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Strage di Erba, l’amante di Rosa Bazzi era una bufala (l’ennesima)

La strana storia della fake news sulla moglie di Olindo Romano

Cosa succederebbe se domani Olindo e Rosa si lasciassero? Se venisse meno quel legame che li ha tenuti uniti e vivi pur con il marchio di mostri cucito addosso? Avrebbero ancora la forza di combattere e di protestare la propria innocenza come fanno ormai da dodici anni, sperando un giorno di ritrovarsi fuori? Forse no. Se sei innocente, sopravvivi ad un diluvio del genere solo se sai che qualcuno ancora ti aspetta. Altrimenti diventa perfino inutile combattere.

La premessa è da tenere bene in conto, perché mai come oggi il caso della strage di Erba presenta aspetti inquietanti: ci sono intercettazioni misteriosamente scomparse nonostante le quali viene rifiutato l’accesso ai server originali alla difesa; ci sono reperti apparsi all’improvviso dopo anni, mai analizzati ma bruciati illecitamente poche ore prima che la Cassazione ne decidesse il destino; ci sono plichi contenenti reperti (un telefonino) ritrovati, ma aperti non si sa da chi né quando perché privi del relativo verbale.

C’è ancora che la società che ha consegnato i dvd delle intercettazioni alla difesa risulta composta per il 40% da una società anonima svizzera, di cui in sostanza si ignorano buona parte dei proprietari. C’è, pure, il padre, marito e genero di tre delle vittime, Azouz Marozuk, che chiede lui di farsi processare pur di sostenere che i coniugi siano innocenti. Ci sono infine le sentenze della Suprema Corte che indicano alla Corte d’Assise di Como di tenere un’udienza per stabilire cosa fare con i reperti rimasti e per l’accesso ai server: udienza fissata per il 3 febbraio. La difesa ha chiesto un’udienza pubblica, forte di una decisione inequivocabile della Corte Costituzionale. Ma a Como hanno deciso che sarà in Camera di Consiglio.

Materiale su cui scrivere ce n’è, insomma, davvero parecchio. Senonché, a dicembre, muore a Corsico un detenuto ergastolano in semilibertà, Marco Alberti, investito sulle strisce. Nessuno ne sa nulla per una ventina di giorni. Poi, ecco il boato della settimana scorsa: diventa virale la notizia che Alberti era l’amante di Rosa, la quale avrebbe nientemeno che mollato Olindo per amore suo.

Sui giornali, dove si stracciano le vesti per le ridicole battaglie contro le fake news, la notizia viene subito presa per buona, dimostrando ancora una volta quanto sia pericolosa e grottesca la loro presa di posizione: Alberti, in questa fake news certificata dalla stampa nazionale, diventa addirittura il “nuovo compagno” per cui Rosa aveva perso la testa.

Solo che si tratta di una balla.

Un’invenzione bell’e buona. Mero veleno. Lo conferma la stessa Rosa a Oggi: «È una stupidata. Io vorrei sapere chi mette in giro queste bugie che servono solo a far male alle persone».

Strage di Erba, il misterioso uomo dal volto coperto – LA FOTO

Già, perché non c’è mai stato alcun amante. Rosa e Olindo non si sono mai lasciati. E peraltro la bufala non è nemmeno nuova: l’avevano già servita la scorsa primavera. Ma al contrario: all’epoca fu scritto infatti che era Alberti, e non Rosa, ad aver perso la testa per la vicina di Erba, tanto da rifiutare la semilibertà per quella ragione.

A smentirla fu prima il carcere, poi il diretto interessato, che peraltro, una compagna l’aveva.

Il giorno prima che un quotidiano comasco la diffondesse, però, Rosa aveva rilasciato un’intervista fiume a Le Iene, in cui raccontava con violentissime accuse presunti retroscena delle sue confessioni. Scrissero sul sito gli autori della trasmissione: «Noi ci permettiamo di osservare la strana coincidenza temporale di questa notizia, arrivata proprio il giorno dopo la nostra lunga intervista a Rosa Bazzi».

Infatti si parlò poco o nulla delle rivelazioni della donna e molto della notizia inventata, quella dell’amante. La stessa, cavalcata oggi, al contrario. Perché tanto Alberti è morto e non può smentire più. E Rosa nessuno si prende la briga di sentirla, perché c’è fake news e fake news. Quelle sulla coppia vanno sempre bene, ne hanno prodotte a quintali.

Olindo per sua fortuna è abituato ai veleni. Sopporta da dodici anni il carcere e il marchio da mostro che dice di non essere. Un altro, al posto suo, di fronte ad una notizia del genere, una notizia letteralmente inventata, avrebbe agito d’istinto e si sarebbe ammazzato.

Niente più battaglie per gridare la propria innocenza. Niente più ricorsi. Niente di niente.

Il sipario sulla strage di Erba sarebbe calato per sempre.

Edoardo Montolli

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IL LIBRO SULLA STRAGE DI ERBA

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VIDEO ESCLUSIVO/ Quando Mario Frigerio (dopo aver già riconosciuto Olindo) non ricordava nulla:

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La delirante confessione di Rosa Bazzi, lo stralcio:

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Il grande abbaglio – controinchiesta sulla strage di Erba, VERSIONE AGGIORNATA:

blankClicca sulla copertina e vai alla scheda del libro

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L’introduzione a Il grande abbaglio, VERSIONE AGGIORNATA – GUARDA

Tutti i video sulla strage di Erba nell’esclusiva playlist di Fronte del Blog  QUI

Tutti i post di Fronte del Blog sulla strage di Erba QUI

GLI AUTORI DE IL GRANDE ABBAGLIO RACCONTANO LE LORO SCOPERTE A LE IENE GUARDA

 

 

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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