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Saviano mi consenta: ma davvero pensa che gli scudetti vengano decisi da una presunta macchina del nord?

Lo scrittore opinionista in un’intervista ha parlato di calcio e del Napoli

Già ricordate? Nel maggio 2006 usciva Gomorra, bestseller da 10 milioni di copie, tradotto in 52 Paesi, diventato poi film e serie tv. Nell’ottobre successivo, Roberto Saviano, l’autore, minacciato dalla Camorra, cominciava la sua vita sotto scorta. Nella violenta sforbiciata alla liberta è rientrato anche il calcio.

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Lo scrittore, sotto scorta per il suo impegno contro la Camorra, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport ha raccontato tutta la voglia di tornare al Maradona ad ammirare il suo Napoli capolista: “Non poterci andare mi fa soffrire. Faccio fatica a chiamarlo stadio Maradona, temo di esser troppo vecchio e continuerò a chiamarlo San Paolo. Ma prima della fine del campionato voglio andarci. Sto pensando come essere invisibile perché il Napoli dovrà vincere, altrimenti se la prima volta che torno allo stadio fa male, poi si nota… ed è malamente. Con che maglia tornerò allo stadio? Quella di Kvara che ha detto no a Putin”.

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Saviano spiega nel dettaglio perché il georgiano è il suo calciatore preferito: “Mio padre me lo aveva segnalato prima che ci pensasse il Napoli. Lo aveva visto nell’Under 21. Mi piace perché non ha la faccia del calciatore, ma di un bambino timido che gioca in strada. E poi perché giocava in Russia, e alla scoppio della guerra è tornato in patria, anche a costo di perdere le chiamate dei ricchi club tedeschi. Il Napoli è stato bravo a inserirsi. Per me Kvara è uno che ha detto no a Putin, anche se non parla mai delle pressioni subite quand’era al Rubin Kazan”.

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E sulle possibilità che il Napule vinca lo scudetto, così Saviano ha risposto: “Da tifoso temo che non ce lo facciano vincere. Che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del Nord. Seconda paura: come ripartiremo dopo il Mondiale. C’è solo una cosa peggiore degli infortuni: stare fermi. Con l’Inter, gara chiave, scopriremo se siamo quelli di prima. Il Milan per me è l’avversario numero uno. Forse per i miei antichi incubi da bambino che temeva Gullit e Van Basten. La Juve mi preoccupa meno. Credo che sarà frenata dai problemi societari”.

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Dato a Roberto Saviano ciò che è di Saviano ora il seguente quesito pare d’obbligo allo scrittore – opinionista: ma non sarebbe forse il caso di parlare solo di football? Esprimere certi concetti, per carità ognuno può dire ciò che vuole, senza prove e solo per alimentare voci, non lascia un po’ il tempo che trova? Ergo, Saviano mi consenta, ma davvero pensa che i poteri forti o una presunta macchina del Nord, ecco …possano decidere gli scudetti?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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