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Perchè Cremona, Crema, Piacenza e Lodi sono state martoriate dal Covid-19?

Grazie al dottor Maurizio Borghetti, la politica nazionale guarda verso nord

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Il radiologo cremasco Maurizio Borghetti: “Magari un giorno si riuscirà anche a capire perché sia stata cosi violentemente colpita dalla Corona Pandemia questa striscia di terra tra Lodi –Cremona –Piacenza, con estensioni verso Bergamo e Brescia, stranamente, (secondo me), senza un analogo coinvolgimento di Milano. Ma … una cosa alla volta.”

 

Dati alla mano, considerando il numero di abitanti e le percentuali dei contagiati, ecco la provincia di Cremona, senza dubbio è tra le più colpite al mondo dal  Covid-19. E pure le vicine provincie di Lodi, Piacenza, Brescia e Bergamo non sono state risparmiate dal coronavirus. Tutt’altro.

Ah, non ci fosse stato il dottor Maurizio Borghetti, radiologo esperto con idee controcorrente sulla valutazione dei dati relativi al virus, probabilmente del caso Crema e Cremona non si sarebbe occupato nessuno. Pure il dottor Attilio Galmozzi, a onor del vero, si è impegnato per portare alla ribalta la cosiddetta questione Crema, col nosocomio cremasco, tra la fine di febbraio e gli inizi del marzo scorso trasformato in un vero e proprio Lazzaretto dell’Italia Settentrionale. Adesso però pure i politici nazionali si stanno interessando, a quanto pare, dei tanti ammalati e purtroppo dei numerosi decessi tra i monti di Bergamo e Brescia e i fiumi Oglio, Serio, Po e Adda. Già ma cosa è successo in quella fetta di Lombardia bombardata, violentata dal “Covid”? Riuscirà chi di dovere a capirci e poi a spiegare qualcosa? Intanto nei giorni scorsi, Borghetti è tornato a … postare sui social.

 

Ehilà! Finalmente se ne sono accorti. Era inevitabile che prima o poi accadesse. È da marzo che lo diciamo. Sì, su Facebook, Instagram e sui Media locali perché i TG e i salotti nazionali parlavano di Bergamo (giustamente), Milano (meno coinvolta, come il Veneto) Roma (pochissimo interessata cosi come Napoli e Genova ) mentre qui, a Crema e in provincia di Cremona c’era l’inferno e figuratevi se ci chiamavano (salvo pochissime eccezioni).  Ne avremmo fatto volentieri a meno, dell’inferno. Visto che però è successo e nelle proporzioni che ormai sempre  più vengono rese note anche a chi non le ha vissute, immagino e spero se ne tenga conto in tutte le valutazioni sanitarie, economiche, epidemiologiche che necessariamente devono e dovranno fare a tutti i livelli.

Magari un giorno si riuscirà anche a capire perché sia stata cosi violentemente colpita dalla Corona Pandemia questa striscia di terra tra Lodi –Cremona –Piacenza, con estensioni verso Bergamo e Brescia, stranamente, (secondo me), senza un analogo coinvolgimento di Milano. Ma … una cosa alla volta.

Dai Burdèl che ghe la fèm!

 

Così postò sulla sua pagina Facebook Maurizio Borghetti, il DocRock d’Italia, medico radiologo presso l’ospedale Maggiore di Crema e straordinario, squarciante socialinformatore, rasserenante, in questi giorni sclerati, stressanti e provanti.

 

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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