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Napoli non sei ancora Real: aria tesa e di divorzio tra De Laurentiis e mister Sarri?

 

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Se l’avversario è più forte di te, ecco in teoria invece di sfidarlo a viso aperto, forse bisognerebbe attaccarlo partendo da una fase difensiva accorta, alta, cazzuta, che innanzitutto essenzialmente badi a non prenderle agendo di rimessa. No?

Ciò detto, il Real Madrid dell’italianista mister Zidane, per la cronaca squadra forte, ma non irresistibile (Bayern e Psg onestamente paiono giocare in un altro pianeta), col Napoli ha vinto meritatamente e senza patire particolari grattacapi. Siamo d’accordo?

Potevano fare qualcosina in più Hamsik (nell’Europa che conta è troppo discontinuo) e soci nella tana del lupo? Allora, detto che il Ko per 3 reti a 1, una piccola, flebile, leggera speranza, ma servirà l’impresa della vita al San Paolo (più che pensare a Maradona occorrerà preparare il big match al meglio) la lascia, sì probabilmente un atteggiamento meno sbarazzino e più soft, alla causa azzurra avrebbe giovato.

E pure il presidentissimo Aurelio De Laurentiis, il quale per l’ennesima volta a fine contesa ha polemizzato col suo allenatore Maurizio Sarri, non contento della prestazione della sua compagine, si aspettava qualcosa di diverso.

Sarri? Per carità il divario tra i suoi ragazzi e gli avversari c’è, si vede e si sente, ma anziché chiamare Maradona nello spogliatoio a suonare la carica, col senno di poi avrebbe fatto meglio a studiare schemi meno aperti, cercando di caricare meno responsabilità e pesi sulle spalle dei suoi allievi apparsi, in Champions League, eccezion fatta per il portiere Reina per Insigne e Diawara, spaventati, timorosi e spaventosamente stressati. Meno allenante e formativo di quello europeo, il football italico sta perdendo appeal, lo sappiamo ed è risaputo. Non si capisce però come mai, invece di giocare all’italiana (difesa e centrocampo arcigni e contropiedi di sfogo), beh, certi club italici, all’estero provino a emulare, scimmiottandolo senza arte, interpreti idonei e parte, l’inarrivabile Milan che fu quello di Arrigo Sacchi.

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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