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“Quell’oscuro desiderio. Un profilo del Mostro di Firenze”: identikit del serial killer

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Mostro di Firenze, un nuovo identikit in un libro molto interessante. Ecco cosa dice…

mostro di firenze

E’ proprio vero che per quanto riguarda il caso del Mostro di Firenze non si finisce mai di imparare, nonostante siano trascorsi 35 anni dall’ultimo delitto del famosissimo serial killer e, in questo lunghissimo intervallo, non solo si è svolta una interminabile e contrastata vicenda giudiziaria (conclusasi con una verità considerata insoddisfacente dalla maggioranza di esperti e appassionati) ma sono state avanzate molte ipotesi di ricostruzione, spesso autorevolmente e solidamente argomentate, che spiegano in modi diversi chi e perché  può aver commesso i sanguinari 8 duplici delitti attribuiti all’ assassino.

Nella sezione di Fronte del blog dedicata al caso del Mostro (vedi qui sono intervenuto più volte per raccontare la storia di questa disputa che non accenna a placarsi, e che ha portato ad una bibliografia davvero cospicua.

Il mostro di Firenze e la strana storia dell’equazione di Volterra in un thriller fantascientifico

L’ultimo contributo viene da Cristiano Demicheli, con il suo saggioQuell’oscuro desiderio. Un profilo del Mostro di Firenze.

La lettura di questo libro è  consigliata, innanzitutto, per la prospettiva scelta.

L’autore, infatti, programmaticamente, si limita ad una articolata analisi delle vicende “reali” che hanno caratterizzato la sanguinaria epopea del Mostro, dal 1968 al 1985, senza entrare nel merito del complesso e tortuoso “dopo”, ovvero le inchieste e gli strascichi giudiziari durati fino al 2000.

Come egli scrive nella premessa, infatti, ” A ben vedere il mostro si è rivelato solo in due circostanze: gli omicidi e, appunto, la lettera ( quella inviata alla magistratura e contenente il macabro reperto biologico di una delle vittime N.D:R) . Questi, di conseguenza, andranno considerati gli unici punti fermi della vicenda, i soli su cui sia corretto fondare una ipotesi“.


Altro aspetto importante del saggio, è che non non vi troverete rivelata, nemmeno per lontano accenno, l’identità dell’assassino. Questo, a giudizio implicito dell’autore, rimane ancora misterioso, e tutti i nomi sin qui fatti devono considerarsi inattendibili.

Quello che ci viene proposto, è un  “identikit” del Mostro scaturente dalle modalità e delle circostanze delle sue azioni criminose.

Potrebbe sembrare che questa impostazione “empirica” limiti molto una lettura originale del caso, visto che gli otto episodi di sangue che l’hanno caratterizzato sono stati  vivisezionati in ogni più minimo aspetto.

Invece non è così.

Le altre verità sul Mostro di Firenze: la strana e sconosciuta storia del “cittadino amico”

Il saggio di Demicheli propone alcune chiavi interpretative del tutto nuove.

Opinabili, certo, ma assai suggestive.

La prima riguarda la natura profonda della “pazzia” dell’assassino, ricondotto alla categoria dei necrofili, di cui viene descritta la particolarità: si tratta di individui irresistibilmente attratti da ciò che è morto, per la loro distorta sensibilità preferibile a ciò che vive. Per costoro, come appunto il Mostro di Firenze, solo la materia inerte ha un senso vero, e delle altre persone apprezzano solo che diventeranno cadaveri. Donde la brama di ridurre i propri simili in quello  stato ai loro occhi preferenziale.

Da questo discende una ben motivata teoria, di cui non anticipo nulla, sul perché il Mostro asportava pezzi, e proprio quelli, dal cadavere delle vittime femminili.

La freddezza emozionale e la capacità di calcolo che contraddistingue i necrofili è  uno dei presupposti  che induce Demicheli a ipotizzare, col conforto di una rivisitazione attenta della  dinamica degli omicidi e delle caratteristiche delle vittime, che il mostro non scegliesse a caso le prede, ma le selezionasse e ne preparasse l’aggressione.

https://www.frontedelblog.it/2017/08/14/la-leggenda-del-vampa-di-giuseppe-alessandri-la-dubbia-colpevolezza-di-pietro-pacciani-parte-quarta/

Da ciò deriva un’ipotesi sulla cerchia professionale e la provenienza geografica dell’assassino.

Molto sottile anche la spiegazione del  percorso della pistola ( uno degli enigmi più appassionanti) dal delitto di Signa nel 1968 a quello di Calenzano del 1974, che porta con sé una sorprendente rilettura sullo svolgimento di quest’ultimo delitto.

Rino Casazza

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Rino Casazza

Rino Casazza è nato a Sarzana, in provincia di La Spezia, nel 1958. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Pisa, si è trasferito in Lombardia. Attualmente risiede a Bergamo e lavora al Teatro alla Scala Di Milano. Ha pubblicato un numero imprecisabile di racconti e 15 romanzi che svariano in tutti i filoni della narrativa di genere, tra cui diversi apocrifi in cui rivivono come protagonisti, in coppia, alcuni dei grandi detective della letteratura poliziesca. Il più recente è "Sherlock Holmes tra ladri e reverendi", uscito in edicola nella collana “I gialli di Crimen” e in ebook per Algama. In collaborazione con Daniele Cambiaso, ha pubblicato Nora una donna, Eclissi edizioni, 2015, La logica del burattinaio, Edizioni della Goccia, 2016, L’angelo di Caporetto, 2017, uscito in allegato al Giornale nella collana "Romanzi storici", e il libro per ragazzi Lara e il diario nascosto, Fratelli Frilli, 2018. Nel settembre 2021, è uscito "Apparizioni pericolose", edizioni Golem. In collaborazione con Fiorella Borin ha pubblicato tre racconti tra il noir e il giallo: Onore al Dio Sobek, Algama 2020, Il cuore della dark lady, 2020, e lo Smembratore dell'Adda, 2021, entrambi per Delos Digital Ne Il serial killer sbagliato, Algama, 2020 ha riproposto, con una soluzione alternativa a quella storica, il caso del "Mostro di Sarzana, mentre nel fantathriller Al tempo del Mostro, Algama 2020, ha raccontato quello del "Mostro di Firenze". A novembre 2020, è uscito, per Algama, il thriller Quelle notti sadiche.

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