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La “Chiesa del Diavolo”: Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello

Un esempio di architettura satanica?

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Tra verità e storia, la leggenda ci racconta ciò che successe la notte prima delle nozze di Teodolinda la Regina dei Longobardi nella cosiddetta Chiesa del Diavolo.

 

La Lombardia è ricca di storie misteriose.

Una di queste, molto suggestiva, arriva da Lomello, piccolo borgo in provincia di Pavia nel cuore della Lomellina.

Molte sono le leggende e le storie di fantasmi che aleggiano intorno a questo paese di 2500 anime: la villa degli amanti maledetti, il castello dove pare aleggi il fantasma di Gundeperga, figlia di Teodolinda murata viva dal marito, ma io sono sono rimasta affascinata della Basilica di Santa Maria Maggiore chiamata anche “la Chiesa del diavolo”, per le sue stranezze architettoniche: le navate asimmetriche, le arcate disuguali e i grandi archi trasversali non paralleli tra di loro.

I mattoni dalla parte anteriore della chiesa sembrano messi in fretta e furia, in parte a lisca di pesce e in parte per tappare i buchi.

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Ho chiesto lumi ai vecchi “storici” del paese.

La leggenda si mischia con la storia e precisamente racconta della principessa Teodolinda, sposatasi in seconde nozze con Agilulfo, duca di Torino.

Al Demonio in persona non andavano a genio queste nozze, essendo i Longobardi  ariani e Teodolinda cattolica.

Ma raccontiamo bene i fatti: nel 590 d.c. Teodolinda volle celebrare nella Chiesa di Santa Maria Maggiore le sue seconde nozze.

Re Autari, sposato in prime nozze da Teodolinda, ma ahimè defunto, aveva concesso al diavolo che fosse vietato ai Longobardi il Battesimo Cattolico. Questa volta era la regina stessa che sceglieva il proprio sposo acquisendo una potenza diretta, che avrebbe poi adoperata a favore della causa cattolica.

Per il diavolo un grosso guaio.

Così, ne pensò una delle sue.

Il giorno prima delle nozze portò sul cielo di Lomello tutte le nubi più cariche che aveva in riserva.

Si scatenò un tremendo temporale.

I fulmini caddero sulla chiesa già preparata per le nozze, provocando  un grave incendio. In poche ore la chiesa di Lomello fu un mucchio di rovine.

Teodolinda, da santa donna, si era preparata alle nozze con la preghiera e si mise a piangere e a supplicare il Signore.

L’Altissimo venne in aiuto della sua serva fedele mandando l’Arcangelo Gabriele dal diavolo, seduto mezzo al fumo degli inferi, tutto sghignazzante per l’impresa appena compiuta. Gabriele gli ordinò di rifabbricare durante la notte, prima del suono dell’Ave Maria, ciò che era stato distrutto, pena la costruzione di altre tre nuove chiese con la badia.

La pia Regina Teodolinda, sentite le parole del Signore, andò tutta felice incontro allo sposo per comunicargli la lieta novella.

La notizia udita dai cortigiani corse di bocca in bocca, e tutti aspettarono che scendesse la notte per assistere al miracolo.

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Per nascondere la sua vergogna, il diavolo sull’imbrunire fece calare una nebbia così fitta e fredda da costringere tutti i cortigiani a starsene chiusi dentro le loro dimore.

Il diavolo pescò dal fondo dell’inferno i migliori ingegneri, architetti e muratori che poté trovare e ordinò loro di rifare la chiesa in tutta fretta.

Ma, senza una direttiva unica, senza ingegnere capo, ciascuno fece a modo suo.

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Quel che capitò nel buio fitto, nessuno lo poté sapere.

Intanto l’Ave Maria era lì per suonare e la facciata era ancora da terminare. Il Signore, che dall’alto stava ad osservare, ordinò al Demonio: «Lascia a chiesa com’è, perché si sappia che le cose belle e buone il diavolo non le sa fare, fai invece costruire il Battistero, dove il figlio di Agilulfo prenderà il Battesimo Cattolico. Non volevi che la mia chiesa trionfasse, vero? Quel battesimo sarà lo scorno tuo più pungente»

Suonata l’Ave Maria, il diavolo e i suoi ingegneri sparirono.

Quando il corteo regale, composto da conti, paladini, duchi longobardi, passò il vasto portone della chiesa ed entrò nel tempio di S. Maria, non poté non notare come in quella bellissima chiesa c’era un curioso disordine di costruzioni: le muraglie non correvano parallele, i colonnati erano di forme e dimensioni diverse nei fusti, nei capitelli, nel giro dell’arco e nell’altezza dei piedi. E, meraviglia ancora più grande, all’uscita di chiesa, a fianco di essa, trovarono lì, nuovo di zecca, il Battistero, regalo nunziale di Belzebù!

Forse la “Chiesa del diavolo” esiste solo nella leggenda passata di bocca in bocca attraverso le generazioni, ma i bene informati affermano che quella chiesa è stata veramente costruita dal diavolo in quella notte favolosa, fatta di buio e di nebbia.

Certo è che le leggende ci tramandano un fondo di verità, condito da una meravigliosa fantasia che travalica i secoli.

 

-Nel borgo di Lomello il 16 giugno ha luogo “Laumellum” la grande festa che coinvolge la località, i suoi abitanti, i turisti e che rinnova ogni anno le nozze della Regina con Agilulfo.-

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Paola Mizar Paini

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Rino Casazza intervista Paola Mizar Paini

Rino Casazza intervista, per Fronte del Blog, Paola Mizar Paini, scrittrice pavese di storie poliziesche (“Angeli Innocenti” e “La casa delle ombre”, Frilli Editore; “Emily, storie dal passato”) calate in atmosfere inquietanti di stampo gotico. Paola ci svela i misteri soprannaturali e le leggende legati ad una presunta “casa maledetta”, delle sue parti, Villa Cerri, su cui si sono molto dilungati anche i giornali. Di questi angosciosi segreti Paola sarebbe stata anche direttamente testimone. Niente di più facile, visto che la sua stessa nascita – come racconta – è avvenuta in circostanze che sconfinano nell’esoterico…

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Paola Mizar Paini

La biografia di una persona, proprio per sua natura può essere meno fedele alla realtà e presentarsi dunque più o meno romanzata e, perciò sono in dubbio se raccontare di una vita ricca e avventurosa o limitarmi a raccontare qualche dettaglio insignificante, come ad esempio il fatto che a Marcignago, il 28 novembre, (l’anno nemmeno sotto tortura) quando nacqui, non emisi nemmeno un vagito… forse per non disturbare visto che la mia mamma fece molta fatica a partorirmi. Respiravo così piano, ma così piano che la levatrice (a quei tempi si partoriva in casa) pensò fossi morta. Ma morta morta! Così mi misero in un angolo del letto, avvolta in un lenzuolino e per un po' si dimenticarono di me. Come si accorsero dell’errore? Ebbene, ci sarebbe un proseguo, ma quella è un’altra storia. Mi definisco una vecchia ragazza perché non ho mai smesso di scoprire cose nuove, soprattutto su me stessa. Sono mamma di tre figli: due maschi e una femmina e ho tre nipoti. Vivo ad Alagna, in provincia di Pavia e lavoro come assistente al traffico per Milanoserravalle. E questo è tutto quello che riguarda la mia interessantissima vita privata. Sono da sempre lettrice per bisogno, e scrittrice…per caso grazie all’incontro fortuito con Carlo Frilli, il mio editore, che non smetterò mai di ringraziare per aver creduto in me come autrice. Con la casa Editrice F.lli Frilli Editori ho pubblicato nel 2017 il noir: Angeli Innocenti. Nel 2018 il noir: La Casa delle ombre, premiato con la “menzione speciale” al premio nazionale “La Provincia in Giallo”. Nel 2018 un’antologia di racconti dal titolo: Dieci storie a mezzanotte. Nel 2020 ho scritto a quattro mani, con l’autore Pieremilio Castoldi, il thriller: Emily.Cronache dal passato, e molti dei miei racconti sono stati inseriti in varie antologie. Mi appassiona tutto ciò che è misterioso, adottando nuovi punti di vista su fatti che accadono intorno a noi a cui non riusciamo a trovare una spiegazione. Tengo a precisare che sono concreta e obbiettiva, ma una cosa non esclude l’altra. Amo molto visitare luoghi abbandonati, i cosidetti “paesi fantasma” e adoro le leggende perché contengono spesso l’origine di una vicenda, o più spesso la separazione tra fantasia, un rifugio indispensabile e perfetto per sopravvivere, e realtà, minacciosa e intrusiva. Miti, leggende, fiabe. Come poter sopravvivere senza esse?

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