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Angelo Marenzana e i misteri avvolti nella nebbia di Alessandria

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Angelo Marenzana, l’autore de L’uomo dei temporali uscirà a breve con un nuovo romanzo. Protagonista è Lorenzo Maida, ex sbirro e venditori di tessuti.

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Angelo Marenzana è arrivato al successo con L’uomo dei temporali (Rizzoli), romanzo che, come tutti i suoi racconti, è ambientato ad Alessandria.

Una città dalle due facce?

«Alessandria è l’essenza del grigio. Lo è nel cuore oltre che per la nebbia, come la maglia della squadra di calcio e lo stemma con l’Orso Grigio. Chi si occupa di delitti sa che le ombre è più facile trovarle proprio nella bruma che non tra i riflessi di un cielo aperto. Ombre e misteri sono la coppia perfetta. Nelle loro analisi giornalistiche, molti esperti di cronaca locale hanno sostenuto negli anni 70/80 che Alessandria portasse con sé il primato per il maggior numero di casi di omicidio irrisolti. E’ rimasto nell’oblio pure quanto successe nel carcere Don Soria nelle drammatiche giornate del 9 e 10 maggio 1974 durante la rivolta che costò la vita a ben 7 innocenti e con una verità frettolosa che non ha reso piena giustizia alle stesse vittime e su cui è calato il velo del silenzio perenne. E allora perché negare alla città il diritto ad avere il suo eroe, Lorenzo Maida, che invece i casi li risolve assicurando i colpevoli dietro le sbarre del carcere? E soprattutto si immerge nel mio mistero più profondo, di quand’ero bambino, e trovavo sempre i fiori che crescevano tra l’acciottolato del cortile con lo stelo spezzato e non sapevo darmi una risposta».

 

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angelo marenzanaLorenzo Maida, il protagonista del racconto che pubblichiamo nelle pagine seguenti, avrà presto un seguito.

«Sì, il mio nuovo romanzo, Alle spalle del cielo (in uscita nei primi mesi del 2016 per l’editore Baldini e Castoldi) vede proprio Lorenzo Maida protagonista della vicenda. Ex sbirro, venditore di tessuti, sa come affrontare un’indagine grazie all’esperienza maturata durante la guerra di Spagna. Siamo nell’aprile del 1944 e il romanzo prende spunto da una vecchia notizia di cronaca dell’epoca quando, dopo una rapina fruttata a un giovane maldestro la modica cifra di trentamila lire, era venuto a galla un ammanco dalle casse dell’istituto di credito di circa un milione. L’atmosfera che invece avvolge la trama è quella dell’attesa. La guerra non sembra voler finire, paura, delusione e ironia si intrecciano fra loro, mentre in cielo, ogni sera un velivolo in avanscoperta, con il suo ritmico pippippip (e per questo da tutti soprannominato Pippo) preannuncia un attacco aereo. Ma non pare mai arrivare la volta buona decisiva. Succederà solo con la fine dell’inchiesta, l’ultima domenica del mese, a mezzogiorno e per Alessandria si aprirà una ferita non ancora del tutto sanata nemmeno nei giorni nostri».

 

 

Dicono spesso che la cronaca superi la fantasia. C’è un delitto della provincia che ti ha colpito particolarmente?

«Per stare sempre in ambito locale, direi che il delitto che più si avvicina alla mia idea di mondo del noir è la vicenda più nota come quella di Erica e Omar. Fine estate del 2000 e, complici fra loro, i due minorenni avevano barbaramente ucciso a colpi di coltello la madre e il fratellino della ragazza. Non è stato un crimine per la cui soluzione siano state necessarie grandi indagini o suggestive ipotesi investigative. I colpevoli sono crollati subito e la loro confessione ha chiuso il caso. Però la vicenda ha in sé i mille elementi del nero più profondo, la giovane età, il rapporto famigliare, la quiete della provincia che si scontra con l’atrocità del gesto criminoso, la scena del delitto segnata dallo smembramento delle cento coltellate inferte, il mondo interiore dei colpevoli che esplode sulla faccia di tutti come un kamikaze».

Alessandro Di Gregorio per Crimen

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