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Dormire in ufficio? Fa bene al lavoro

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dormire in ufficioOzio padre dei vizi? Non è vero. O meglio, il concetto di riposino non è malvisto dalle aziende. Specie quelle più grandi (e avanzate), da Google in giù. Insomma, la pennichella pomeridiana è stata riabilitata con onore, tanto che nei posti di lavoro non è raro imbattersi nelle “nap room”, stanze pensate e realizzate per permettere ai dipendenti di concedersi qualche momento di relax. Possibilmente a occhi chiusi.

COME NASCE LA RIVOLUZIONE- È proprio il caso di dire che non è un sogno. Una rivoluzione nata soprattutto (ma non solo) dalla spinta delle grandi aziende tecnologiche, sempre all’avanguardia anche nel campo del benessere e della produttività dei propri lavoratori. Da una ricerca della Sleep Foundation, organizzazione non-profit statunitense, è emerso infatti che il 34 per cento degli americani può schiacciare un pisolino nel luogo di lavoro. Dipendenti riposati uguale dipendenti più produttivi: sembra che in questo modo si possano recuperare 18 miliardi di dollari (13,1 miliardi di euro) che ogni anno vengono bruciati a causa della mancanza di riposo di chi lavora.

TRE GIORNI DI SONNO- Un problema, quest’ultimo, che si pongono anche i grandi gruppi bancari. Se gli uffici di Facebook sembrano simili a sale giochi, lo stesso non si può dire di quelli del mondo della finanza. Lo scorso anno uno stagista tedesco di 21 anni, Moritz Erhardt, è morto per un collasso dopo tre giorni di lavoro ininterrotto alla Bank of America Merrill Lynch, a Londra. Due mesi fa un banchiere di 33 anni, Li Junjie, si è lanciato dal tetto della sede di Hong Kong di Jp Morgan. Poco tempo prima si era suicidato un dirigente della stessa banca, cadendo dal trentanovesimo piano della sede londinese. Aveva 39 anni.

E IN ITALIA?- Anche in Italia si sta diffondendo la cultura del sonnellino. C’è persino una sentenza della Cassazione, la 6437 del 2010, che sancisce la non punibilità per il lavoratore che si concede un riposino. L’importante è che si tratti di un’eccezione e non di un’abitudine che impedisce il corretto svolgimento delle mansioni. Ma il sonnellino fa bene o male alla salute? I favorevoli sostengono che le prestazioni aumentano del 30 per cento dopo una siesta, mentre il tasso di creatività crescerebbe addirittura del 40 per cento. Inoltre il rischio di infarto diminuirebbe del 30 per cento. Gli esperti sostengono però che è meglio non superare i 20-30 minuti. Un’ora o più di pennichella potrebbe avere conseguenze negative per il sonno notturno. Inoltre se si dorme troppo si subisce l’inerzia del sonno: in pratica servirebbe una mezzoretta per riprendersi dalla dormita. E altro che ozio: così diventa una faticaccia.

Manfredi Lamartina per Vero

 

 

 

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