Panorama

L’hangar nascosto e la pista aerea abusiva del Venezuela

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los roques

Abbiamo contattato il comandante Mario Pica, poco prima che partisse per cercare l’aereo scomparso il 4 gennaio 2008 nelle acque di Los Roques.

A proposito delle coincidenze con quello svanito lo stesso giorno del 2013, dice: «Le coincidenze sono davvero eccezionali, sia quelle temporali che le altre».

Come avverranno le ricerche?

«Avremo una nave che perlustrerà un’area di 300 km quadrati con tecnologie che consentiranno di scandagliare ogni metro per ben tre volte. È l’unica area rimasta in cui l’aereo può essere caduto e se è lì, lo ritroveremo. La precisione di questi strrumenti è del 99,99%. Le ricerche sono state finanziate dal governo italiano e da quello venezuelano».

Che succede se al termine dei 35 giorni non si trova nulla?

«Dovremo concludere che l’aereo non precipitò».

Potrebbe essere dunque finito in mano ai narcos, come altri aerei poi ritrovati in Colombia?

«Guardi, nel 2011 nel Venezuela centrale è stata ritrovata una pista abusiva e un hangar con venti aerei. Ora ne sono stati trovati altri. Che accadano queste cose lì è certo. Dal 1984 al 2004 ne sono spariti una media di 2 e mezzo all’anno. In tutto sono 69. L’aereo del 2008 era un buon aereo, veloce, con ottime capacità di carico. Purtroppo è un’ipotesi plausibile».

Vale anche per quest’ultimo incidente?

«Si tratta di un aereo diverso, molto meno veloce, con capacità di carico di meno della metà, meno appetibile per i narcos. Certo, purtroppo lì c’è anche la criminalità comune che potrebbe essersi mossa».

 

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