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De Ligt? Ceduto anche per lo stipendio elevato: la Juve deve essere sostenibile

Il mercato juventino non è finito, ma niente spese folli. A giugno Allegri chiese colpi pesanti

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Il sacrificio di De Ligt è stato necessario a causa, anche, dello stipendio elevato

 

Mister Max Allegri ora è tranquillo, ma due mesi fa ha fatto la voce grossa per chiedere acquisti di calciatori esperti, alla faccia dei nuovi input dirigenziali volti al contenimento dei costi. Poi le parti hanno trovato un accordo.

Ragionando a bocce ferme, servirebbe pure un nuovo esterno alla Juve, ma senza fare follie. Un centrocampista, ma solo dopo averne ceduti due. La nuova filosofia di mercato in casa Juve viene rispettata alla regola, è finito il tempo di spese fuori controllo e ingaggi oltre determinati paletti. La rivoluzione di Arrivabene e Cherubini, avvalorata da Allegri, prosegue sulla scia di operazioni ragionate e, soprattutto, poco impattanti a livello economico.

Pogba e Di Maria sono arrivati a costo zero e grazie ad ingaggi in linea con quello di Vlahovic, il simbolo del nuovo corso in campo e in ambito salariale.

De Ligt è stato sacrificato anche per questo: 12 milioni netti, ovvero lo stipendio che percepiva il difensore olandese, non li guadagnerà nessun giocatore della rosa, almeno fino a quando non verrà ristabilita una sostenibilità di base che negli ultimi anni è mancata.

Fischiano le orecchie all’ex direttore sportivo Fabio Paratici? Mah… fino al 2018, il Fabio da Piacenza operò  bene, m Marotta vigilava su tutto. L’addio mal digerito, dalla Juventus, dell’attuale deus ex machina dell’Inter, beh ha lasciato scorie da smaltire. E tale compito tocca ad Arrivabene. L’impressione? Farà altri quattro o tre innesti la Vecchia Signora, ma serviranno tre – due cessioni.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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