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Le camioniste di Lady Truck scrivono un libro: “Ecco le nostre storie”

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Un libro davvero speciale, il cui ricavato andrà in beneficenza: le storie delle camioniste italiane del Lady Truck Driver Team, di cui Cronaca Vera si è occupata in più occasioni

Sono tante, di ogni età, con una passione che di solito si pensa declinata al maschile. Il volume si chiama Soprattutto camionista: «Raccontiamo l’amore per il camion»

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Le Lady Truck Driver Team sono nate nel 2007. Tutte donne, tutte camioniste alla guida di bestioni di strada e con la passione sconfinata per i motori. Una passione solitamente pensata come declinata al maschile. Ma non è così. Pare pure, da un recente studio, che ce ne siano più in Italia che nel resto d’Europa, anche se sembra non superino il 2% del totale.

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Le Lady Truck fanno beneficenza, hanno scritto ricettari, hanno un blog intitolato come il saluto che si fanno, ovvero “Buona strada”. E ora hanno anche scritto un libro: “Soprattutto camioniste- Vita, storie, sogni ed esperienze delle donne camioniste in Italia”, in cui ognuna di loro racconta la propria storia. In copertina, a fianco del suo tir, c’è Daniela Moretti, Lady Truck come la figlia Rosa Di Gregorio, e camionista da una vita come il marito Giuseppe. Di loro Cronaca Vera si è occupata in più occasioni. E anche il ricavato del libro, come lo è stato per i ricettari, andrà in beneficenza.

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LE CAMIONISTE

Dice un’altra Lady Truck, Monica La Loggia, che ha curato la stesura del libro, a proposito del gruppo: «Ogni anno ci ritroviamo tutte insieme, la prima domenica di dicembre, per pranzare e passare una bella giornata in compagnia tra colleghe e con i nostri amici più cari. Abbiamo una targa, col nostro logo, che esponiamo dietro il parabrezza del camion, per poterci riconoscere quando ci incrociamo per strada, poiché siamo ancora poche e sparpagliate per le varie regioni d’Italia e i nostri tragitti sono spesso molto diversi. Le nostre iniziative sono continuate anche con progetti più piccoli, donazioni, aiuti, ecc. Questo libro è il nostro ultimo progetto, 52 storie di donne e ragazze che in un modo o nell’altro sono legate al mondo dell’autotrasporto. Naturalmente sono solo una piccola parte del gruppo, ci voluto parecchio tempo per realizzarlo e non siamo riuscite a coinvolgere tutte».

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Ma quando hanno iniziato le donne a guidare i camion? Lo spiegano all’inizio del volume che abbiamo letto: «Le prime camioniste di cui abbiamo notizia in Italia hanno cominciato a guidare dopo la II Guerra Mondiale. Come la Nora, la madrina del nostro gruppo, che ci raccontò di avere iniziato senza patente, con suo marito Gino, con un Dodge lasciato dagli americani. La patente la conseguì qualche anno dopo. O come la Teresina, classe 1929, che a 21 anni, nel 1950 prese la patente del camion “obbligata” da suo papà che aveva bisogno di lei per l’attività di famiglia».

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LE STORIE

Tantissime le storie. Gisella “Gisytruck” ama «guidare la notte, in solitudine per centinaia di chilometri con un sottofondo musicale». Orianna, come Daniela, ha iniziato perché il marito era camionista ed è stata protagonista alla trasmissione televisiva “Camionisti in trattoria” condotta dallo chef Rubio.

Oggi che è in pensione, ricorda: «Le cose che ho amato in questo mestiere sono state tante: la passione per la guida di un mezzo proprio, la vita all’aperto, il poter frequentare tante persone, il panorama che si vede dalla cabina».

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Tante hanno ereditato la passione in famiglia. Paola detta Pinky ha iniziato per caso, perché prima faceva la cameriera. Barbara, alias Contessa Acida,  sognava di mettersi al volante addirittura a dieci anni. Wally ha cominciato dopo la morte del marito: timida all’inizio, ha finito con il girare in mezza Europa e su di lei hanno pure fatto un film. Ognuna di loro racconta storie, episodi di vita quotidiana on the road, la lotta iniziale contro il pregiudizio e poi l’affermazione professionale in un lavoro che vivono come un senso di libertà.

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C’è chi ricorda tentate rapine subite, la solidarietà talvolta mancante da parte dei colleghi maschi, gli incidenti, i pericoli sulle strade e c’è chi rammenta come sul lavoro abbia conosciuto l’amore. Come Paola, che ora vive in Austria e dice: «Quando mi alzo la mattina e salgo sul mio camion penso: io non viaggio per sfuggire alla vita, viaggio perché la vita non mi sfugga».

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Certo, non è facile. Tante, dopo qualche anno, hanno lasciato. È dura. Ci sono pericoli anche agli autogrill. Ma le Lady Truck si sanno difendere. Ricorda Monica, detta “Anatra Metallica”: «C’erano gli “esibizionisti”, per fortuna ora è da tanto che non ne trovo più, ma c’è stato un periodo che avevo un po’ paura ad andare di notte nei bagni degli autogrill, non che mi abbiano mai fatto qualcosa, ero sempre molto veloce a scappare quando me li trovavo davanti… ma non era mai un’esperienza piacevole. Uno una volta cercò di scavalcare il muro da un bagno all’altro – le pareti non arrivavano al soffitto – quando iniziai a gridare scappò fuori di corsa, ma la gente che c’era al banco del bar guardò me e non lo fermò. Certo doveva essere strano vedere una ragazza che correva dietro a un uomo gridandogli “Brutto porco schifoso!!!”»

Il libro è ordinabile via mail a ladytruckbuonastrada@libero.it

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