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Leonardo Bonucci: “Via dalla Juve per colpa dell’allenatore”. Ma tra i tifosi c’è chi si sente tradito dal difensore

L'ex capitano del club bianconero ha detto la sua in un'intervista. Quella sua vecchia esultanza polemica col Milan

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Leonardo Bonucci? Il suo tumultuoso addio alla Juventus fa discutere, con lui che vuole denunciare il team e, una parte della tifoseria, delusa invece dal difensore, firmataria eal seguente vero, sincero, seguente sfogo pubblicato via social…“Danno di immagine e mobbing da parte della Juve. La squadra che l’ha ripreso pagandolo più di prima, quella squadra che lo ha avvertito a febbraio di cercare un’altra squadra lasciandolo andare via a 0, quella squadra che gli paga parte dello stipendio ora che è all’estero. Il danno d’immagine? Si il tuo a vestire la maglia del Milan, ad esultare in faccia così.

Ti toglieremmo ben volentieri anche dal museo, eccoti il danno d’immagine in risposta che meriti.

C’è chi ha firmato in bianco ed è andato via trattato male veramente. Non viziato come te che devi solo ringraziare”.

Ah, capitano per un breve interregno, mai accettato comunque dall’intero popolo bianconero, Leonardo Bonucci si è lasciato andare a un lungo sfogo televisivo, attaccando, senza chiamarlo per nome, mister Massimiliano Allegri: “Avvisato della cessione a febbraio? Anche questo non è vero: l’allenatore mi ha convocato solo a fine marzo nel suo ufficio, prima della partita col Friburgo di Europa League, per dirmi che sarebbe stato il caso di anticipare- a suo modo di vedere- il mio percorso da allenatore lasciando il calcio giocato. Gli ho detto che rispettavo la sua opinione, ma che fino all’Europeo 2024 non volevo smettere. Dopo quest’incontro, non ho più parlato con nessuno fino a fine maggio, dopo l’ultima partita in casa col Milan, quando incontrando la società mi veniva comunicato che nell’attuale stagione sarei partito dietro Gatti, Bremer, Danilo e un giovane della Next Gen, diventando la quinta/sesta scelta in difesa e una chioccia per gli altri. Accettai senza volere creare problemi. In fin dei conti, sarebbe stato come la stagione scorsa. Poi è cambiato tutto nell’estate, non ho avuto comunicazioni fino al 13 luglio. Ho annusato qualcosa, solo leggendolo sui giornali fino a quando il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, venendo a casa mia, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l’umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero. Questo mi sono sentito dire… Dopo essere stato messo fuori rosa si arriva alla causa, perché i miei diritti prevedevano che mi sarei dovuto allenare con la squadra a prescindere della scelta tecnica e messo in condizione di potere affrontare fisicamente e atleticamente la stagione successiva. Questo non mi è stato concesso, non ho più fatto allenamenti con la squadra. Mi sono sentito svuotato di tutto, umiliato, non potevo fare quello che amo di più. Non è una questione di soldi- tiene a precisare Bonucci- se dovessi vincere la causa, devolverò tutto in beneficenza. E in più voglio che la mia situazione sia per l’AIC (il sindacato calciatori), di cui sono consigliere, un nodo cruciale perché ogni anno persone, giocatori, uomini, professionisti che hanno meno forza della mia si trovano in queste situazioni e alla fine compromessi pur di continuare a giocare. Motivazioni dell’addio? Dopo due settimane che non sono più nella Juve, è molto difficile pensare all’ultimo periodo. Mi piace pensare alla Juventus di cui ho fatto parte, quella che vinceva, la vera Juventus, quella che in questi ultimi due anni non si è mai vista. Non ho nulla contro la Juventus. La Juventus sono i tifosi, la squadra, i miei ex compagni. Sto portando avanti questa causa perché le persone che dovevano farmi chiudere la carriera in bianconero in modo rispettoso e degno non l’hanno fatto. E’ la seconda volta che mi trovo costretto a lasciare la Juventus, in entrambi i casi per la presa di posizione di un singolo, che non sono io… Quello che è sotto gli occhi di tutti è che non ho mai avuto un rapporto come avrei voluto con l’allenatore. Non solo per colpa mia perché ho il mio carattere e molto spesso ho preso posizioni per il bene della squadra e dei compagni. Si è così creato un corto circuito che non mi ha permesso di chiudere la carriera come avrei voluto. Mi ha fatto sorridere Pirlo, che mi ha detto che magari potrebbe succedere come a lui: continuare a vincere da un’altra parte dopo che ti danno per finito (ndr, Pirlo lasciò il Milan di Allegri nell’estate 2011 perché l’allenatore non credeva in lui), ho sentito anche Chiellini, con cui ho un rapporto fraterno e pure Buffon che voleva sentire la mia verità, diversa da quella scritta dai giornali. La Nazionale? Voglio continuare a giocare e mettere in difficoltà Spalletti per la Nazionale. La sua telefonata per comunicarmi che non mi avrebbe convocato per queste ultime partite non era un atto dovuto, è stato un gesto che ho apprezzato tantissimo, fa capire il suo spessore umano, la sua sincerità: non avendo avuto una preparazione consona non poteva chiamarmi in azzurro. Me l’aspettavo, non sono scemo. Ma la maglia della Nazionale la sento sulla pelle come quella della Juventus. Farò di tutto per rivestirla. Oltre al gesto di Spalletti, sono rimasto colpito dai tanti messaggi, la vicinanza di giocatori attuali della Juventus, di ex bianconeri, di compagni della Nazionale tutti che solidali. Mi hanno manifestato la loro solidarietà davanti al trattamento irrispettoso ricevuto dalla Juventus. Juventus in futuro?  Qualcosa ci sarà. Quando deciderò di cominciare ad allenare, ho bene in mente il mio percorso, quello che voglio fare. Sicuramente la Juventus quando sarò un tecnico non sarà quella di oggi e magari ci sarà il modo, un giorno, di riabbracciare i tifosi, di salutarli e fargli capire di quanto è stata importante la Juventus per me. Quella di oggi non la sento mia”.

allegri

Così parlò Bonucci? Che altro aggiungere? Mah … ciascuno ha le sue convinzioni ed è giusto si comporti come meglio crede, ma forse, prima di tutto, a sentirsi traditi da Bonucci, proprio per la sua esultanza quando sfidò la Vecchia Signora col Milan, beh sono stati gli juventini, no? Dulcis in fundo, con la stesso ardore col quale si è dato spazio al forte difensore, speriamo vengano difesi anche tutti quei calciatori, senza titoli, periodicamente lasciati a casa senza stipendio sul serio, no?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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