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“Il nuovo codice della strada? Più sanzioni che prevenzione”

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Le disposizioni del nuovo codice della strada non convincono l’associazione delle vittime di incidenti stradali. Secondo il presidente di Avisl Onlus, l’avvocato Domenico Musicco, la vera rivoluzione sarebbe stata quella di inserire la guida al cellulare come aggravante nei casi di omicidi e lesioni stradali. E poi…

 

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Il servizio di Cronaca Vera dedicato ad Avisl

 

VERONA- Ci hanno pensato a lungo. Anni. Poi lo hanno annunciato in pompa magna: il nuovo codice della strada, pronto a dare finalmente sicurezza sulle strade, con decine di regole sulla mobilità. Dai parcheggi al divieto della pubblicità sessista sui cartelloni, dalla regolamentazione ulteriore sui monopattini alle maximulte per chi getta carte dai finestrini, con sanzioni che schizzano dai 443 euro di prima agli 866 di oggi. E ancora: per chi parcheggia negli spazi destinati ai disabili senza averne diritto perdita di 6 punti sulla patente e da 168 a 672 euro di multa. Parcheggio gratuito per i disabili sulle strisce blu nel caso in cui quello riservato sia occupato. Spazi riservati anche per le donne in gravidanza.

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L’avvocato Domenico Musicco

TUTTE LE NORME

Le auto elettriche non possono sostare alle colonnine più del tempo di ricarica. Se questi appaiono come meri dettagli: la variazione sostanziale arriva invece per le moto. D’ora in avanti, nel caso si sia in due e il passeggero sia privo di casco, il conducente sarà multato a prescindere dall’età di chi trasporta. Novità anche per i monopattini elettrici: obbligo di frecce, velocità massima di 20 km l’ora e assicurazione obbligatoria per quelli a noleggio. Raddoppia la validità del foglio rosa, arrivando a 12 mesi e multe più salate per chi guida senza istruttore. I neopatentati possono guidare ora auto da 55 a 95 cavalli solo se a fianco c’è una persona di età non oltre 65 anni con patente B da almeno 10 anni. E ancora: i pedoni hanno sempre la precedenza in prossimità delle strisce. E nei passaggi a livello vengono posizionate telecamere per il controllo del rispetto delle regole.

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LA CASSA

Ma è tutta qui la rivoluzione? Inasprimento delle multe? E la prevenzione? E la sicurezza? Sono domande che si pone l’avvocato Domenico Musicco, presidente dell’associazione AVISL ONLUS, associazione delle vittime di incidenti stradali, del lavoro e della malasanità, nonché noto opinionista televisivo: «Molte norme sembrano più palliativi, rimedi parziali. Come per l’uso dei cellulari, responsabile della gran parte degli incidenti mortali in Italia. La vera rivoluzione sarebbe stato inserirlo come aggravante per l’omicidio e le lesioni stradali, invece, cosa incredibile, continua a non esserlo. Per essere chiari: quando leggete che un magistrato intende appurare se nel caso di un omicidio stradale l’automobilista fosse al telefono al momento dell’impatto, sappiate che ciò serve solo a stabilire la dinamica esatta, non a contestare un’aggravante. Semplicemente si è allungata, con il nuovo codice, la lista dei dispositivi per cui si viene multati al volante, aggiungendo pc, notebook e tablet».

Per quanto si tratti di ipotesi improbabili: non è consueto vedere uno che guida stando al computer. Musicco, così, in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime della Strada, ha voluto fare sentire la voce dei famigliari a Verona – nella prima città che ha dedicato una piazza alla memoria di chi è morto in un incidente – organizzando qui un sit-in di protesta.

Aggiunge il legale: «Aumentare le multe non costituisce un deterrente. Peraltro in assenza di controlli: quelli sul tasso alcolemico sono un milione l’anno, mentre in Paesi come Germania, Inghilterra e Francia si superano i dieci milioni. E i controlli sull’uso dello smartphone alla guida sono fermi a circa 35000 annui. Restiamo dunque molto lontani anni luce dalla “mortalità zero”, che pure è possibile raggiungere con la prevenzione e una politica sulla sicurezza, come accade in Norvegia. Da anni chiediamo che l’educazione stradale diventi un obbligo nelle scuole e puntualmente, ogni anno, l’appuntamento viene rimandato. Ritengo che questo nuovo codice della strada costituisca un’occasione persa». Come dire che, alle solite, si è pensato più a fare cassa che a evitare i pericoli sulle strade: «Eppure gli incidenti stradali sono ancora la prima causa di morte per i giovani sotto i 30 anni, più della pandemia. I decessi in Italia sono sempre fermi ai 3000 l’anno, mentre nei Paesi più avanzati siamo a 2000, anche se con il doppio della nostra popolazione. Si cercava la riduzione del 50% della mortalità entro il 2024, ma queste norme non ce la faranno di certo raggiungere».

 

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