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Mister Allegri suvvia: se non si tira in porta mai, come si segna e si vince?

Di Maria? Non va confermato, non si è inserito

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Mister Massimiliano Allegri e il tipo di partita interpretato dalla Juventus a Siviglia? Già, pure di questo coi media, del resto, non poteva non parlarne, ecco ha parlato l’allenatore bianconero dopo l’eliminazione dall’Europa League per mano degli andalusi:“Ogni volta che usciva una palla ti saltavano addosso, basta vedere l’infortunio di Fagioli. Tanti ragazzi giocavano una semifinale per la prima volta e queste non sono partite pulite, sono partite sporche anche dal punto di vista fisico. L’infortunio di Fagioli magari l’anno prossimo non risuccede perché magari è più svelto e capisce che questi ti arrivavano addosso… Non si può nascere imparati, i giocatori crescono attraverso le esperienze. Io speravo in una gara così, sono contento di come hanno giocato.

Ma tra Gatti, Fagioli, Miretti, Iling e Vlahovic stesso a livello europeo, quanta esperienza c’è? Non è perché uno ha fatto dei gol nella Fiorentina, uno nell’altra… A livello europeo ci vuole molta calma perché attraverso le partite acquisisci esperienza. I ragazzi sono stati anche troppo bravi, Danilo Bremer e Gatti in difesa hanno disputato una partita importante. E anche Bremer: quante partite ha in Europa? Magari l’anno prossimo nei dettagli di queste partite ne verremo fuori. Oggi non c’è nulla da rimproverare ai ragazzi, che devono smaltire rabbia e delusione ma al contempo restare sereni”.

Dato al Max, ciò che è di Massimiliano Allegri, a questo punto, le seguenti precisazioni, beh sembrano utili.

Locatelli non è il playmaker che serve alla Juve. Nel suo ruolo, meglio il pur non brillantissimo Paredes, magari aspettando Rovella.

Di Maria? In Andalusia non andava tolto, ma non è più il fenomeno che è stato, non va confermato. Ah… Kean, nel 3-5-2 dovrebbe giocare sempre al fianco di Vlahovic.

Miretti? Generoso, di prospettiva, volenteroso, interessante, ma leggero e non da mandare in campo a Siviglia.

Dulcis in fundo: mister Allegri mi consenta, se non si tira verso la porta avversaria, non si segna e tantomeno si vince.

Stefano Mauri 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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