Economy

La regolamentazione sul gambling in Italia ed Europa

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Il gioco d’azzardo va regolamentato, e molti Stati si sono occupati di questo aspetto. Altri Paesi, invece, si sono mossi più lentamente, arrivando tuttavia alle stesse conclusioni: sono necessarie delle leggi che regolino il boom dei casinò online e proteggano i giocatori in ogni parte della loro esperienza di gioco.

La regolamentazione italiana

L’Italia è stata una delle prime nazioni in Europa a dotarsi di una regolamentazione sul gioco d’azzardo. All’interno del cosiddetto Decreto Dignità del 2018 trova espressione la più recente norma sul gioco d’azzardo in Italia. Il divieto esplicito di sponsorizzare qualsiasi pubblicità al gioco si accompagna a un’attenta analisi di tutte le piattaforme di gioco operative sul territorio digitale italiano. Lo studio dei casinò è affidato all’ADM – Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, subentrata all’ormai ex AAMS nella gestione del gioco d’azzardo nel Paese.

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Compito dell’ADM è verificare che i casinò rispettino e proteggano i giocatori. Oltre all’offerta di poker, slot e roulette, infatti, il compito dei casinò è assicurare ai giocatori che gli algoritmi di gioco siano perfettamente casuali e che le transazioni in piattaforma siano sicure. I rischi contro cui lo Stato combatte con i suoi decreti e per mezzo della licenza ADM sono diversi: lo sviluppo di ludopatia nei giocatori, il rischio di truffe e di attacchi alla privacy. Questi pericoli non hanno fondamento se l’utente si registra sulle piattaforme autorizzate da ADM, come testimonia il logo presente sulla loro homepage.

La regolamentazione negli altri Paesi

Il sistema italiano è in sostanza fedele a quello applicato in altri Paesi europei. La normativa europea, dal canto suo, delega ai tribunali e agli enti nazionali le disposizioni in materia, fatta eccezione per due norme ben precise: la prima è sull’identificazione dei giocatori, mentre la seconda è volta a contrastare il riciclaggio di denaro all’interno del vasto universo del gambling. La prima norma trova applicazione anche nel divieto di registrazione a tutti i minorenni sui casinò online.

Il meccanismo delle licenze italiane riecheggia da vicino quello di Spagna, Belgio, Portogallo, Serbia e Danimarca. Altri Paesi, invece, come la Francia, tollerano soltanto poche attività di gambling, come il poker online. In ogni caso, al di là che si tratti di Monopolio di Stato, o di un sistema di licenze destinato a tollerare tutti o solo alcuni giochi, ogni Stato che abbia già regolamentato il gambling deve restare coerente con le disposizioni prese. Da qui si spiega la recente sanzione dell’AGCOM a Meta per sponsorizzazione del gioco d’azzardo in Italia: l’atto è andato ovviamente contro il Decreto Dignità del 2018, e questo è costato una multa di 750.000 euro all’azienda che controlla WhatsApp, Instagram e Facebook.

In conclusione, il sistema delle licenze si rivela ancora efficace e necessario. Gli altri Paesi europei si muovono con tempi e modalità diverse, con la complicità dell’assenza di una norma UE comune. La necessità di un quadro comune di riferimento è evidente. Fino ad allora, ogni Paese sembra destinato a fare a modo proprio.

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