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Stefano Usini: Io scendo qui è la mia canzone d’amore pensata per Stefano D’Orazio

Il cantautore cremasco, senza serate causa emergenza sanitaria, sta lavorando a nuovi pezzi

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Fermo, suo malgrado ai box, colpito duro dall’emergenza sanitaria, causa il maledetto virus, che tra le altre cose ha impedito, impedisce e impedirà la musica dal vivo nei locali chiusi, beh il cantautore cremasco Stefano Usini, sta impegnando il tempo libero, aspettando di tornare a fare serate, scrivendo canzoni. E con lui, per capire che aria tira, volentieri siamo tornati a fare quattro chiacchiere…

Ho visto sul canale You Tube dedicato alle tue esibizioni, una meravigliosa interpretazione di un tuo pezzo nuovo intitolato “Io scendo qui”…

Ho scritto di getto, in mezza giornata, curando musica e parole questa canzone nata per amore e interamente dedicata a Stefano D’Orazio, artista immenso, ex componente dei Pooh, scomparso purtroppo recentemente per colpa del Covid 19. Il mio essere troppo empatico, per così dire, mi ha fatto indossare i panni di tre amici, artisti e colleghi che hanno visto morire un amico, una parte di loro. Colgo l’occasione per ringraziare Marco Occhio che ha magistralmente arrangiato “Io  scendo qui”, Lucrezia Zibra che mi aiuta a lavorare via internet e Antonio Grillo per aver fatto arrivare “Io scendo qui” sulle pagine social, che cura quotidianamente, dedicate ai Pooh. Ho avuto riscontri enormi e appassionati e sono contento di quanto è arrivato. La genesi della canzone è un pochino complicata.

In che senso?

Ma niente, semplicemente avrei voluto elaborala in un certo modo, ma mi è stato detto che non poteva funzionare perché non commerciali e troppo simile ai brani dei Pooh. Io però non mi sono arreso, grazie alle persone che ti ho citato prima e ai miei pochi, ma genuini, veri mezzi, sono riuscito a far arrivare ugualmente, a quanti, e sono stati tantissimi, hanno raccolto il messaggio, il mio pensiero d’amore per Stefano. Ah, a breve, verrò intervistato, in merito, da un’emittente televisiva

Pure Tiziana Giardoni, la compagna di D’Orazio, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian hanno ascoltato la tua sentitissima, meravigliosa dedica musicale, vero?

Sì e mi sono arrivate cose e reazioni intense e meravigliose che tengo per me.

Come stai vivendo questa pausa forzata coi vari Live fermi al palo?

Spero torni presto una semi normalità, così come siamo messi adesso non stiamo messi bene. Intanto lavoro a nuove canzoni, sto scrivendo bene e parecchio.

Mettiamo che per incanto domani il Coronavirus finisce e torna la possibilità di ritornare ad ascoltare i concerti musicali. Chi andresti a vedere?

Non saprei cosa rispondere, del resto oggi chi fa musica lo fa prevalentemente per determinati circuiti radiofonici e per il web, non per esibirsi dal palco. Ripensandoci comunque bene dico che tornei sicuramente ad applaudire Zucchero e Vasco Rossi, due star che non tradiscono mai.

Sei un fan dei Pooh…

Gli ho sempre seguiti, ammirando il loro spessore infinito. E … facendo cover nelle mie esibizioni per locali, nel mio repertorio, ovviamente i loro successi non mancano mai.

Stefano Mauri

      

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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