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Baggio scusi, ma sei lei rosica, che dovrebbe dire Dario Hubner?

Il fantasista voleva il Mondiale 2002 che il bomber meritava

 

Nei giorni scorsi è uscita un’intervista, all’ex fantasista di Roberto Baggio a‘Esquire’, nella quale, il ‘Divin Codino’ è ritornato sul suo grande cruccio, vale a dire il Mondiale del 2002 che gli fu negato dall’allora commissario tecnico Giovanni Trapattoni. Eccone un passaggio …

“Quella fu una cosa vergognosa che per mille motivi difficilmente passerà, io penso solo che sarei dovuto andare anche con una gamba sola, per quello che avevo rappresentato. Avevo fatto tre Mondiali in un certo modo, quello sarebbe stato il quarto, la storia doveva finire così. È stato un tradimento… Ma poi tutto il Giappone avrebbe fatto il tifo per noi! Tornai dall’infortunio per le ultime tre partite in condizioni incredibili, ricordo i test positivi che feci a Bologna. Ma soprattutto mancava più di un mese all’inizio del Mondiale, potevano portarmi in ritiro e dopo valutare le condizioni”.

Già, questa motivata, sofferenza, a Baggio non passa, anche a 21 anni di distanza. Ma che dovrebbe dire o pensare allora, il cremasco d’adozione Dario Hubner, tra le altre cose ex compagno di Roberto nel Brescia, a quei tempi implacabile bomber italiano?

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Purtroppo Hubner (oggi ricercatore di funghi e pescatore), dalla nazionale azzurra non fu mai preso sul serio. Per carità, aveva la concorrenza di illustri colleghi quali Bobo Vieri, Alberto Gilardino, Filippo Inzaghie compagnia bella. Ma la fame sottorete di Darione, agli azzurri avrebbe fatto comodo.

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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