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Chico Forti, il murales a Miami di Nello Petrucci denuncia il suo mancato rientro in Italia

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Anche il noto artista Nello Petrucci si muove per Chico Forti, l’italiano da vent’anni incarcerato ingiustamente negli Stati Uniti e che da tempo (stando alle promesse del Governo) sarebbe dovuto tornare in Italia. Lo street artist mostra il detenuto seduto in aeroporto a fianco di un tabellone luminoso con tutti i voli per Roma cancellati. I ringraziamenti di Chico: “Capolavoro non solo artistico”

 

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Il servizio di Cronaca Vera su Chico Forti

 

MIAMI – Nel corso della nota fiera Art Basel di Miami lo street artist di Pompei Nello Petrucci ha avuto modo di esporre un’altra fortissima opera di denuncia: questa volta l’artista italiano ha rappresentato Chico Forti al fianco di un tabellone luminoso di un aeroporto con tutti i voli per Roma cancellati.

Un’esplicita polemica per il mancato arrivo in Italia del velista e videomaker in carcere da oltre vent’anni negli Usa e che da ormai molto tempo, stando alle promesse governative, sarebbe dovuto rientrare in Italia dopo gli accordi con gli americani.

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L’ARTISTA

Non si tratta certo della prima opera polemica dell’artista italiano. Petrucci lo avevamo seguito con Plastic River, l’installazione di una balena artificiale che rigurgitava i rifiuti di plastica sulle rive del Sarno, per denunciare l’abbandono del fiume più inquinato d’Europa. E prima ancora al nuovo 3 World Trade Center di New York – unico italiano ad esporre in una permanente – con un’opera contro il terrorismo islamico in mezzo al meglio degli street artist mondiali.

Stavolta Petrucci si schiera dalla parte di Chico Forti, vittima di un errore giudiziario che da queste colonne denunciamo da moltissimi anni. Il suo murales, di 6 metri per 3, si chiama non a caso “Attesa”, è realizzato su carta, con halftone, ed è stato fatto nel quartiere di Wynwood (il quartiere artistico per eccellenza di Miami). Altri murales sono sparsi in città.

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CHICO FORTI

L’annuncio del suo rientro del Governo italiano fu dato il 23 dicembre 2020. Siamo ancora qui ad aspettarlo. Campione di surf e windsurf, documentarista e produttore televisivo, Chico si era trasferito in America dopo aver vinto una fortuna nel 1990 a Telemike, il notissimo quiz di Mike Bongiorno.

Ma è in carcere da 21 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio avvenuto a Miami di Dale Pike, il figlio di un uomo da cui stava comprando un hotel. Una condanna senza lo straccio di una prova.

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A giurare sulla sua innocenza non ci sono soltanto tutti coloro che hanno letto gli atti, esponenti istituzionali, vip, giornalisti, ma lo stesso padre della vittima, Tony. E pure il fratello. Chico è sempre stato convinto che dietro le accuse nei suoi confronti ci sia l’astio per la sua controinchiesta che aveva fatto a pezzi le indagini sull’omicidio di Gianni Versace, che l’allora capo della polizia Richard Barreto aveva chiuso così: «Andrew Cunanan ha ucciso Gianni Versace e ha agito da solo. Senza complici». Forse. Poco dopo la chiusura dell’inchiesta,

Chico Forti

Chico aveva infatti noleggiato la casa galleggiante dove il serial killer si era ucciso, girando un documentario. Ottenne il rapporto segreto della polizia sul suicidio e le prime dichiarazioni del guardiano dell’house boat, Fernando Carrera. Ne uscì “Il sorriso della Medusa”, una durissima controinchiesta di 29 minuti che andò in onda su Raitre (tuttora reperibile in Rete) e che metteva seriamente in dubbio il fatto che Cunanan si fosse suicidato.

Quando il suo lavoro mise in luce le falle dell’inchiesta, si sentì dire dagli inquirenti: «Se pensi di poter accusare la polizia e non pagarne le conseguenze ti sbagli». E lui rammentò: «Ma io ho continuato per la mia strada». Per la sua liberazione si sono raccolte migliaia di firme, la storia è stata più volte sviscerata.

Sembrava finalmente finita con l’annuncio del suo rientro da parte del governo. Ma è passato un altro anno e i suoi cari non hanno ancora potuto riabbracciarlo: «La mia opera “Attesa”, quindi, è una riflessione sulla speranza, su quello che definiremmo una chiamata alla libertà» commenta l’artista di Pompei.

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LE PAROLE DI CHICO

Chico, saputo dell’opera di Petrucci, ha voluto esprimergli il proprio ringraziamento attraverso il suo sito internet: «Voglio ringraziare Nello Petrucci. Non è solo un capolavoro a livello artistico,
ma è un messaggio tanto esplicito quanto silenzioso. Se una fotografia vale cento parole, il murales di Nello ne vale un milione! Altra neve aggiunta alla valanga Chico Forti Sono Io, ed io amo la neve quanto amo il mare. ”SNOW IS ONLY FROZEN WATER !” diceva Jack O’Neill, inventore della muta, pioniere del surf, e mio compagno d’ avventure… Chico»

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