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L’ultimo genere letterario: viaggio nel medical thriller

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Danilo Arona e Edoardo Rosati, scrittori di lungo corso, hanno appena pubblicato “La croce sulle labbra”, Anordest edizioni. Arona è un maestro della letteratura horror. Rosati un medico prestato alla scrittura, nonché tra i massimi collezionisti ed esperti di Batman, il cavaliere oscuro. Stavolta hanno scritto insieme un medical thriller, genere ancora poco noto in Italia, che hanno deciso di raccontare a Fronte del Blog. 

 

La-croce-sulle-labbra-Il medical thriller sarà anche un “genere di nicchia”, come si usa dire, ma vanta un indiscutibile dato di fatto: il numero dei suoi appassionati è in crescendo, soprattutto perché questo filone letterario è figlio della modernità, della medicina odierna no limits, e delle paure ataviche ad essa collegate.

DUE TIPOLOGIE DI MEDICAL THRILLER- Ne esistono sostanzialmente due tipologie: il medical thriller di detection, nel quale la classica figura dell’investigatore della detective story è incarnata da un addetto ai lavori di ambito squisitamente medico (Kay Scarpetta, il personaggio simbolo di Patricia Cornwell, per fare un celebre esempio), che risolve i casi con gli strumenti della medicina legale, e poi c’è quello contaminato col genere catastrofico/apocalittico, in cui l’assassino misterioso cede il posto a complotti su vasta scala, dove regnano virus geneticamente manipolati e medici criminali (vedi le opere di scrittori come Richard Preston e John Case).

GLI ESORDI CON ROBIN COOK Si può dire che all’inizio del contemporaneo medical thriller si colloca il nome di Robin Cook, reale camice bianco, specializzatosi ad Harvard, che dal 1977, anno di pubblicazione di Coma, domina la scena mondiale con un vasto seguito di lettori in tutti i Paesi del mondo (successo corroborato dalla pellicola Coma profondo che Michael Crichton, nelle vesti di regista, ha tratto dal romanzo). Vero, ma in letteratura, soprattutto in quella di genere, esistono sempre dei pionieri oscuri che spianano la strada. Nel nostro caso occorre ricordare, tra i padri fondatori, i nomi di Jacques Futrelle (1875-1912), americanissimo a dispetto del nome, dell’inglese Richard Austin Freeman (1862-1943) e di John Blackburn, anche lui inglese (1923-1993). Sono costoro, infatti, che hanno introdotto nel genere le prime figure di “investigatori scientifici” che si avvalgono degli strumenti della medicina e delle discipline correlate. Il personaggio di Futrelle (scrittore perito immaturamente nell’affondamento del Titanic) si chiama Augustus S.F.X. Van Dusen, giustamente soprannominato “la Macchina Pensante” per la sbalorditiva intuizione con cui coniuga le conoscenze di balistica, ematologia e tutte le scienze esatte che cominciavano all’epoca a farsi strada anche nella narrativa.

L’EROE DI FREEMAN Sulla stessa linea è l’eroe di Freeman, autore che come spesso capita in questi casi è stato un autentico medico, laureatosi al Middlesex Hospital Medical College e specializzatosi in otorinolaringoiatria: il suo investigatore scientifico è il dottor John Thorndyke, protagonista di dieci romanzi e quarantadue racconti, in cui i metodi della medicina legale studiati all’università vengono applicati nella finzione letteraria. Ma Thorndyke non è solo un medico, perché vanta un’enciclopedica cultura che abbraccia l’astronomia, la botanica, l’antropologia, l’entomologia, la biologia e altre materie ancora. In pratica, quasi tutto lo scibile che fa di lui un investigatore a 360°.

Danilo Arona
Danilo Arona

SIR MARCUS- Ma il vero investigatore scientifico pre-moderno è il microbiologo Sir Marcus Levin creato da John Blackburn, scrittore trascuratissimo in Italia e il meno “definibile” in quanto genere, al punto che i suoi unici tre romanzi tradotti (che oggi non avremmo dubbi a classificare “medical thriller”) sono stati pubblicati via via nella collana di fantascienza Urania («La morte viene col vento», 1959), nella Collana Arcano della Editrice Nord («Solo la notte», 1973) e nei Gialli Longanesi («Lo scienziato e il diavolo», 1975), il che dimostra che già in tempi passati ci si divertiva a confondere le idee su quell’impervio terreno che oggi chiameremmo “contaminazione”. Peraltro Sir Marcus, maturo uomo di scienza, che spesso deve lavorare su enigmi all’apparenza sovrannaturali, riconduce sempre il mistero nella dimensione del razionale, non tralasciando di strizzare l’occhio proprio ai cultori di generi contigui come la fantascienza o l’horror.

IL ROMANZO “COMA”- Il medical però decolla alla grande, con delle precise coordinate di definizione, alla fine degli anni Settanta con il romanzo Coma di Robin Cook, brillante laureato alla Columbia University che raccoglie l’intuizione appassionante di Michael Crichton magnificamente espressa in The Andromeda Strain (lavoro del ‘70 divenuto celebre grazie a un magnifico film di Robert Wise, Andromeda), dove i personaggi e l’ambiente medico nonché la lotta contro il tempo per scongiurare lo scatenarsi di un virus apocalittico proveniente dallo spazio fanno ben capire che certi temi possono divenire trasversali ai generi e transitare con successo dalla fantascienza al thriller. E non sarà un caso, infatti, che proprio Michael Crichton si occuperà della regia nell’adattamento cinematografico che fa seguito al romanzo di esordio di Cook, film conosciuto in Italia come Coma profondo, appassionante suspense story che brancola nel lato oscuro della medicina laddove una giovane e brillante dottoressa scopre un allucinante traffico di organi all’interno della struttura ospedaliera in cui lavora.

IL SUCCESSO- Dal 1977 a oggi l’opera di Robin Cook ha raggiunto dimensioni ragguardevoli, con un corpus librario in cui lo scrittore batte tutte le vie percorribili nel medical thriller, dalle contaminazioni accidentali alle epidemie virali di massa, dalle oscure macchinazioni ordite in nome del business alle mostruosità genetiche, per arrivare persino a una curiosa invasione extraterrestre in cui gli alieni altro non sono che particelle virali che si espandono con esiti mortali all’interno degli organismi umani (Invasion, divenuto anche un miniserial TV nel ‘97 diretto da Armand Mastroianni). E, come sempre capita in letteratura, Cook lancia un sasso nello stagno, aprendo la via a un sottofilone che, proprio come un virus, è in grado di replicarsi e mutare, abbinando per esempio, come farà Patricia Cornwell, il genere più propriamente medical a quello dei serial killer. A molti scrittori di rango capita, soprattutto se ci si muove con abilità tra scienza e fiction. Nell’anno Duemila, subito a ridosso di Sindrome fatale, Robin Cook tornò in libreria con VectorMinaccia mortale, dove il nemico biologico di turno era il micidiale virus dell’antrace che iniziava a mietere vittime negli Stati Uniti perché spedito per posta a ignare vittime.

Edoardo Rosati
Edoardo Rosati

LA PIAGA DELL’ANTRACE- Se vi ricorda qualcosa, non state sbagliando, ma attenzione: la piaga dell’antrace negli USA e la conseguente paranoia che colpì anche l’Europa, Italia non esclusa, ebbe inizio a ridosso dell’11 settembre del 2001 e per parecchi mesi, lo si ricorderà, si seguirono piste investigative in un un’unica direzione, quella del terrorismo fondamentalista di matrice islamica, mentre invece la chiave del mistero era squisitamente americana. Quasi un colpo di genio preveggente da parte di Robin Cook…   Dopo il “lancio” avvenuto negli anni Settanta a opera di Michael Crichton e Robin Cook, il medical thriller inizia gradualmente a modificarsi per diventare, in più di un caso, un vero proprio genere “di frontiera” in grado di soddisfare, ma anche di deludere, i lettori, soprattutto quelli che amano classificare al primo colpo le storie che si accingono a leggere. In ogni caso grandi successi commerciali per chi vive il medical dal punto di vista dell’investigazione criminale: medici e patologi prestati alla detection che, passando attraverso i personaggi femminili della coroner Kay Scarpetta e dell’antropologa forense Temperance Brennan, fanno evolvere il genere verso grandi successi televisivi che si chiamano CSI e RIS. Mentre Robin Cook prosegue imperterrito il suo cammino letterario tra virus e complotti ospedalieri, negli anni Ottanta planano sul mercato episodici ma significativi segnali editoriali di un genere in via di formazione con il mondo medico al centro di thriller poco convenzionali.

GLI ITALIANI E GLI EUROPEI Un paio di questi provengono in modo sorprendente dal vecchio continente: uno italiano, Una vita per l’altra di Luigi Rainero Fassati (1985), e l’altro austriaco, Il codice genetico di Johannes Mario Simmel (1987). Il primo che, come spesso capita, è un vero medico specializzato nella chirurgia dei trapianti, firma un’opera, che pur non essendo ancora un vero thriller (racconta del dramma degli espianti e del drammatico rapporto tra un medico e la sua paziente in pericolo di vita) schiude la via a una successiva produzione (Medici e Goccia a goccia, tra gli ultimi usciti), che fanno di lui l’autentico emulo nostrano di Cook. Ne Il codice genetico, invece, ci muoviamo sorprendentemente in anticipo sui tempi, nel campo delle manipolazioni della genetica, tra sparizioni di cadaveri, istituti misteriosi, scienziati folli e stragi di massa sullo sfondo di un’Amburgo labirintica e illividita. Nel decennio seguente gli “episodi” si moltiplicano sino a forgiare il genere. Nel ‘90 compare il romanzo di Patricia Cornwell, Post mortem, primo di una lunga e fortunatissima serie dedicata alla figura del medico legale Kay Scarpetta che, con l’aiuto del poliziotto Pete Marino e della nipote Lucy, genio informatico, risolve casi impossibili, spesso scontrandosi con l’azzeccatissimo serial killer Temple Gault.

IL CASO REICHS- La sola figura “professionale” in grado di reggere, ma non di vincere, il confronto con la Scarpetta è l’antropologa forense Temperance Brennan (“Tempe” per gli amici), scaturita “per proiezione” dalla mente di Kathy Reichs, autentica antropologa legale in North Carolina e in Canada, che con pochi e veramente spaventosi romanzi (tra cui l’eccelso Il villaggio degli innocenti) insidia sempre più da vicino il trono della Cornwell. Attorno a loro, regine indiscusse del medical, altri autori più incostanti ma non meno significativi. Per esempio, le due “sigle” Patrick Lynch e John Case, che nascondono rispettivamente i veri dati anagrafici di Gary Humphreys e Philip Sington, e Jim e Carolyn Hougan: i primi hanno firmato Contagio letale e Omega, editi da Garzanti, i secondi L’ombra del cavaliere e Sindrome per i tipi di Marco Tropea. Senza fare inutili paragoni, va detto che John Case è di sicuro più iettatorio e profetico, perciò sinceramente più inquietante: ne L’ombra del cavaliere, infatti, Case rispolvera l’antico incubo della “Spagnola” sulle cui tracce una spedizione artica va a disseppellire i resti di alcuni minatori morti all’inizio del secolo a causa del tremendo virus. Fantasia, ovvio, ma dopo pochi mesi dall’uscita del libro, in estate, una nave realmente salpa per la Norvegia con l’identico scopo dei microbiologi di John Case, ovvero dissotterrare il DNA dell’agente virale che nel 1918 ha causato oltre 20 milioni di decessi. I giornali di tutto il mondo, riportando il fatto, hanno sottolineato pure che il continuo scioglimento dei ghiacci polari potrebbe riproporre su tutto il pianeta lo scenario spaventoso di una nuova pandemia. A volte i medical thriller ci beccano…

I PIÙ RECENTI- A completare lo scenario che dagli anni Novanta a oggi c’intrattiene sui vari sottomondi del filone mancano i nomi di Colin Andrews (pseudonimo dello scrittore horror F. Paul Wilson), autore di Stato di salute e Ingraham, di Paul Carson (Filo d’acciaio), di Joe Connelly (Pronto Soccorso, da cui Martin Scorsese ha tratto il film Al di là della vita), del celebre Ken Follett in versione “medical” (Il terzo gemello), di Mary L. Hanner (Virus mortale), di Richard Preston (Area di contagio e Il giorno del Cobra), di Michael Palmer (Terapia totale) e anche del duo Douglas Preston& Lincoln Child con Mount Dragon. Pur nella diversità dei plot e dei contenitori ambientali (che possono essere via via laboratori segreti in mezzo al deserto o spettrali sale d’attesa di un Pronto Soccorso, ospedali all’apparenza familiari o metropoli in preda al contagio), tutti spaziano dal complottismo al serial killer, dall’incidente biologico all’Apocalisse (fanta)scientifica. Tra gli ultimi arrivi, Tess Gerritsen, altro medico ospedaliero, che si pone come seria antagonista della Cornwell e della Reichs, con thriller mozzafiato di ambiente clinico quali Il chirurgo, Anestesia fatale, Corpi senza volto e Lezioni di morte. Insomma, il genere è vivo e solletica il “lato oscuro” dei lettori.

LUCARELLI & C. E in Italia? Non mancano affatto autori e opere che hanno declinato il tema medicale in chiave thriller: oltre al citato Luigi Rainero Fassati, menzioniamo ancora il trio Lucarelli/Rigosi/Baldini con i racconti noir di Medical Thriller (detection in ambito farmaceutico), il duo Novelli&Zarini con l’angosciante Soluzione finale (morti misteriose in un ospedale di New York), il celebre oncologo Mariano Bizzarri con Il caso del 238, basato su una terrificante forma epidemica di cancro che si diffonde nella campagna molisana,  e Guglielmo Brayda, neurologo di Bologna, che ha pubblicato i romanzi Clone e L’anatra dalla testa bianca, in cui le nuove frontiere della biomedicina schiudono scenari a dir poco oscuri. 

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Arona & Rosati

Edoardo Rosati (Pescara, 1959), giornalista specializzato nella comunicazione medico-scientifica ha dato vita al Corriere Salute, il supplemento di Medicina del Corriere della Sera. Dal 2003 è responsabile delle pagine dedicate alla Salute e alla Medicina del settimanale OGGI. Ha partecipato, come autore e consulente, alla realizzazione delle due Enciclopedie SALUTE (nel 2005) e PREVENZIONE (nel 2009), promosse dalla Fondazione Umberto Veronesi (e allegate al Corriere della Sera). Ha scritto numerosi libri di saggistica medica (per Sonzogno, Rizzoli, Fabbri e Sperling&Kupfer). È anche autore di narrativa medical horror-thriller per Oscar Mondadori e Giallo Mondadori.Per Sperling&Kupfer ha scritto Kuru - Il morbo del nuovo millennio, ricostruzione drammatizzata dell’allarme “mucca pazza”. Danilo Arona, scrittore, giornalista, saggista, è uno dei maestri della letteratura horror italiana. Ha pubblicato, tra gli altri, “Bad vision” (Mondadori), “Finis terrae” (Segretissimo Mondadori), “L’estate di Montebuio” (Gargoyle books). Il suo sito è www.daniloarona.com. Arona & Rosati sono gli autori di "La croce sulle labbra", medical thriller di Anordest Edizioni.

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