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Il signor Wolf di Enzo Caniatti: un tassello importante di una storia infinita

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Adolf Hitler è morto suicida nel bunker della Cancelleria, assieme ad Eva Braun e al cane Blondi, a fine aprile del 1945, o è sopravvissuto alla caduta del nazismo?

Questa domanda ha dato vita a  tutta a una letteratura, e cinematografia, sia d’invenzione che d’inchiesta. Ci piace citare,  tra i numerosi titoli, il bel thriller di Allan Folsom, “Il giorno dopo domani”, e buon ultimo il film “Lui è  tornato” di David Wnendt.

Immodestamente, mi permetto di citare anche un mio racconto fantascientifico, free in rete sulla webzine Future Shock: Hitler in dimensione transtemporale

Enzo Caniatti è un giornalista e scrittore grande esperto di storia del nazismo,  argomento da lui affrontato in parecchie pubblicazioni, e dunque il contributo narrativo che dà al problema col recente thriller “Il signor Wolf”  edito da Algama è particolarmente significativo, e in buona  misura anche atteso.

Premettiamo subito che si tratta di fiction, ma supportata da precisi e documentati riferimenti storici, attinti in larga parte da saggi dello stesso Caniatti.

Ciò conferisce alla narrazione un tono di piena verosimiglianza, anche quando si addentra in dettagli fantastici, e ce ne sono molti, primo fra tutti la rappresentazione del Fuhrer in incognito, perno di tutta la vicenda malgrado compaia sempre di sfuggita, avvolto in un alone enigmatico che pienamente si confà al personaggio.

Potremmo definire il romanzo un thriller d’azione con marcate venature “spy” e fantastiche. Il suo oggetto è un complesso intrigo internazionale, in cui sono implicate potenti “intelligence” e una ramificata organizzazione segreta filonazista, interessate  a rintracciare una misteriosa, anomala arma su cui poggiavano le speranze di riscatto del Fuhrer fuggitivo e i suoi seguaci.

Che Hitler non fosse scappato, se veramente l’ha fatto, semplicemente per salvare la pelle, ma meditando una rivincita, è una teoria nota, e Caniatti la riprende persuasivamente, inquadrandola  nel mutato contesto politico seguito alla fine del secondo conflitto mondiale, e sfociato nella c.d. “guerra fredda”.

Ma il dittatore tedesco, si chiederanno in molti, come è riuscito a sfuggire all’accerchiamento mortale in cui era stretta Berlino, con l’Armata Rossa ormai alle porte, smaniosa di catturare il capo del nazismo?

E soprattutto, che fine ha fatto Hitler se la fuga è andata a buon fine?

“Il signor Wolf” risponde a queste domande con ipotesi che somigliano molto alla verità storica, rimasta finora nell’ombra.

Rino Casazza

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Rino Casazza

Rino Casazza è nato a Sarzana, in provincia di La Spezia, nel 1958. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Pisa, si è trasferito in Lombardia. Attualmente risiede a Bergamo e lavora al Teatro alla Scala Di Milano. Ha pubblicato un numero imprecisabile di racconti e 15 romanzi che svariano in tutti i filoni della narrativa di genere, tra cui diversi apocrifi in cui rivivono come protagonisti, in coppia, alcuni dei grandi detective della letteratura poliziesca. Il più recente è "Sherlock Holmes tra ladri e reverendi", uscito in edicola nella collana “I gialli di Crimen” e in ebook per Algama. In collaborazione con Daniele Cambiaso, ha pubblicato Nora una donna, Eclissi edizioni, 2015, La logica del burattinaio, Edizioni della Goccia, 2016, L’angelo di Caporetto, 2017, uscito in allegato al Giornale nella collana "Romanzi storici", e il libro per ragazzi Lara e il diario nascosto, Fratelli Frilli, 2018. Nel settembre 2021, è uscito "Apparizioni pericolose", edizioni Golem. In collaborazione con Fiorella Borin ha pubblicato tre racconti tra il noir e il giallo: Onore al Dio Sobek, Algama 2020, Il cuore della dark lady, 2020, e lo Smembratore dell'Adda, 2021, entrambi per Delos Digital Ne Il serial killer sbagliato, Algama, 2020 ha riproposto, con una soluzione alternativa a quella storica, il caso del "Mostro di Sarzana, mentre nel fantathriller Al tempo del Mostro, Algama 2020, ha raccontato quello del "Mostro di Firenze". A novembre 2020, è uscito, per Algama, il thriller Quelle notti sadiche.

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