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Abdi Kais, spunta un supertestimone sulla strage di Erba

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Abdi Kais, 39 anni, tunisino, era residente nell’appartamento di Raffaella Castagna e Azouz Marzouk. Vuol venire a testimoniare in Italia per raccontare quello che a suo dire fu il vero movente della strage: una lite per motivi di droga con un gruppo di marocchini. Ecco cosa racconta al settimanale Oggi

 

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Il settimanale OGGI, in edicola da giovedì, rivela una testimonianza che potrebbe riaprire il caso sulla strage di Erba, affermando l’innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Parla Abdi Kais, 39 anni, tunisino, all’epoca dei fatti, nel 2006, formalmente residente nella casa dell’amico Azouz Marzouk e nel 2007 condannato per spaccio insieme ad altri 9 tunisini, tra i quali lo stesso Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna, una delle vittime della strage.

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LA CANTINA

Parlando al giornalista Edoardo Montolli, autore con Felice Manti de Il grande abbaglio – controinchiesta sulla strage di Erba, dice: «Nella casa di Raffaella c’era sempre del denaro nascosto. E oggetti scambiati con la droga. Messi in cantina». Adbi Kais riferisce di una lite furibonda avvenuta con alcuni marocchini un anno prima della mattanza: «Ci hanno accoltellato».

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IN ITALIA

A OGGI dice che vuol venire in Italia a testimoniare e di aver già dato incarico ad un avvocato tramite l’Ambasciata italiana a Tunisi. In particolare sostiene che con i marocchini «c’erano problemi di droga. C’è stata la rissa ad Albavilla che si è ripetuta a Merone». Quindi rivela il dettaglio della cantina di via Diaz: «I soldi della droga erano sempre in cantina». E sostiene che ci fossero altri tunisini che non sono mai stati sentiti dagli inquirenti: «Non ci hanno vissuto, ma frequentavano la casa di Raffaella e Azouz. Gestivano gli affari del fratello (di Azouz ndr). Poi queste persone all’improvviso sono sparite e non le ho più incontrate».

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Un momento cruciale del colloquio via Facebook tra Abdi Kais e Edoardo Montolli, in esclusiva su Fronte del Blog

L’AUTISTA ITALIANO

Commenta su OGGI Fabio Schembri, uno dei legali storici di Olindo e Rosa. «Certo, gli elementi emersi oggi da Abdi Kais sono del tutto nuovi». Kais parla infine a OGGI di un italiano, che definisce “autista del gruppo”, soprannominato Gherrish dai tunisini, disoccupato all’epoca intorno ai 20 anni. Una persona che dunque potrebbe dunque confermare o smentire le liti e l’ipotesi di una cantina nella corte utilizzata come deposito del denaro della droga.

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Stasera Abdi Kais parlerà a Le Iene, a cui conferma: «Io dico sempre che bisogna indagare, quei marocchini c’è capitato più volte che mancava della droga dai nascondigli che era quel bosco di fronte a Merone. Perché ci pedinavano».

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Il grande abbaglio – controinchiesta sulla strage di Erba, VERSIONE AGGIORNATA – GUARDA

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