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Clamoroso dopo il Ko d’andata con l’Atletico, mister Allegri voleva andarsene, ma…

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Ai numerosi giornalisti presenti a Madrid nelle vesti di inviati per i quarti di finale di Champions League, ecco, al termine del big match perso malamente dalla Juventus contro l’Atletico, mister Massimiliano Allegri era apparso più nervoso e incacchiato del solito. Ok… la Vecchia Signora aveva giocato male, o meglio, manco proprio era scesa in campo, ma il trainer toscano appariva nero e incazzato di brutto.

A quanto pare infatti, deluso dalla mancata campagna di rafforzamento della società durante la parentesi invernale del calciomercato, e, soprattutto devastato dalla sconfittona della sua squadra contro i Simeone Boys, ecco Allegri avrebbe, anzi aveva manifestato ai dirigenti juventini l’intenzione di dimettersi.

A farlo desistere da questo gesto forte sarebbero stati Paratici e Nedevd, vale a dire coloro i quali sapevano della delusione, causa mercato di riparazione scadente, del mister e, soprattutto, coloro i quali piuttosto di Zidane (a quanto pare il pupillo di Andrea Agnelli), tra qualche mese sulla panca della Juve desidererebbero ritrovare lo stesso Max da Livorno oppure un tecnico tra le seguenti nomination: Conte, Simone Inzaghi e Deschamps.

Insieme a Caceres a gennaio infatti Allegri (passata la buriana a giugno potrebbe pure restare a Torino, ma solo alle sue condizioni stavolta) si aspettava l’arrivo del centrocampista Ramsey dall’Arsenal, ma il gallese, che al centrocampo corto di Madama Scudetti sarebbe servito più dell’acqua al deserto, arriverà soltanto a giugno.

L’esasperazione del voler in campo a tutti i costi Dybala con Cristiano Ronaldo (il non gioco attuale allegriano non gli garba), l’ossessione della Champions League da vincere assolutamente, le critiche ricevute all’indomani dell’uscita (questo Triplete che evapora sempre ormai pare una maledizione) di Coppa Italia a favore dell’Atalanta e una campagna acquisti (al netto dell’ingaggio di Cr7) non spumeggiante rappresentano seri grattacapi per Massimiliano Allegri (avverte la mancanza di Beppe Maotta che lo porterebbe all’Inter subito). Svanita la rabbia post Atletico di Madrid, ritroverà gli stimoli per eccitarsi, eccitando, sotto la Mole Antonelliana?

Stefano Mauri   

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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