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Grosso Guaio all’Esquilino – la recensione alla parodia sul genere marziale

Tra risate, citazioni e leggerezza, il film tira un calcio al bullismo

Firmato dal duo YouNuts! (Niccolò Celaia-Antonio Usbergo), Grosso Guaio all’Esquilino (che omaggia, nel solo titolo, quel Grosso Guaio a Chinatown di Carpenter) , film che vede protagonista Lillo (Pasquale Petrolo), per l’occasione al fianco di Carolina Crescentini, Riccardo Antonaci, Giorgio Colangeli e Yoon C. Joyce, ci presenta la storia, ambientata nel noto quartiere multietnico capitolino, di Davide, tredicenne che vive con la madre, a capo di un ristorante cinese e con la passione per il teatro, terrorizzato da Nadir, un bullo di quartiere.

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Davide ha un fedele amico, Yang, è innamorato di Yasmin e ha una passione sfrenata per i B-movie di arti marziali. E’ solito rifugiarsi, dalla banda capeggiata da Nadir, nel seminterrato del suo ristorante, dove ha ricreato il “suo” spazio con videogames, poster e tutto ciò che lo aiuta a sentirsi forte in una realtà propria, ma non troppo distante da quella che lo mortifica e spaventa. Un incontro casuale con l’ex attore, ormai dimenticato e in un mare di guai, Martino Carbonaro, con un solo film all’attivo, Cintura Nera, B-movie degli anni ’80 divenuto un piccolo cult, lo spingerà ad apprendere l’arte del Kung Fu, grazie a cui potrà difendersi e riuscire a conquistare la ragazza dei suoi sogni.

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Commedia a tinte action, che cavalca l’onda del successo riscosso dal fenomeno seriale Cobra Kai, e al quale, tra gli altri, il film strizza l’occhio, Grosso Guaio all’Esquilino, disponibile su Prime Video, vuol essere in realtà una riflessione, in chiave divertente, sul triste fenomeno delle baby gang e del bullismo, vera e propria piaga sociale.

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Una storia di riscatto, con dei piccoli “sfigati” che, facendo loro mentore uno sfigato adulto travestitosi da grande maestro (mai stato) del Kung-fu per mera sopravvivenza, tentano di riemergere in quella società violenta e senza scrupoli che li vede già posti sull’ultimo gradino. Il duo YouNuts! recupera, in una trasposizione leggera ma divertente, il mondo del B-movie dell’arte marziale omaggiando in maniera originale un sottogenere cinematografico tanto fortunato quanto però, almeno dalla critica perbenista e “alta”, poco considerato. Proprio come il protagonista di questa pellicola, metafora di quel cinema che fu e che ormai vive solo di gloria e di ricordi per mezzo dei suoi fan più accaniti e cultori della materia.

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Dietro la narrazione più “impegnata”, anche un doppio intreccio amoroso, con un incontro di destini, conseguenza di situazioni assurde e paradossali, che vedono protagonisti il piccolo Davide e Lillo-San. Inutile sottolineare che la trama si regge per la stragrande maggioranza sulla simpatia e comicità di Lillo.

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I dialoghi, come le battute, seppur semplici e prevedibili, funzionano e concedono facili risate e apprezzamento verso un titolo, genuinamente e senza pretese, citazionista di quel genere che ha avuto nel pubblico italiano una delle più grandi masse di aficionados e che tanto ha dato e ancora, prova ne è la serie spin-off di Karate Kid, tanto ha da dare!

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Nico Parente

Nico Parente, classe '86, salentino di origine e trapiantato in Veneto, è giornalista di professione e saggista per passione. Si laurea in Scienze della Comunicazione presso UniSalento con una tesi dal titolo "Profondo Rosso: un'analisi linguistica della filmografia di Dario Argento", per poi proseguire gli studi presso La Sapienza conseguendo la laurea magistrale in "Editoria multimediale e nuove professioni dell'informazione" con una tesi dal titolo "Rendersi credibili: un'analisi psico-linguistica di alcune udienze di un processo a un pentito di mafia" con riferimento al boss della Mala del Brenta Felice Maniero. Instancabile lettore, cinefilo, ama il genere thriller e horror, nutre un profondo interesse per i cold-case e i gialli irrisolti. Dal 2018 cura le collane CINEMA e MUSICA per SHATTER Edizioni ed è direttore artistico e ideatore della manifestazione GIALLO BERICO.

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