Dopo essere diventata legge, con il rischio che un futuro governo conservatore potesse ridimensionare o addirittura annullare la scelta della stragrande maggioranza dei francesi, da ieri il diritto all’aborto entra a far parte a tutti gli effetti della loro costituzione.
Ovviamente l’obiezione di coscienza dei medici rientra, come di consueto, nel libero arbitrio soggettivo.
La Torre Eiffel, il simbolo della Francia per eccellenza, è stata nella serata di ieri illuminata a festa con la scritta “Mon corps, mon choix”, letteralmente “Mio il corpo, mia la scelta”.
Il presidente Macron ha commentato “Fierezza francese, messaggio universale.”
Com’è ovvio l’alzata di scudi clericale non si è fatta attendere: ”Non esiste diritto a sopprimere la vita”, hanno tuonato i vescovi.
In effetti sulla bibbia si celebra la difesa della vita e, si presume, da qualche parte deve esserci anche la parte riguardante la necessità di mettere sempre sotto silenzio la piaga dei preti pedofili.
“Siamo all’avanguardia”, ha urlato la politica e attivista francese Braun-Pivet.
E ha ragione a sostenerlo.
Mentre negli Stati Uniti si torna a considerare criminale il diritto di poter interrompere una gravidanza, l’Europa (o almeno una parte di essa) dimostra quanto si renda necessaria una coscienza collettiva.
L’Italia resta nell’oblio, come d’abitudine.
L’eutanasia, l’aborto e tutte le faccende che riguardano esclusivamente interessi soggettivi vengono imbavagliate dai rappresentanti di un minuscolo staterello anacronistico.
L’Italia anziana e bigotta, s’intende. La laicità, dalle nostre parti, va considerata un accessorio trascurabile.
Alex Rebatto