
Sempre attento a privilegiare in forma narrativa la realtà storica del novecento, Daniele Cambiaso è riuscito nella sua recente impresa (con il nuovo romanzo Off limits pubblicato da 21 Editore) a rimanere in perfetto equilibrio sulla scia del suo precedente thriller storico Ombre sul rex (Fratelli Frilli Editori, 2008). Anche in questa occasione, l’autore non si smentisce nel dimostrare grande abilità di ricostruzione di eventi legati alla complessità di un momento preciso del passato ligure. Il dopoguerra. Pennellato come una fiamma viva tra i caruggi immortali del centro e dell’area portuale genovese, le atmosfere ormai decadenti degli ultimi rigurgiti di regime, delle macerie lasciate dall’occupazione tedesca e dei traffici criminali gestiti da una malavita tanto avida quanto immortale.
Lo spunto per scrivere Off limits viene dalla cronaca genovese del 1912. In barba alle polemiche considerazioni dei giorni nostri sulla violenza urbana imposta da una criminalità dilagante, la sera del 4 settembre di quello stesso anno, una violenta sparatoria insanguinò il centro di Genova. Su un mezzo pubblico, il controllore individuò tre passeggeri senza biglietto. Tre francesi. Sarà l’arroganza dei portoghesi-marsigliesi a guidare le loro immediate reazioni al controllo. Una fuga sconsiderata e un bagno di sangue diventeranno, nel caso di Off limits, prologo per un romanzo che vedrà la sua torbida conclusione negli anni dell’immediato periodo post bellico.
Il romanzo, che si pregia anche di esaltare il suo sapore francese, si nutre di una carica cinematografica (che trae le sue origini dalle immagini de Le mura di Malapaga un film del 1949 di René Clement) per dare maggior peso e risalto all’azione, fil rouge delle quasi trecento pagine. Sullo sfondo di traffici illeciti, misteri di potere e le macerie lasciate dalla guerra. Contrabbando, prostituzione fame. Un intreccio mai fine a se stesso o per il puro gusto dell’avventura. Ogni fotogramma è sempre finalizzato a restituire una verità storica ad un periodo in cui armi e rancori non erano stati seppelliti solo con il consenso di una firma di resa.
Off limits riesce a mantenere saldo un legame con una tradizione letteraria che spazia sia nel campo del noir italiano quanto del polàr francese e individua uno dei suoi punti di forza proprio nel passato che ritorna. Immediato un parallelo con Didier Daenincks (peraltro autore di un Off limits pubblicato da Donzelli) e il suo La morte non dimentica nessuno, autore di grande spessore narrativo sparito inspiegabilmente dal mercato editoriale italiano dopo l’indimenticabile esperienza di Granata Press di Luigi Bernardi che ne ha fatto un autore di punta del panorama nei primi anni novanta, oltre a una breve apparizione nei Gialli Mondadori con la pubblicazione di A futura memoria e La luce nera.
Con una scrittura capace di rendere la forza delle immagini e di un ritmo che non cede mai il passo e mantiene viva l’attenzione del lettore, Daniele Cambiaso ci regala una prova di scrittura preziosa, ben improntata sui binari imposti da equilibrate contaminazioni tra thriller storico, noir e atmosfere letterarie da ottocento francese.
Ma soprattutto riporta a galla un periodo di tenebra non ancora del tutto illuminato dalla luce della storia. Un momento storico in cui sono state poste le radici del nero italiano, di una società che negli anni a venire verrà lacerata da misteri di stato e delle sue oscure connivenze con mafia, terrorismo, tentativi di colpi di stato, stragi a colpi di bombe, in un calderone dove il traffico internazionale d’armi, gli interessi della finanza corrotta e della cultura della speculazione e della corruzione hanno creato le basi per un terreno fertile alla narrativa di genere e che solo in questi ultimi vent’anni ha trovato il modo di far germogliare autori di vivo interesse.