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Grillo esulta per Donald Trump. E quando vinse Obama? …Uguale!

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Ogni volta che gli americani cambiano un presidente Beppe Grillo esulta e se la prende con in giornalisti incapaci di fare previsioni. Lui, invece…

 

Beppe-Grillo

 

Ogni volta che gli americani cambiano un Presidente, Beppe Grillo esulta. Il comico oggi scrive che la vittoria di Trump è l’apocalisse dell’informazione e che, nientemeno, la vittoria di Trump ha delle analogie con il M5S. Naturalmente ogni volta urla che questa è la morte dell’informazione, incapace di prevedere il fenomeno Trump (…a parte noi).

 

di Beppe Grillo

È pazzesco. Questa è la deflagrazione di un’epoca. È l’apocalisse dell’informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un VAFFANCULO generale. Trump ha fatto un VDay pazzesco.

Questa è la prova che questi milioni di demagoghi non sono le persone, ma sono i giornalisti, gli intellettuali, ancorati ad un mondo che non c’è più. Lo abbiamo visto con il nostro MoVimento. Ci sono delle quasi similitudini fra questa storia americana e il MoVimento. Siamo nati e non se ne sono accorti, perché abbiamo un giornalismo posdatato che capisce quando qualcosa è già successa. Ed è già troppo tardi. Siamo diventati il primo MoVimento politico in Italia e non se ne sono accorti, se ne stanno accorgendo adesso e ancora si chiedono il perché. Andremo a governare e si chiederanno “ma come hanno fatto? hanno raccolto la rabbia ecc. ecc.”.

Di Pannocchia i grandi media hanno detto molte cose simili a quelle che dicono del MoVimento. Ricordate? Dicevano che noi eravamo sessisti, omofobi, demagoghi, populisti. Non si rendono conto che ormai milioni di persone i loro giornali non li leggono più e non guardano la loro tv. Trump ha cavalcato questa roba qua. È arrivato a milioni e milioni di persone. C’è stata un’affluenza incredibile negli Stati Uniti. Questo significa che la gente è oltre l’informazione postdatata. Questi sono equipaggiati e si stanno ancora equipaggiando per gestire un mondo che non c’è più.

I veri eroi siamo noi! Eroi che sperimentano, che mettono insieme i disadattati e i falliti. Perché il fallimento è poesia. Honda ha detto: “la mia vita è fatta di fallimenti”. Ma sono quelli che osano, gli ostinati, i barbari, che porteranno avanti il mondo. E noi siamo barbari! E i veri imbecilli, populisti e demagoghi sono i giornalisti e gli intellettuali di regime, completamente asserviti ai grandi poteri. Pannocchia ha mandato a fanculo tutti: massoni, grandi gruppi bancari, cinesi. Magari diventerà un moderato. Lo vedo già che dirà: “sì, l’ho detto, ma eravamo in campagna elettorale ecc”. Però il mondo è già cambiato. E bisogna interpretare questi segnali. E quelli che lavorano e prendono i soldi per interpretare questi segnali sono morti.

 

E allora, si dirà, chissà Grillo come salutò l’arrivo alla Casa Bianca di Obama e di tutti quei “massoni, grandi gruppi bancari, cinesi” mandati a “fanculo” da “Pannocchia” e che stavano dietro ai democratici. Chissà la rabbia, le urla. Invece no.

Allo stesso modo Beppe Grillo celebrò Obama, e cioè a posteriori, sostenendo che finalmente nasceva una nuova democrazia, che finalmente arrivava la democrazia dal basso, che finalmente un presidente non doveva rendere conto che ai cittadini. Proprio così (e chissà che ne pensa Assange…).

Disse addirittura che Obama usava il suo stesso sistema, la Rete. Insomma sottolineò le analogie col neopresidente democratico esattamente come oggi sottolinea le sue analogie con quello repubblicano. Che va bene tutto, basta decidersi.

Questo è lo spettacolo Reset, del 2008, guardare dal minuto 9,40 al minuto 13.

 

https://www.youtube.com/watch?v=zl-2Ar1VQ_8 

 

Qui potete invece vedere Beppe Grillo in un’altra performance, ancora più a favore del neoeletto Obama, sempre dello spettacolo Reset:

 

https://www.youtube.com/watch?v=fRq8tIVpAkM

 

E nel 2011? Si allargò: “Obama è Gesù” e un’altra serie di spropositati elogi:

 

 

 

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Manco lui fu un grande profeta, dunque, esattamente come i giornalisti che attacca. Perché il Nobel per la Pace ha fatto guerre i cui effetti collaterali vediamo tutti i giorni. Ha devastato non solo l’area di Siria e Libia, ma anche l’Europa. E infatti cosa scriveva Beppe Grillo alla vigilia del voto che annunciava la vittoria di Trump? Anzitutto mica diceva che il repubblicano avrebbe mandato a “fanculo” tutti. Quando mai. Nemmeno lui fa grandi previsioni. Scrisse che Trump NON era credibile (e molto temibile). E Obama? “Non ha cambiato nulla”… Ma come, non era Gesù?

Hillary e Trump sono entrambi poco credibili, entrambi molto temibili per ciò che rappresentano e non per il potere che hanno. Il potere di un presidente negli USA e di fare danni all’estero. Sul versante interno basta guardare Obama: non ha cambiato nulla. La terra delle opportunità si è trasformata gradualmente in un paese con oltre 2 milioni e mezzo di carcerati, milioni di poveri e illusioni sempre più scollate dalla realtà: spero che questa rissa elettorale non sia l’atto finale.

Edoardo Montolli

Ps: a proposito di previsioni, il giorno dopo il voto americano il commento su Fronte del Blog fu: “Trump vince, la Germania perde la sua stampella“, e annunciammo ciò che presto accadrà: un cambiamento radicale nella geografia geopolitica e geoeconomica dell’Europa. Tre giorni dopo Obama è partito improvvisamente per l’Europa per incontrare Angela Merkel e dire a tutti che lei era il miglior alleato degli Stati Uniti. Certo, com’è noto, per essere sicuri le hanno spiato i telefoni per 11 anni. Ma non è questo il punto.

 

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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