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Nuovo mostro di Firenze, una prostituta albanese: “Poteva uccidere anche me”

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Nel marzo scorso Riccardo Viti, reo confesso delle sevizie che hanno portato alla morte la prostituta Andrea Cristina Zamfrin, tentò di fare la stessa cosa con una quarantenne albanese che racconta la sua terribile esperienza sul settimanale OGGI, in edicola dal 14 maggio.

TRANQUILLO– «Sembrava un uomo serio e tranquillo. Mi ha spiegato tutto. Voleva legarmi e mi avrebbe dato 300 euro», racconta la donna, che si appartò con lui vicino a dove è morta Cristina «non alla sbarra ma appena sotto, contro il pilone dell’autostrada». 

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LA VALIGETTA– «Ha aperto una valigetta nera, ha preso lo scotch… Abbiamo avuto un rapporto, poi di colpo mi ha preso di peso e mi ha detto di girarmi. Mi sono spaventata e ho lanciato un urlo. Lui ha provato ancora e ho cominciato a gridare. Lui ha preso la mia borsa con dentro 110 euro ed è scappato». 

LA VERGOGNA– Oltre alla gratitudine per la persona che quella notte uscì da una casa vicina per soccorrerla, l’albanese prova anche rimorso per non aver denunciato: «Per la vergogna di me stessa e della vita che faccio, ho deciso di rimanere in silenzio. Ho sbagliato. Forse potevo salvare Cristina».

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