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Mostro di Firenze: le donne uccise nel 74 e nell’81 si conoscevano? Ecco cosa si è scoperto

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Le vittime del Mostro di Firenze erano in qualche modo collegate tra loro? Si conoscevano? Frequentavano le stesse persone?

Anche se questa inquietante ipotesi è stata formulata  più volte durante le pluridecennali indagini sul caso, finora non era mai emerso nulla di certo.

mostro di firenze
Il numero di Cronaca Vera dedicato alle scoperte di Quaglia e Martinelli

Non è più così grazie ad una scoperta di Dario Quaglia e Loris Martinelli, consulenti dell’ Avv. Alessio Fioravanti nelle indagini difensive per nome e conto di Luciano Malatesta e dell’ Avv. E. B.,  legale di Natalino Mele, coinvolto da bambino nel duplice delitto di Lastra a Signa nel 1968.
I due esperti hanno già indicato a Fronte del Blog documenti ufficiali da cui si possono ricavare considerazioni importanti sul caso del Mostro di Firenze. Li abbiamo intervistati.

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Che cosa avete trovato, precisamente?

Quaglia e Martinelli:  Nel gennaio di quest’anno, seguendo alcune piste interessanti, ci è capitato di fare delle ricerche catastali. I conoscitori del caso del Mostro di Firenze sanno che Susanna Cambi, uccisa  nelle campagne di Travalle il 22/10/1981 insieme al fidanzato Stefano Baldi, risultava possedere una casa in un località del Mugello, Padulivo. Ebbene, ci siamo accorti che c’è un errore: l’abitazione di Susanna era ubicata a Barberino del Mugello. Questa cittadina ha a che fare con un’altra vittima del Mostro, Stefania Pettini uccisa alle Fontanine di Rabatta il 14/09/1974 insieme al fidanzato Pasquale Gentilcore. Stefania, infatti, sino a pochi mesi prima di morire aveva lavorato come segretaria presso la Autotrasporti Cammelli di Barberino del Mugello, dove aveva conosciuto il giovane S. G.  Costui e Stefania si erano frequentati per alcuni mesi, durante i quali il ragazzo era solito accompagnare la ragazza a casa. Dopo la morte di Stefania fu tra i primi,  trovandosi a casa in licenza dal servizio militare,  ad essere sentito come testimone.
L’indagine sul duplice delitto di Rebatta – lo ricordiamo – si indirizzò in un primo momento verso G.G., un guardone locale. Dagli atti risulta che l’uomo fu arrestato mentre si trovava fuori Firenze per motivi di lavoro.

Durante  il viaggio di rientro, in compagnia dei carabinieri che lo scortavano disse, come risulta a verbale, di poter fare i nomi di alcuni brigadieri e marescialli dell’arma che avrebbero condiviso con lui il vizio del voyeurismo. Tra le persone di cui riferì agli inquirenti, prima di essere poi lasciato andare, c’era anche quello di un militare della stazione dei carabinieri proprio di Barberino.
Stranamente il verbale di sommarie informazioni di S.G si apre con la frase – L’ anno 1974, addì 17 del mese di settembre, in Barberino, negli uffici della locale Stazione dei Carabinieri.
Sebbene la parola “Barberino” sia subito stata cancellata e corretta in “Borgo San Lorenzo”, viene da chiedersi come possa un carabiniere sbagliare a scrivere il nome della caserma presso cui lavora. Potrebbe darsi che lo stesso in abbia sentito l’esigenza di una breve “trasferta” per interrogare personalmente S. G., senza che questo emergesse nelle carte.
Comunque, tornando al collegamento tra Stefania Pettini e Susanna Cambi, l’abitazione di quest’ultima si trovava a soli 150 mt da dove all’ epoca abitava S.G. e dalla locale Stazione dei Carabinieri. Va tenuto presente che le due ragazze erano pressoché coetanee: la Pettini era nata nel 1956, Susanna Cambi nel 1957.

Cosa potrebbe suggerire questo legame?

Quaglia e Martinelli: Il Mostro di Firenze ha ucciso per lo più nell’area a nord e a sud di Firenze, denotando una certa mobilità e conoscenza del territorio. Ma si è trattato di un abile serial killer unico, di qualcuno che ha avuto appoggi di qualche tipo o di un vero e proprio gruppo?
Tutte ipotesi in discussione.
Comunque lascia perplessi scoprire a distanza di 42 anni una connessione  tra Susanna Cambi e Stefania Pettini che avrebbe potuto emergere molto prima.
Approfondendo un pò meglio all’ epoca, forse si sarebbe  potuto trovare qualche traccia utile ad un’ inchiesta così complessa e travagliata come quella sul Mostro di Firenze.

Mostro di Firenze, parla l’avvocato Vieri Adriani: “Cosa non torna nell’inchiesta su Vigilanti” – GUARDA

Rino Casazza 

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Rino Casazza

Rino Casazza è nato a Sarzana, in provincia di La Spezia, nel 1958. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Pisa, si è trasferito in Lombardia. Attualmente risiede a Bergamo e lavora al Teatro alla Scala Di Milano. Ha pubblicato un numero imprecisabile di racconti e 15 romanzi che svariano in tutti i filoni della narrativa di genere, tra cui diversi apocrifi in cui rivivono come protagonisti, in coppia, alcuni dei grandi detective della letteratura poliziesca. Il più recente è "Sherlock Holmes tra ladri e reverendi", uscito in edicola nella collana “I gialli di Crimen” e in ebook per Algama. In collaborazione con Daniele Cambiaso, ha pubblicato Nora una donna, Eclissi edizioni, 2015, La logica del burattinaio, Edizioni della Goccia, 2016, L’angelo di Caporetto, 2017, uscito in allegato al Giornale nella collana "Romanzi storici", e il libro per ragazzi Lara e il diario nascosto, Fratelli Frilli, 2018. Nel settembre 2021, è uscito "Apparizioni pericolose", edizioni Golem. In collaborazione con Fiorella Borin ha pubblicato tre racconti tra il noir e il giallo: Onore al Dio Sobek, Algama 2020, Il cuore della dark lady, 2020, e lo Smembratore dell'Adda, 2021, entrambi per Delos Digital Ne Il serial killer sbagliato, Algama, 2020 ha riproposto, con una soluzione alternativa a quella storica, il caso del "Mostro di Sarzana, mentre nel fantathriller Al tempo del Mostro, Algama 2020, ha raccontato quello del "Mostro di Firenze". A novembre 2020, è uscito, per Algama, il thriller Quelle notti sadiche.

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