrazione e le vittime sono decedute da diverse ore. È con il ritrovamento del fucile che Ronald jr., confusamente, ammette di aver ucciso, ma soltanto il fratello Mark.

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IL PROCESSO

Nel 1975 inizia il processo. L’avvocato difensore, William Weber, tenterà di invocare l’attenuante dell’infermità mentale. Ronald confessa di aver commesso i delitti sotto la guida di voci nella sua testa. I vicini non hanno sentito spari, ma soprattutto non si spiega come Ronald sia riuscito a sparare a sei persone senza che nessuna di queste si sia svegliata dopo i primi colpi.

Eppure le vittime, come rivela l’autopsia, non presentano altri segni oltre alle ferite da sparo: nessun segno di violenza, né di tentativi di soffocamento. L’esame tossicologico esclude che siano state avvelenate o drogate prima di essere uccise. Pare che il ragazzo avesse litigato spesso col padre.

Fino al giorno in cui, a seguito di una violenta lite, Ronald aveva preso il fucile e tentato di sparare al papà, ma l’arma si era inceppata e nessuno era rimasto ferito. Da allora il padre aveva circondato la casa di oggetti religiosi. A chi chiedeva il motivo rispondeva: “Perché ho il diavolo in casa.”

Il 19 novembre Ronald Jr. De Feo viene condannato all’ergastolo, massima pena nello Stato di New York.

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I FANTASMI

Non passa molto tempo che, il 18 dicembre 1975, una nuova famiglia va a risiedere nella casa, incurante del massacro avvenuto fra le sue mura. Si tratta dell’ex soldato della marina George Lutz e della sua compagna Ketty,  con i figli Daniel e Christian e la figlia Missi. La famiglia è davvero felice dell’acquisto?

I Lutz rimarranno solamente 28 giorni, fuggendo precipitosamente in piena notte.

Intervistata, la famiglia riferisce cose spaventose. Già durante il trasloco avrebbero ricevuto la visita di un prete che, entrando durante la benedizione della casa nella stanza da letto appartenuta ai fratelli Mark e John De Feo, aveva udito una voce intimargli: «Va via!!» Il prete, scosso, aveva consigliato a George di non far mai dormire nessuno in quella stanza. Il giorno seguente Katy aveva cominciato a non stare bene di salute, ma i disturbi più inquietanti li aveva manifestati la piccola Missy. Spesso si rintanava in soffitta a giocare con un amico immaginario di nome Jody, un essere con le sembianze di maiale dagli occhi rossi. Una notte George, entrando nella camera della piccola per controllare se dormiva, vede due occhi rossi fissarlo in mezzo al buio. Quello non fu che uno dei molti inquietanti fenomeni manifestatisi nella casa.

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ODORE DI ZOLFO

Odori come di zolfo e muffa infestano alcune delle zone dell’edificio. Un’invasione di mosche occupa la stanza dove erano stati uccisi Mark e John De Feo. La famiglia inizia seriamente a preoccuparsi e tenta di contattare il prete venuto a benedire la casa al loro arrivo, ma non lo trovano. George allora decide di fare da sé, improvvisando una sorta di esorcismo.

Tenendo saldo in mano un crocifisso e recitando preghiere, si aggira per tutte le stanze per scacciare le presenze che la stanno infestando. In risposta si leva un coro di voci d’oltretomba che avvertono: “Non dovete restare qui” e “Andatevene via.”

L’ESORCISMO

L’ultima notte risulterà essere la peggiore. Ormai è palese che fra le mura si nascondono orrore e mistero. I Lutz si ritrovano immersi in un’atmosfera da film horror. I mobili si muovono da soli,  le pareti vibrano, terribili lamenti si alzano da ogni angolo e una strana nebbia avvolge l’abitazione. George, scorge una presenza incappucciata scendere, levitando, le scale e sfrecciare nella sua direzione, per poi svanire. A questo punto la famiglia scappa senza preparare nemmeno i bagagli.

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Dopo più di due settimane dalla fuga dei Lutz, fanno comparsa nella vicenda i coniugi Ed e Loren Warren, acclamati demonologi, convocati da un giornalista della zona, Marvin Scott, deciso a occuparsi del caso di Amityville.

Accompagnati da una troupe televisiva investigativa, i coniugi Warren entrano nell’abitazione. Mentre recitano salmi religiosi nel seminterrato, Ed Warren viene violentemente spinto a terra da una forza invisibile. La moglie Loren, durante un’evocazione, vede i corpi dei defunti De Feo stesi a terra e coperti da bianchi lenzuoli. La visione è  così agghiacciante e traumatizzante da convincerla che nulla potrà mai guarire l’anima dell’abitazione.

IL CIMITERO INDIANO

I coniugi Warren ipotizzano che sia stata edificata su un vecchio cimitero indiano. Della ricerca rimane una fotografia tanto famosa quanto discussa. Raffigura una rampa di scale e l’uscio di una  stanza da cui spunta un volto di  bambino, parzialmente coperto da un ciuffo di capelli, con gli occhi  abbagliati dalla luce del flash. Ma nessun bambino era presente quel giorno. Quando la fotografia viene sviluppata, la somiglianza tra quel volto spettrale e quello del piccolo John De Feo lascia sconvolti il fotografo e i coniugi Warren. Per costoro, è la prova definitiva della presenza di entità paranormali all’interno della casa.

Nel corso degli anni si sono succeduti numerosi proprietari, alcuni spaventati a morte da eventi soprannaturali, altri che invece sostengono di non aver mai avuto problemi durante il soggiorno.

Non è chiaro se la casa  attenda ancora oggi che qualche temerario voglia acquistarla per verificare se la sua aura maligna sia frutto di dicerie o di una demoniaca realtà. Di certo, nel 2017 si diffuse la voce che fosse stata venduta per la bellezza di 605.000 dollari.

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