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Ma davvero mister Allegri non riteneva Kulusevski da Juve?

Così sostiene l’opinionista Brambati. Alla Juventus serve un direttore sportivo

L’ex calciatore, opinionista televisivo informato  e procuratore Massimo Brambati a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, ha parlato anche è ancora di Juventus…

“In un paio d’anni ha fatto stadio di proprietà, nove Scudetti di fila e finali di Champions. Hanno poi cominciato a sbagliare e poi sono venuti meno risultati sportivi ma anche la valorizzazione di giocatori. Pogba fu preso perché c’erano ottimi rapporti tra Raiola e Nedved. Giocatori sono stati valorizzati dai tecnici, ma negli ultimi anni, nonostante le vittorie, non valorizzavi più niente. Allegri so che ha detto a una persona un anno fa ‘chi cavolo ha speso tutti quei soldi per Kulusevski (al Tottenham, allenato da Conte, sta benissimo) che non ne vale neanche la metà’. Per me è stato trovato, sono stati spesi i soldi ma non è stato valorizzato. E per me ha sbagliato a darlo via. Oggi scopriamo perché non è stato valorizzato. Un dirigente può sbagliare un acquisto, poi dopo ne può azzeccare uno ma non gli viene valorizzato”.

Per carità, Kulusevski probabilmente è stato ceduto per far cassa e arrivare a Vlahovic, ma forse la sua cessione, andava ponderata meglio, no? A margine di tutto ciò tuttavia emerge chiaramente che questa Juve ha bisogno di un direttore sportivo (uno tra Petrachi, Tare e Giuntoli farebbe comodo alla causa) da affiancare all’accoppiata Cherubini & Arrivabene. È un vero peccato, dulcis in fundo, che la Vecchia Signora abbia perso un talento, approdato al Napoli, del calibro di Raspadori. No?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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