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Tsunami su Giuseppe De Donno: Iss e Aifa scartano il protocollo di Mantova e scelgono quello di Pisa

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Agenzia Italia del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità scelgono come capofila della sperimentazione nazionale sulla plasmaterapia il protocollo di Pisa Tsunami (che al 5 maggio aveva trattato solo 2 casi) e non quello che De Donno a Mantova (48 pazienti salvati su 48) e al San Matteo di Pavia aveva dato strabilianti risultati

 

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di Manuel Montero

Giuseppe De Donno è furioso. Se finora lo pneumologo mantovano si era dovuto confrontare con le polemiche su quanto potesse essere utile il plasma iperimmune contro il coronavirus, ora che è acclarata la sua efficacia, Istituto Superiore di Sanità e Agenzia Italiana del Farmaco lo ignorano. E scelgono come capofila per la sperimentazione nazionale della plasmaterapia il protocollo Tsunami (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2) elaborato all’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa.

Lo avevamo già annunciato ieri (GUARDA) e oggi De Donno parlerà della vicenda alle 17 a RPL, con il direttore Giulio Cainarca. Al recentissimo protocollo Tsunami avevano già aderito Lazio, Campania, Marche, Umbria e la Sanità Militare, mentre di quello mantovano lo pneumologo relazionerà al Senato giovedì (GUARDA).

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Giulio Cainarca

IL GOVERNATORE – E il governatore della Toscana, Enrico Rossi, dice: «La Regione Toscana si è impegnata tempestivamente e su più fronti per fronteggiare il Covid-19: disponibilità adeguata di posti letto in area medica e in terapia intensiva, disponibilità dei test diagnostici molecolari e sierologici su tutto il territorio, interventi della sanità territoriale per cure dispensate a domicilio, ma anche intervento diretto della sanità pubblica nella gestione delle Rsa private e distribuzione di mascherine a titolo gratuito per tutti i cittadini, rappresentano i cardini di un intervento a tutto campo, che ha saputo anche cogliere e supportare la ricerca di qualità promossa dai professionisti che operano nelle strutture pubbliche. È il caso della sperimentazione della plasmaterapia che si sta conducendo a Pisa e che contribuisce ad aumentare le possibilità di cura per i pazienti critici».

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LO TSUNAMI – L’assessore toscano alla salute Stefania Saccardi gli fa eco: «Il Servizio sanitario toscano conferma non solo la sua capacità di rispondere prontamente all’emergenza pandemica, ma anche di saper sostenere e tutelare la ricerca scientifica, indispensabile per garantire l’elevata qualità delle prestazioni assistenziali. Tsunami è un buon esempio di collaborazione armonica tra la rete toscana dei centri trasfusionali e i clinici di area Covid-19, che non a caso trova riconoscimento al più alto livello. Importante come sempre la sinergia con le associazioni di volontariato e il coordinamento del Centro regionale sangue, per una corretta informazione dell’opinione pubblica e la sensibilizzazione dei potenziali donatori».  – TUTTO SUL PLASMA IPERIMMUNE

PERPLESSITÀ –  L’arruolamento dei donatori di plasma per Tsunami era iniziato l’11 aprile. Ma non possono non esprimersi perplessità. Il 5 maggio La Nazione scriveva che a Pisa erano stati trattati appena 2 pazienti fino ad allora con il plasma iperimmune: «Primi passi all’ospedale di Pisa per la sperimentazione della plasmaterapia sui malati Covid-19, con due infusioni del sangue ricavato da pazienti guariti che hanno sviluppato gli anticorpi alla malattia. Per ora sono due i pazienti sottoposti a questo trattamento sperimentale, ma uno solo rientra nel protocollo della ricerca, mentre l’altro ne ha beneficiato per uso compassionevole».

E diceva il responsabile della ricerca, Francesco Menichetti: «Il fatto importante è che siamo partiti e ora dovremo monitorare l’efficacia di questa terapia, ma i primi riscontri sono buoni. Posso dire solo che si tratta di due pazienti ricoverati all’ospedale di Cisanello: uno in terapia intensiva e uno in un reparto Covid». Il tutto mentre in un mese a Mantova ne venivano salvate decine. In un caso, quello di Pamela Vincenzi, la storia faceva il giro del mondo perché non aveva precedenti. In un altro, un uomo dato per spacciato a Bergamo veniva salvato a Mantova direttamente grazie all’intervento del Quirinale. Com’è possibile, ci chiediamo, aver scelto come capofilia per una sperimentazione tanto delicata un ospedale che fino alla settimana scorsa aveva studiato appena due casi?

Manuel Montero

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Manuel Montero

Manuel Montero scrive da vent’anni per diversi settimanali nazionali. Ha pubblicato nel 2019, per Algama, Fenomeni Paranormali Italiani, in cui ha raccontato storie di cronaca, fatti ed eventi apparentemente incredibili, raccolti in prima persona negli anni sulla Penisola. In allegato a Il Giornale (e in ebook per Algama) sono invece usciti i volumi Telefilm Maledetti, dove l’autore narra la triste fine di alcuni dei più amati protagonisti di telefilm degli anni Settanta e Ottanta. E Wuhan - Virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri.

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