Nel mese di settembre l’Agenzia Italiana del Farmaco, adeguandosi a quanto già fatto dall’Agenzia Europea dei Medicinali, ha aggiornato il “foglietto illustrativo” dei vaccini contro il Covid, ossia Pfizer (Comirnaty) e Moderna (Spikevax). Si tratta dei vaccini di gran lunga più utilizzati in Italia per il coronavirus, quelli a tecnologia mRNA che sono appena valsi il Nobel per la medicina agli scienziati Katalin Karikó e Drew Weissman.
L’Aifa aggiorna il foglietto illustrativo di Pfizer e Moderna: “Casi fatali dopo i vaccini Covid” – DOCUMENTO
Per essere molto chiari, il “foglietto illustrativo” è il cosiddetto bugiardino dei farmaci, che trovate quando aprite la confezione. E che cosa hanno scritto, vi chiederete? Per entrambi sono state aggiunte due righe sul rischio di contrarre miocardite e pericardite dopo la dose, rischio che riguarda principalmente i giovani maschi. Per Pfizer c’è scritto: «Alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali». E per Moderna: «Alcuni casi hanno richiesto una terapia intensiva e si sono osservati casi fatali». Casi fatali significa mortali.
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Come ricorderete, il vaccino Astrazeneca fu sospeso in Italia nel marzo 2021 a seguito di alcuni decessi di giovani verificatisi in tutta Europa e successivamente sostituito da Pfizer per la seconda dose. Stavolta, invece, il silenzio sui media regna sovrano. Eppure non è in discussione se ci si debba vaccinare o meno, ma informare i cittadini che sì, c’è anche il rischio di morire di miocardite e pericardite dopo il vaccino, rischi che dagli studi riportati sul bugiardino esistono già dopo la prima dose e aumentano con la seconda.
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In Giappone, che non ha certamente un sistema sanitario inferiore a quello europeo, il governo non solo ha informato fin dall’inizio la popolazione sui rischi da vaccino, ma ha anzi attivato un sistema di indennizzi automatici. In Italia, invece, i pochi che parlano dei nuovi aggiornamenti sono i cosiddetti fact checker, quelli che smentiscono le fake news. Ma lo fanno in maniera sorprendente, spiegando che in fondo per Pfizer, tra i 16 e i 24 anni, sono ipotizzati soltanto 0,56 casi in più di miocardite su 10mila persone dopo il vaccino. Mentre per Moderna il numero sale a 1,88 casi in più su 10mila, che comunque è quasi il quadruplo di Pfizer. Evento raro o molto raro, dunque. E messa così tutti staremmo tranquilli.
Ma considerando che i vaccinati in Italia sono agli inizi di ottobre oltre 50 milioni, parliamo di migliaia di miocarditi da vaccino. Considerando poi che per entrambi i vaccini il rischio è aumentato dopo la seconda dose, che in Italia il 68% ha fatto la terza, l’11% ha fatto la quarta e che in totale le dosi superano i 145 milioni, forse sarebbe il caso quantomeno di farlo sapere alla popolazione, poichè i numeri delle miocarditi potrebbero essere sensibilmente più alti. Invece no. I fact checker, per gettare acqua sul fuoco, citano un comunicato dell’Ema del luglio 2021 in cui era già scritto che si erano verificati cinque casi fatali dopo l’iniezione, ma di «persone di età avanzata» o «con malattie concomitanti».
Ma naturalmente questo è un goffo tentativo di sviare dalla questione: perchè sull’aggiornamento del bugiardino di settembre dei vaccini non si parla affatto di casi fatali per talune fasce d’età o di persone malate. Si dice solo che i casi fatali osservati sono «alcuni». Quanti? Non si sa. Età? Nemmeno. Malattie concomitanti? Neppure. Se questi dati non ci sono vuol dire che non sono significativi e che i casi fatali hanno colpito a qualsiasi età e senza malattie particolari ad incidere.
Ora, considerando che la mortalità tra i giovani da Covid era ed è davvero scarsa, perchè i media non li informano dicendo loro dei rischi di miocardite anche fatale cui vanno incontro sottoponendosi al vaccino? Che poi siano loro a scegliere: ma nessuno ci toglie dalla testa il vergognoso gioco allo scaricabarile delle istituzioni quando morì la 18enne ligure Camilla Canepa nei giorni degli open day del vaccino, anno 2021, quando tutti gli enti preposti erano a conoscenza del foglietto illustrativo di Astrazeneca che registrava casi di trombosi in donne sotto i 55 anni con «alcuni casi» dall’«esito fatale». Quante possibilità avrebbe avuto quella giovane di morire di Covid? Più o meno zero.
E se fosse stata informata prima dagli esperti, oggi sarebbe ancora qui. Ma non basta. Sul web va anche peggio: Max Del Papa, giornalista e scrittore, ha raccontato in un video a Radio Libertà una storia inquietante. Ha infatti rivelato di soffrire di un cancro del sangue e che tutti i medici, tranne uno, gli hanno detto, ma solo ufficiosamente, che potrebbe esserci un nesso con il vaccino. Tre ore dopo essere andato online, il filmato è stato rimosso da Youtube per violazione delle normative aziendali. Del Papa ha sfogato la sua rabbia sul Giornale d’Italia: «Queste politiche aziendali hanno un nome: fascismo». Di certo, se il confronto resta impossibile, andrà sempre tutto bene. E i morti saranno considerati semplici incidenti di percorso.