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Bob Dylan & De Gregori – Un uomo solo

Bob Dylan

A scanso di equivoci facciamo subito il punto della situazione: Francesco De Gregori, il Principe della canzone italiana e Bob Dylan, il menestrello statunitense, sono la stessa identica persona.
Certo, alcuni di voi potrebbero essere spiazzati da questa notizia. I due sono visibilmente diversi dal punto di vista fisico, altissimo il primo e piuttosto basso il secondo. Anche a date di nascita non ci siamo: dieci anni di differenza non sono mica briciole, specie quando scavalchi da un pezzo i sessanta.
Eppure non vi siete accorti di qualcosa?
Lasciate stare l’ultima geniale mossa commerciale del Principe che ha offerto ben undici cover di altrettanti brani del cantautore di Duluth, e concentratevi sul personaggio.
Per chi non avesse mai seguito a fondo le interviste e le presentazioni di De Gregori vi faccio un rapidissimo sunto:
De Gregori usa cappelli perché appassionato di film western e, di conseguenza, presentarsi su un palco con un cavallo risulterebbe effettivamente complicato.
De Gregori ha un carattere altalenante, talvolta socievole altre scontroso. Lo stesso Linus, di Radio Deejay, prima di ogni intervista con lui si augura ai microfoni di trovarlo con “la luna buona”.
De Gregori prova a cambiare gli arrangiamenti delle sue canzoni durante i concerti. Lo fece qualche anno fa ad un “concertone del primo maggio” con Generale ed il pubblico innervosito per non essere in grado di cantare in coro stando dietro ai nuovi accordi, lo seppellì di fischi.
Oggi ci si mette ancora d’impegno ma cerca di mediare per non far innervosire troppo il suo pubblico. La leggenda vuole che lo faccia perché non sopporta che si canti in coro.
De Gregori, pur non avendo alcun problema noto d’artrite, si ritrova spesso sul palco a cantare con la mano sinistra sospesa a mezz’aria, come impossibilitato a muoverla.
Ci siete ancora tutti?
Benissimo. I fans di Dylan avranno letto qualcosa che apparirà loro abbastanza noto, ne sono certo.
Qual è la canzone di De Gregori più amata, o almeno una delle più cantate di sempre?
Buonanotte fiorellino, esclamerete ragionevolmente.
Ultimamente il Principe ha ammesso di essersi ispirato ad un vecchio pezzo minore di Dylan intitolato Winterlude per realizzarla.
Niente di male, sia chiaro.
Zucchero ci campa ancora alla grande tra cover e “citazioni” e resta uno dei grandissimi della musica italiana e non solo.

francesco_de_gregori_feat_lucio_dalla

Dicevamo, i parallelismi tra De Gregori e Dylan.
Io sono certo, anzi certissimo, che il cantautore romano non sia una sorta di imitatore o qualcosa del genere, affatto. Sono sicuro che sia, ancora oggi, tra i più grandi artisti che il nostro paese possa vantarsi di avere.
Però la somiglianza di certi gesti, di certi vezzi e atteggiamenti è qualcosa d’inquietante.
Parliamo di caratteraccio: se siete mai andata ad un concerto di Dylan vi sarete resi conto che lui, fondamentalmente, vi odia. No, forse ho esagerato.
Non vi odia, diciamo che non vi considera minimamente come esseri umani.
Se il suo concerto inizia alle nove e voi siete in coda all’ingresso del teatro per i doverosi controlli dopo gli attacchi di Parigi, non vi aspettate che lui e i suoi ritardino anche di un solo minuto l’inizio della performance.
Se siete dentro siete dentro, se siete fuori vi perdete uno o due pezzi. Peggio per voi.
Okay. De Gregori non arriverebbe a questo, ve lo concedo. Ma forse vorrebbe poterlo fare.
Dylan si presenta sul palco con il suo cappellaccio, si muove a malapena sistemandosi il risvolto della giacca con la mano buona mentre tiene sospesa l’altra, lei si, vittima di un’implacabile artrite.
Cambia arrangiamento ad  ogni suo brano, anche quelli usciti solo l’anno prima e v’impedisce di accompagnarlo nel canto. Se non lo conoscete come le vostre tasche vi accorgerete che sta cantando Blowin’ in the wind solo quando sentirete il boato del pubblico.
Quindi?
Quindi niente.
Dylan ha realizzato un disco di cover di Frank Sinatra e De Gregori, l’anno dopo, un disco di cover di Bob Dylan.
Chissà come sarebbe My Way cantata da De Gregori.

dylan wh

A parte gli scherzi. Il Principe, sulle cui canzoni siamo cresciuti, fa parte della nostra vita tanto quanto De Andrè, Guccini, Gaber, Paolo Conte o Celentano. Sono i nostri punti di riferimento, ci hanno accompagnato ed emozionato. Ci hanno insegnato a pensare e a sorridere, da sempre.
Ancora ricordo il disco di Rimmel che suonava in casa quando avevo poco più di dieci anni.
Questo pezzo l’ho scritto con una punta di malinconia, lo ammetto.
Vedere De Gregori ospite alla trasmissione di Cattelan, poi sullo sgabello del Tg5, prima ancora ad XFactor a cantare la Donna Cannone, vederlo presentare un disco di cover del suo idolo come un Little Tony qualsiasi (con tutto il rispetto per il bravo cantante purtroppo scomparso), vederlo duettare con Checco Zalone (pur risultando simpatico, certo), vederlo così poco in cielo e troppo sulla terra…
Mah. Devo essermi sbagliato.
De Gregori e Dylan, purtroppo, non sono la stessa persona.

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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