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I bordelli di Madame Gestapo

Durante gli anni del terrore nazista, Heydrich, capo del Servizio di Sicurezza e Informazione delle SS, ideò una diabolica rete di ascolto imbottendo di microfoni le case di piacere

Madame Gestapo
Il dipinto olio su tela di Jolanda Croesi, ispirato alla vicenda e intitolato “Madame Gestapo”.

A Reinhard Heydrich, ideatore e capo del temibile Servizio di Sicurezza e Informazione delle SS, ovvero il Sicherheitsdienst, abbreviato SD, interessava una cosa sola il potere. Considerava delle idiozie le fantasticherie di Heinrich Himmler sugli antichi germanici e la nuova età dell’oro della razza eletta; non lo entusiasmava neppure la lettura del Mein Kampf in cui non vedeva che un affastellarsi di idee se non false, quanto meno discutibili. Tuttavia fin dal 1931 era convinto che, prima o poi, Hitler avrebbe assunto il potere. Le SS non solo dovevano essere pronte ad aiutarlo, ma in grado, se necessario, a rimpiazzare tutto l’apparato del nuovo governo.

La prima mossa fu di formare i quadri del SD con giovani intellettualmente dotati, ben piazzati socialmente e capaci di eseguire i suoi ordini con energia, audacia ed efficacia. E così che nelle fila del nuovo servizio entreranno giovani giuristi e filosofi come Walter Schellenberg, Herman Behrends, il dottor Franz Six e il dottor Helmut Knochen, brillanti economisti come Otto Ohledorf e Herbert Melhor, ingegneri di valore come Wihelm Albert e giornalisti di talento quali Gunther d’Alquen. In tal modo l’SD divenne il crogiolo della giovane élite nazionalsocialista. Questi intellettuali contribuiranno a trasformare l’SD in una “polizia dello spirito” o meglio in un mostruoso strumento di controllo del pensiero. Heydrich e i suoi fedelissimi riuscirono con indubbia genialità, non priva di una cinica spregiudicatezza, a liberarsi di quanti si frapponevano tra loro e il potere, per poi creare una spaventosa e diabolica rete di controllo prima sulla Germania e poi sui territori acquisiti o occupati.

Molte operazioni del SD sono note ed entrate nei libri di storia, altre sono invece rimaste avvolte nel mistero. Tra queste quella ideata nel 1939 dallo stesso Heydrich all’insaputa di Hitler e Himmler: i bordelli di Madame Gestapo. Un’idea semplice e sconvolgente al tempo stesso. utilizzare le case compiacenti come antenne del mostruoso apparato poliziesco SS che aveva creato per mantenere sotto costante controllo la popolazione del Reich e scoprire eventuali dissidenti al credo nazista. A Heydrich interessava soprattutto spiare alti ufficiali, industriali, gerarchi e perché no i diplomatici “amici” venuti in visita in Germania.

Il primo bordello con “signorine” agenti della Gestapo e centro di ascolto con microfoni in ogni camera fu il più famoso bordello di Berlino il “Salon Kitty” che ispirò l’omonimo romanzo-inchiesta di Peter Norden e nei primi anni 70 il film, in chiave erotica, di Tinto Brass. Le eccellenti informazioni carpite nell’alcova, spinsero a esportare il modello Salon Kitty nel resto della Germania e dopo lo scoppio della guerra anche nei Paesi occupati dalle armate del Terzo Reich.

Del Salon Kitty si sa molto grazie alle accurate ricerche di Peter Norden, mentre delle altre alcove della Gestapo si sono perse le tracce. Da alcuni documenti risulta che una “casa” fu aperta a Vienna e un’altra probabilmente a Parigi, nota, ben prima dell’occupazione tedesca, per essere la “capitale” dei bordelli più lussuosi ed esclusi, veri templi dell’erotismo più ricercato e sfrenato, che non avevano eguali negli altri paesi europei.

Il più famoso era il One Two Two, aperto nel 1934 da Marcel Jamet. Con le sue stanze con fondali e coreografie cinematografiche, i suoi bar e ristoranti, il One Two Two era un vero palazzo dei piaceri, da quelli sessuali a quelli gastronomici, capace di eccitare i sensi di una clientela ricca e cosmopolita. Il suo diretto antagonista era lo Sphinx (la Sfinge) il cui arredo richiamava il tempo esotico e misterioso dell’antico Egitto dei Faraoni. Proprio lo Sphinx potrebbe essere stato il bordello scelto da Heydrich per esportare a Parigi la formula Salon Kitty. Durante l’occupazione lo Sphinx era frequentato oltre che dagli ufficiali tedeschi anche dai gestapisti francesi come Lafont e la sua banda, dai trafficanti dei bureau acquisti, dai diplomatici delle nazioni amiche della Germania e dai capi delle varie organizzazioni paramilitari francesi. La resistenza lo considerava un velenoso e pericoloso covo di collaborazionisti. Nei giorni che seguirono la liberazione della capitale, gli insorti trascinarono fuori le “signorine” che non erano riuscite a fuggire, le raparono a zero, gli dipinsero con la pece sul cranio una svastica e le esposero semi nude al ludibrio della folla.

Anche altri bordelli avrebbero potuto fare al caso della Gestapo, per esempio l’Etoile de Kléber, la cui tenutaria, Madame Billy, amata e idolatrata dal Tout-Paris, condusse un pericoloso doppio gioco: serviva la stessa “clientela” del One Two Two e dello Sphinx e nel contempo nascondeva i piloti alleati caduti in Francia e passava importanti informazioni alla resistenza. Questo le evitò di finire sulla lista nera degli “epuratori”, ma non impedì che la sua casa venisse chiusa come le altre dopo che il governo francese approvò nel 1946 la legge proposta da Marthe Richard che dichiarava illegali le case di tolleranza.

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Enzo Caniatti

Enzo Caniatti, giornalista e scrittore, dopo aver diretto per anni Gente Motori, Tuttomoto e Gentleman Collector, è oggi alla guida del portale autoelusso.it. Oltre alla passione per i motori ha quello per la storia. Dopo avere curato opere a dispense sulla II guerra mondiale e in particolar modo sul Terzo Reich, ha pubblicato due romanzi (L'ultimo segreto di Hitler e L'ultima notte) e un saggio storico (Legione SS italiana) per poi ideare e dirigere la testata Secret History. Per Algama ha pubblicato il thriller "Il signor Wolf", il thriller sulla fuga di Hitler e il serial "Madame Gestapo", ispirato a una spy story vera (www.algama.it)

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