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Quei rapporti di polizia ignorati di Giorgio Pedone

 

«Giorgio Pedone, vice Questore di Pubblica Sicurezza a Vigevano per oltre quattordici anni, ha saputo farsi voler bene dalla città. Basta pensare a quando mandò gli uomini del commissariato a distribuire mimose in piazza Ducale in occasione dell’otto marzo.  Una città, Vigevano, che non l’ha dimenticato, che ancora si interroga sulla sua strana ed improvvisa scomparsa.

Il quattordici agosto 1991 lo attendono in Comune per consegnargli il massimo riconoscimento cittadino, (la Scarpina d’Oro). Prima di uscire di casa si accerta con la segreteria del Sindaco sull’orario e vestito da cerimonia esce per non farne più ritorno.

L’indagine è chiusa in sei mesi dall’allora Sostituto Procuratore Nicoletta Quaglino. Un’inchiesta che ancora oggi non convince né Romana Mantovani, moglie di Giorgio, né Jolanda la figlia, ma neppure chi ha scritto queste pagine.

Ecco perché dedicare un libro a Giorgio Pedone. Non solo per dargli merito del lavoro, dell’intelligenza e delle intuizioni ma soprattutto per capire chi ha sottovalutato i suoi rapporti, le sue indagini, le sue precise e dettagliate informative.

Informative che se considerate per tempo avrebbero evitato molte sofferenze a tante persone, avrebbero salvato imprenditori dal racket dell’usura, dell’estorsione, interrotto il malaffare, evitato pestaggi e violenze, o come riassume il titolo “pizza, sangue e videopoker”.

 

“Questa personalità violenta, questa gestione sanguinaria del potere economico inasprita dalla faida in corso, questo retaggio di sopraffazione costituiscono il bagaglio con cui il predetto è approdato a Vigevano, città nella quale se non verrà fermato in tempo egli considera una terra di conquista in ciò agevolato, rispetto a Reggio Calabria, dal fatto di non avere contrapposte cosche di eguale potenza che gliela possono contendere. Ci provò forse il Galimi Domenico ma costui venne ucciso il 26/01/1983 – vedasi al riguardo il rapporto di questo ufficio nr.128/2 del 26/01/1984”.

“Se è vero che l’associazione mafiosa, ormai svincolata dalla sua matrice storico-geografica, si identifica con ogni raggruppamento di persone che con mezzi criminali si proponga di assumere o mantenere il controllo di zone o attività produttive attraverso l’intimidazione sistematica in modo da creare una situazione di assoggettamento che rende difficile le forme di intervento punitive dello Stato si può ritenere che tutte le persone di cui è menzione nel rapporto sono tutte indiziate di appartenere a tale tipo di associazione intendendosi quella che secondo quanto previsto nell’articolo 416 bis…”

 “pertanto, riprendendo quanto esaminato nella premessa, pregasi voler esaminare, sulla scorta di quanto si è cercato di porre in evidenza, la possibilità di far promuovere a salvaguardia dell’ordine, quanto offrono in materia le recenti leggi (legge 646 del 13 settembre 1982)”

“si allegano:1) Prospetto riassuntivo… 2) Fotocopia della proposta della questura di Reggio Calabria…,3) Copia conforme del decreto…, 4) Fotocopia della diffida…,5) Fotocopia telex di questo ufficio del 3 dicembre 1981…, 6) Fotocopia movimenti bancari…,7) Fotocopia della cartolina…, 8) Fotocopia della denuncia per usura n°128/2 del 26 gennaio 1984 di questo ufficio a carico di Valle Francesco e Valle Fortunato”.

Il Dirigente Vice Questore, Dr. Giorgio Pedone 5 marzo 1984

 

Questo scriveva nei suoi rapporti Giorgio Pedone. I Valle li ha tenuti sotto stretta osservazione appena hanno messo piede a Vigevano. Dei Valle ai suoi superiori ha sempre scritto in modo dettagliato e preciso, ma a chi arrivavano i suoi rapporti? Chi non leggeva e non procedeva ma, soprattutto, perché?»

 

Dalla prefazione di Davide Salluzzo a Pizza Sangue e Videopoker (Ed. La Barriera) 

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