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Roberto Police: sarà dura ripartire, ma penso positivo. La scuola che non funziona è un dramma

Intervista con l’imprenditore che ha fatto ballare Briatore e ha creato sogni per tutti

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Milanese di nascita, cittadino del mondo per vocazione, settantasette anni portati splendidamente…investiti meravigliosamente alla ricerca di un’idea, di un sogno da creare nelle vesti di imprenditore, pubblicitario, politico, gestore di locali notturni: questo e tante altre belle cose è Roberto Police, colui il quale, in sinergia con l’affiatata moglie Grazia Quartieri oggi anima il Grace, ristoteatro moderno, bellissimo e originale in quel di Lodi Vecchio. E con lui, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere …

Ma è vero che lei ha aperto locali in Kenya prima dell’arrivo, da quelle parti, di Flavio Briatore coi suoi complessi immobiliari turistici.

Dopo aver lavorato tanto nella pubblicità decisi di staccare un po’ e mi trasferii a Malindi, ma non stetti fermo a lungo, così, dopo aver intuito la mancanza di un posto dove far divertire i turisti , ecco aprii la discoteca Fermento in Africa e Briatore veniva spesso a ballare nel locale.

E che tipo era il Flavio?

Un bravo arrogante di successo che sapeva il fatto suo e alla fine, fiutando bene l’aria, pure lui ha investito in Kenya. All’epoca frequentava Nina Stevens.

E dopo l’esperienza imprenditoriale africana cosa vi siete inventati?

Ci siamo trasferiti a Ibiza, ma nell’isola spagnola gli affari non andarono benissimo.

E perché?

Quell’esperienza iberica mi ha insegnato che a Ibiza puoi aprire tutto, ma non una discoteca poiché quel business è in mano agli spagnoli. Chiusa quell’esperienza, recuperando i soldi investiti, tornammo in Italia, in Liguria e a Loano aprì uno Strip Club, il primo locale di Lap Dance della Liguria. Quello fu un bel periodo, ma a un certo punto, per motivi familiari ci trasferimmo a Lodi Vecchio.

E in terra lodigiana inventaste il Fermento Club Privè…

Esattamente e venivano da tutto il mondo gli appassionati dello scambismo: noi e il Fashion di Milano eravamo il punto di riferimento delle coppie scambiste.

E Il Grace come arriva?

Terminata l’esperienza col regno dello scambio di coppia, per dare la bellissima possibilità alla gente di mangiare ascoltando musica dal vivo ci siamo inventati, complice la ghiotta occasione di ritirare l’immobile di un discobar chiuso da tempo, appunto il Grace.E il nome è una dedica alla mia Grazia.

La Lombardia in zona gialla vi ha consentito di riaprire…

Speriamo di aprire presto anche di sera, intanto per il momento apriamo a mezzogiorno con la solita formula di ottima cucina con contorno musicale dei migliori gruppi e delle migliori band. Ma sto pensando a qualcosa di nuovo da proporre…

Ma non stacca mai?

Mai fermarsi e poi mi piace offrire la possibilità di divertirsi allepersone. E c’è bisogno di sano divertimento in questi tempi drammatici di emergenza sanitaria ed economica.

Ha contribuito, nelle allora vesti di pubblicitario ha creare la mitologica Milano da Bere. Oggi la metropoli mondiale lombarda è in difficoltà per il virus, riuscirà a rimettersi in moto?

Sarà durissima, usciremo cambiati con industrie, bar e ristoranti che chiuderanno e lavoratori che verranno a mancare, ma rimango ottimista e voglio pensare positivo.

Ma sa qual è il vero dramma?

Sarebbe…

I ragazzi vanno a scuola a singhiozzo oppure non ci vanno proprio e senza istruzione adeguata e cultura, inevitabilmente l’Italia perderà parecchio terreno e resterà, alla lunga, indietro.

 

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Stefano Mauri

 

 

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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