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Luoghi comuni: una trappola assai pericolosa

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NOLI BARCA NELLA LUCE DEL MATTINO

 

Quanti sono i luoghi comuni nei discorsi quotidiani?

Sono frasi banali, che sembrano innocue, utili per attaccare discorso, per socializzare o come rifugio per dire qualcosa quando in realtà non sappiamo che dire, o non abbiamo voglia di dire o, più frequentemente, quando non abbiamo nulla da dire.

In questo senso i luoghi comuni assomigliano a una scialuppa di salvataggio, a un’area protetta a una zona di comfort.

Ma non è così, anzi, in realtà gli stereotipi sono una sorta di oppio, sono luoghi comuni, sì, ma di sonno. Sono dormitori pubblici, dove ciascuno può nascondere se stesso agli altri e venirne fuori senza essere giudicati.

E il timore del giudizio è uno dei timori più diffusi, assieme a quello della morte.

E non è un caso, esprimersi in maniera generalista, con frasi fatte, dire senza dire, crogiolarsi in detti del tipo: Le stagioni non sono più quelle di una volta… Chi non mi vuole non mi merita… Meglio un giorno da leoni che cento da pecora… Natale viene una volta all’anno… eccetera, eccetera, denota infatti uno stato di non presenza a se stessi, di distacco dalla realtà, di fuga dal momento in corso; uno stato di non consapevolezza di essere unicamente qui e ora.

In altre parole di uno stato di assenza, di blocco, di paralisi, in un certo senso di morte.

Esprimersi attraverso queste forme di dialogo rende simili a zombie.

Eppure i luoghi comuni sembrano così innocui…

Ricorda però che non lo sono, anche se lo sembrano.

Dietro quelle espressioni di fatto ci si nasconde.

E per quale motivo accade questo? Che bisogno c’è di nascondersi?

Quando si dialoga in quel modo si cerca solo di coprire uno splendido silenzio con un rumore privo senso, significato e forza comunicativa.

C’è davvero bisogno di questo? O è possibile comportarsi in maniera più semplice e naturale?

Certo occorrerebbe un pochino di quello che la mente chiama coraggio.

Ma se vai dietro alla mente quel coraggio non lo troverai mai, poiché la mente stessa è paura.

Vorrei quindi dirti una cosa amica mia: in qualunque modo tu sia non sei sbagliata. Quelli che tu consideri “gli altri” hanno le tue stesse paure, i tuoi stessi timori, i tuoi stessi imbarazzi, le tue stesse difficoltà. Aiutali ed aiutati ad andare oltre a questi limiti imposti dalle consuetudini, con gioia ed entusiasmo, e guarda cosa accade.

I luoghi comuni sono maschere sulla personalità, che già di per se stessa è una maschera, non sono un po’ troppe?

Nulla è meglio di ciò che sei, nulla è meglio della tua originalità. Sei un miracolo unico e irripetibile.

Tutto l’Universo si è accordato perché tu fossi qui, ora, così come sei.

Perché dunque cercare di nascondere così tanta celeste meraviglia?

 

Ajad Akaam

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Ajad Akaam

Ajad Akaam significa “libero dai desideri”. Il suo vero nome è Daniele G. Genova e fino a qualche anno fa era un brillante scrittore di noir. E un abile investigatore privato. Con l’arrivo della crisi economica ha perso tutto: lavoro, casa e famiglia. Dopo aver pensato al suicidio, una mattina si è risvegliato. E ha riso per otto ore, cambiando completamente e lasciandosi alle spalle il peggio e perfino il proprio nome. Da allora fa il contadino. Per aiutare gli altri a superare i problemi quotidiani ha iniziato a raccontare le sue massime su come vivere meglio. Presto sono nati su Facebook ben sette gruppi di fans. A febbraio 2015 esce in libreria con “Il miracolo sei tu”, edito da Cordero. I ricavati andranno in beneficenza.

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